Eremo dello Spirito Santo o della SS. Trinità – Roccasecca (FR)

L’eremo è raggiungibile solo a piedi.

 

Cenni Storici

Roccasecca, antico centro, sorse in posizione strategica per controllare l’ampia valle del basso Liri, all’ingresso di bellissime gole scavate nelle montagne, percorse dal fiume Melfa (che nasce nei pressi del santuario della Madonna di Canneto e sbocca nel Liri poco dopo San Giovanni Incarico).
Accanto al fiume corre il Tracciolino, la storica strada borbonica Roccasecca-Casalvieri (SP7),
lunga 14 km, che costituisce il collegamento più rapido tra la valle del Liri con la Val Comino e, al tempo dei Borboni con le fonderie di Atina, oggi con il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise.
Questa strada parte dall’estremità occidentale dell’abitato di Roccasecca, all’altezza del cimitero
comunale e nei pressi del grande monumento in marmo bianco, alto 9 metri, di San Tommaso d’Aquino dello scultore Giuliano Vangi (2005), posto all’ingresso della cittadina, nota per aver dato i natali oltre che al grande Aquinate anche al flautista Severino Gazzelloni (1919-1992).
Poco dopo l’inizio del Tracciolino si incontra a sinistra della strada un cartello che indica l’antico eremo dello Spirito Santo o della SS. Trinità.
Per un sentierino si scende la scarpata della strada, tutta rivestita di piante d’olivo, e in un quarto d’ora si raggiunge il fondovalle in località Torretta (m 204), in prossimità dell’antico ponte romano (Ponte Vecchio, m. 143) che scavalca il greto, d’estate completamente asciutto, del fiume Melfa all’uscita delle sue gole.
Superato il ponte, si incontra una cappella moderna con un grande Crocifisso e subito a destra di essa parte via della Trinità, asfaltata; dopo duecento metri inizia il sentiero con il quale si può salire a piedi all’antico eremo dello Spirito Santo (m 204), alto tra le rocce sulle gole del Melfa.
Il sentiero è ben marcato e non lungo, ma nelle giornate più calde può risultare piuttosto faticoso perché tutto in salita, con due tratti di pendenza un po’ brusca.
Il tragitto, che si completa in circa mezz’ora, è agevolato sulla destra da una buona staccionata in legno che serve da corrimano; i sassi sul tracciato forse sono scomodi, ma alcune panchine poste nei punti critici dopo gli “strappi” maggiori possono aiutare a riprendere fiato e ad ammirare l’ambiente intorno.
Dall’alto della chiesa dell’eremo lo sguardo scorre sull’ultimo tratto delle Gole del Melfa, sul Muraglione megalitico d’epoca romana che produce una bella cascata sul fiume (la cascata del Muraglione appunto, o dello Spirito Santo) e sulla Valle del Liri, fertile territorio che oggi è entrato a far parte, tra l’altro, del Cammino di San Benedetto.
E’ questo un classico esempio di eremo ricavato all’interno di una grotta naturale e diverse volte rimaneggiato.
E’ dotato di una cisterna per l’approvvigionamento dell’acqua piovana, raccolta grazie a una serie di canali e canaletti scavati nella roccia che la fanno confluire nel serbatoio.
A proposito di questo santuario scrive Dario Ascolano nel suo libro Storia di Roccasecca, edito all’Amministrazione Comunale nel 1988:
Il santuario dello Spirito Santo si raggiunge, al di là del ponte Vecchio, salendo per un sentiero tracciato sulla roccia del monte S. Nicola che scende a picco sul Melfa.
Consta di tre parti: la grotta naturale
(probabilmente) degli eremiti con un letto di pietra levigata identico a quello su cui, secondo la tradizione, dormiva San Benedetto a Subiaco; l’orto con il recinto di pietra in bilico sul fiume; infine la chiesetta (posta su due livelli), più volte mal restaurata, la cui acquasantiera reca la data MC (anno 1100, n. d. R.), unico dato storico in nostro possesso“.
Sull’acquasantiera si legge anche la scritta SST che dovrebbe stare per “Santissima Trinità“, forse a dimostrare che nell’anno 1100 la chiesetta era già consacrata appunto alla Trinità.
Sul secondo livello della chiesetta, oggi adibito a sala degli ex voto, si può osservare anche una lastrina di metallo del 1859 con una dedica a un certo Luciano Poccia (DOM A Poccia Luciano del fu Angelantonio -…- Antonio M. il 27 5 1859 Roccasecca).
 

Nota

Il testo è di Stanislao Fioramonti, le foto sono di Francesco Fioramonti, la visita è stata effettuata il 7 dicembre 2016.
 

Fonti documentative

Dario Ascolano – Storia di Roccasecca – edito dall’Amministrazione Comunale, 1988;
Roccasecca è CulTurismo – opuscolo turistico del Comune di Roccasecca, giugno 2017.
 

Mappa

Link alle coordinate: 41.568266 13.657202

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