Eremo di San Giovanni – Torre del Colle (PG)
Cenni storici
La storia dell’eremo è controversa e ci sono diverse tesi; secondo lo Jacobilli, l’oratorio venne edificato nel 1262 per iniziativa di Eleuterio, nobile di Gualdo Cattaneo e la sua storia non sarebbe legata a quella del beato Ugolino.
Ugolino, infatti, sarebbe stato un sacerdote dell’ordine degli Eremitani scalzi di S. Agostino, nato a Gualdo Cattaneo nel sec. XII o XIII, che spesso lasciava la cella e si portava nei boschi lungo la valle dell’Attone, dove restava intere giornate e spesso anche la notte, sdraiato su una grande pietra, ancora esistente, chiamata, appunto, “lo scoglio del beato Ugolino” e venerata dai gualdesi insieme al masso del Rotolone, sul quale il beato era solito raccogliersi in preghiera.
Nel 1258 il beato Ugolino tornò nella sua città natale per risiedere nel convento dove morì nel 1260.
Ci furono diverse contese tra gualdesi e bevanati per il possesso del corpo, tanto che il processo canonico del 1912 registrava anche la presenza di questi ultimi.
Secondo il Pietrangeli, invece, l’eremo fui costruito nel 1320 con il consenso del vescovo di Spoleto dal beato Ugolino di Michele da Bevagna, che li visse fino alla morte, sopraggiunta nel 1350.
La storia dell’eremo di S. Giovanni Unterio prenderebbe, quindi, avvio da un borghese bevante, vissuto nel secolo XIV.
Ugolino di Michele de Mevania è un uomo dalla profonda e rigorosa vita spirituale, che divide la giornata tra preghiera, silenzio e lavoro manuale.
Nato a Bevagna alla fine del Duecento, nel 1320, probabilmente stanco della vita cittadina e mosso da profonda fede religiosa, decide di abbandonare la vita laica per dedicarsi alla contemplazione e in questa sua esperienza sceglie un luogo che lo ispira per il suo isolamento ed il suo silenzio, la selva di Unterio nella valle del torrente Attone.
Qui fonda un oratorio intitolato a S. Giovanni Battista e ne prende possesso con i suoi compagni.
Con il tempo l’eremo si amplia, i monaci vestono l’abito benedettino, vengono costruite più celle, il refettorio e una chiesa più grande e nell’anno 1348 la struttura è oramai completata.
La bolla papale per il riconoscimento dell’autorità ecclesiastiche che lo assoggetta al monastero di Subiaco arriva nel 1374 e dopo che il suo fondatore Ugolino è morto da oramai 24 anni e le sue spoglie riposano nella chiesa dell’eremo.
Quello che sembrava un futuro roseo di fatto diventa una catastrofe, infatti con il decadimento del monastero di Subiaco stessa sorte tocca a questo.
Di fronte al precipitare della situazione intervengono le autorità pontificie e nel 1425 il legato di Perugia cardinal Corario sottopone San Giovanni Unterio al monastero di S. Nicolò di Foligno.
Da qui inizia il definitivo decadimento infatti l’Abate di San Nicolò non ha alcun interesse a tenerlo in piedi e nel giro di pochi anni nel monastero non resterà più nemmeno un monaco.
La gloriosa storia di un eremo che vanta addirittura il beato Ugolino tra i suoi fondatori volge al termine appena dopo un secolo.
Nel 1682 il monastero è ancora consacrato, ma disabitato, infatti nel catasto di Bevagna compaiono appezzamenti di terreno a nome di S. Giovanni Unterio.
La struttura supera la soglia del Settecento e quella dell’Ottocento, ma successivamente fu trasformato in podere e sfruttato come casa colonica.
Negli ultimi anni è stato avviato un progetto di recupero per adibirlo ad attività recettiva.
Aspetto
La struttura presenta la chiesa ad una navata in laterizio del ‘400 crollata dove restano in piedi solo le pareti laterali; a sinistra di questa c’è l’ingresso che porta nel chiostro, anch’esso in laterizio, di un edificio monastico del ‘500 a due ordini ed una chiesettina interna del ‘300 absidata con blocchetti di arenaria ed affrescata con l’immagine della Madonna della Valle.
Al primo piano del chiostro ci sono le camere (ex celle) che si affacciano sullo splendido loggiato, a piano terra ci sono le ex stalle, il forno e le diverse servitù, costruire dopo che il complesso è stato trasformato da luogo di preghiera a casa colonica.
Fuori dal chiostro rimane un pozzo, che serviva per le diverse necessità.
Curiosità
Nel bosco intorno all’eremo, in un posto difficile da trovare c’è uno sperone di roccia su cui è incisa una croce scolpita alla buona; la tradizione vuole che questa sia la pietra davanti alla quale il beato Ugolino era solito raccogliersi in preghiera.
Storia del Beato Ugolino da Gualdo Cattaneo
Tra le valli Umbra e Tiberina, tra Foligno e Spoleto, dove amene colline conservano mirabilmente artistiche testimonianze del passato, sorge il borgo di Gualdo Cattaneo, arroccato e munito di una possente cerchia di mura.
Fondato nel 975 dal Conte da cui prese il secondo nome, ebbe sempre un ruolo geografico strategico. Il suo nome è legato ad un beato, venerato come patrono, il cui corpo è custodito nella cripta della chiesa dei Ss. Antonio e Antonino.
Ugolino era un eremita dalla profonda e rigorosa vita spirituale, che divideva la giornata tra preghiera, silenzio e lavoro manuale.
Sulla sua vita non possediamo molte notizie, ma sufficienti a delinearne la santità.
In un documento del 1348 il Vescovo di Spoleto, Bartolus, scriveva al nostro beato, priore e fondatore laico dell’eremo di S. Giovanni nella selva di Onterio (nei pressi di Gualdo) in risposta ad una sua lettera. Ugolino era quindi la guida spirituale di un gruppo di eremiti ed aveva scritto per chiedere che l’eremo rientrasse nella giurisdizione dell’abbazia benedettina di Subiaco.
Si firmava Ugolino Michele “de Mevania” (Bevagna).
L’autorizzazione fu confermata da Papa Gregorio XI nel 1374, quando Ugolino aveva già raggiunto la patria celeste.
Alla morte fu sepolto con il dovuto riguardo e la sua tomba divenne meta di pellegrinaggi e fonte di grazie.
Il trasferimento delle reliquie nella chiesa dei Ss. Antonio e Antonino fu eseguito successivamente, di certo prima della fine del secolo XV.
In quegli anni era attiva una confraternita dedicata alla Vergine e ad Ugolino, venerato santo a voce di popolo.
I confratelli, nel loro stendardo, recavano una sua immagine, la sua più antica raffigurazione, insieme a quella dipinta nella chiesa di s. Agostino nel 1482 da un allievo dell’Alunno.
E’ conservata un’antica lapide, copia di una precedente, che in passato dette animo a confusioni e discussioni anche accese, sui tempi e sul luogo in cui nacque Ugolino, Bevagna o Gualdo.
I due paesi sono comunque assai vicini e una tesi è quella che i natali furono a Gualdo, da genitori di Bevagna.
Il culto è da sempre sentito e già nel 1483 gli statuti comunali decretavano l’offerta “della cera” per la festa fissata al 1° gennaio (data della morte).
I festeggiamenti si svolgono oggi anche a inizio settembre.
Il suo biografo principale è uno studioso del XVII secolo, Ludovico Iacobilli.
Nel 1919 ne fu confermato il culto “ab immemorabili“.
Bibliografia
A. Falsacappa, G. Mariotti, P. Porzi – Bevagna gemma del piano immagini insolite e storie inedite – 2013
http://www.santiebeati.it