Eremo di Santa Lucia – Piobbico (PU)
Cenni Storici
Da Fano si imbocca la superstrada n. 3 fino ad Acqualagna e da qui la Statale n. 257 per Piobbico; prima di raggiungere l’abitato si risale la strada comunale per Rocca Leonella (che prosegue fino a Cagli); superata la frazione Cardella, in corrispondenza di un tornante che scavalca il Fosso Tragolone, si parcheggia. S’imbocca la sterrata che inizia sul gomito del tornante, lasciandola poco dopo, in corrispondenza della prima curva a destra e si prende a sinistra il sentiero che costeggia e scende verso il fosso, attraversandolo poco più avanti; verso sinistra si procede quindi sul versante destro del fosso innalzandosi di quota e deviando poco dopo nettamente a sinistra, in direzione dell’evidente sperone di rocce grigie e piegate sotto le quali si apre la grotta raggiungibile dopo aver superato un fontanile.
Poco sotto la cima del Monte Carpinete una piega degli strati marnosi causata dal gioco delle tensioni tettoniche e favorita dalla stratificazione di scaglia rossa, forma una curiosa piccola grotta con copertura a doppio spiovente, il cui imbocco rimane nascosto dal bosco. Il luogo venne utilizzato per ospitare un piccolo eremo rupestre di cui rimangono solo un moncone di muro con conci di pietra ben squadrati, probabile chiusura della grotta, e un rustico altare di pietra sormontato da un affresco raffigurante Santa Lucia, in cattivo stato di conservazione e ormai scarsamente leggibile. L’altare, collocato a circa metà dello spazio, prima che il soffitto si abbassi verso il fondo, poggia su una parete in muratura che sbarra parzialmente la grotta separando il primo ambiente dal secondo, sfruttato anche in tempi recenti come ricovero di pastori e boscaioli, che si incunea nella roccia per una decina di metri. Numerose nicchie e incavi scavati nella parete rocciosa sono identificabili come i punti di appoggio per un sistema di travature in legno, a conferma di un’antica e più ampia utilizzazione del sito; una cavità dal contorno ben modellato, facilmente individuabile nella parete sinistra, è ciò che resta di un probabile tabernacolo devozionale.
Non è un caso che la titolare di questa grotta esposta ad oriente e al sole sia proprio Santa Lucia, martire siracusana che si festeggia il 13 dicembre, il cui nome (lux) e la cui iconografia (gli occhi in un piattino) rimandano alla luce di cui è patrona.