Eremo di Giovanni e Lazzaro – Ferentillo (TR)

Secondo la tradizione queste grotte erano il primitivo eremo dei monaci siriaci Giovanni e Lazzaro.

 

Cenni Storici

Giovanni e Lazzaro erano due monaci provenienti dalla Siria probabilmente nella seconda metà del secolo VI che vagarono per quarant’anni su queste terre prima di dedicarsi a vita eremitica in queste cavità che secondo la tradizione scelsero come loro dimora.
Probabilmente erano due soldati qui giunti al seguito delle truppe longobarde che avevano combattuto in Oriente contro i persiani in qualità di federati di Bisanzio e stabilirono la loro dimora alle pendici del Monte Solenne e il loro modo di vivere destò stima da parte della popolazione tanto che l’eremo divenne luogo di culto tra le genti locali.
Secondo la leggenda dopo la morte di Giovanni, Lazzaro afflitto, pregò il Signore di consolarlo e questi fece apparire in sogno a Faroaldo II duca di Spoleto San Pietro, che lo invitò a costruire una chiesa ed un monastero in suo onore.
Più tardi Faroaldo recatosi a caccia in Valnerina individuò nel piccolo oratorio il posto adatto alla costruzione della chiesa dedicata a San Pietro (VIII sec.) e l’adiacente monastero che adottò la regola di San Benedetto.
L’ipotesi di un’antica presenza eremitica nei pressi del luogo ove venne successivamente edificata l’abbazia di San Pietro in Valle sembrerebbe in qualche modo trovare conferma nella esistenza di due cavità rocciose contigue, situate a poca distanza dal complesso religioso, che la tradizione locale è solita riconoscere come Eremo dei SS. Giovanni e Lazzaro, anche se studi più recenti individuano nell’eremo di San Benedetto il primo insediamento cenobitico chiamato dagli abitanti “La Romitoria“.
Le grotte, che recenti lavori di sbancamento del terreno funzionali all’apertura di un nuovo tratto di strada che dal fondovalle risale verso l’abbazia, hanno reso di molto sopraelevate rispetto al piano di calpestio attuale, in realtà non presentano al loro interno alcun segno di frequentazione umana.
Di fianco alle cavità sono però ben visibili alcune strutture murarie databili in base alle caratteristiche tecniche attorno al secolo XII, in cui si è voluto riconoscere in passato una funzione di rinforzo della retrostante parete rocciosa.
Attraverso una verifica però si è constatata l’esistenza di una terza grotta, posta ad una quota di poco superiore alle prime due aperture, proprio in corrispondenza delle strutture appena descritte.
Accanto a questa ultima cavità, priva come le altre di tracce di antropizzazione al suo interno, sono stati individuati brandelli di strutture accomunabili per tipologia e fattura alle precedenti.
La presenza in particolare di uno stipite di porta ha permesso di ricondurre la costruzione ad un edificio addossato alla primitiva grotta.
Non più quindi una generica struttura di sostegno della parete rocciosa, quanto piuttosto parte di una vera e propria opera di monumentalizzazione della cavità.
Il riconoscimento del sito come luogo di primo eremitaggio dei monaci siriani portò probabilmente alla costruzione di un edificio a carattere religioso, che la tecnica costruttiva delle murature ci permette di considerare come già esistente nel secolo XII.
Il De Rossi sostiene che nella grotta detta “cripta del santuario dei monaci Lazzaro e Giovanni” fu rinvenuto un cippo votivo romano, oggi conservato all’interno della chiesa abbaziale.
 

Nota

Si sconsiglia vivamente una visita interna in quanto il blocco di conglomerati che costituisce la copertura delle grotte è molto friabile e ci potrebbe essere il serio rischio di distaccamenti o addirittura di collassamenti quindi è sconsigliato addentrarsi nelle cavità.
 

Fonti documentative

Tesi di Laurea – Il movimento eremitico nella Diocesi di Spoleto in età Altomedievale – XXX ciclo di Dottorato in Archeologia Curriculum antichità post-classiche Dottorando: Alessio Pascolini Università La Sapienza di Roma
 

Da vedere nella zona

Abbazia di San Pietro in Valle
Eremo di San Benedetto
 

Mappa

Link alle coordinate: 42.645316 12.810251

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