Eremo della Madonna della grotta – Pioraco

La chiesa sorge sotto un aguzzo scoglio alle porte del paese di Pioraco a ridosso della strada che dall’Umbria attraverso il passo Cornello conduce nelle Marche, si tratta di un Santuario Mariano verso la via di Loreto.

 

Cenni storici

L´origine del nome è dovuto con ogni probabilità ai romiti che furono detti “inclusi o carcerati” i quali vissero qui nel ritiro.
Difficile è schedare la statuina in legno dipinto e doviziosamente vestita sia per devozione sia per coprire la brutta ritintura. La somiglianza del piccolo gruppo alla molteplice produzione statutaria che si diffuse alla fine del ´400 nelle chiese del Camerinese, non toglie originalità a questa Madonna e al suo bambino scolpiti per essere collocati nell´alta grotta.
Le altre immagini, tutte, abbassano le palpebre, questa le apre perché gli occhi si fissino vividissimi sui fedeli. Il bambino, che stacca decisamente la testa dal corpo materno, pone allo scultore problemi di movimento e di spazio. Per quanto la scelta iconografica appaia ancora goticheggiante, i segni del rinascimento sono più vistosi che negli altri esemplari finora esaminati dagli studiosi a seguito di restauro. A questa straordinaria Madonnina gli abitanti di Pioraco costruirono in diversi tempi la chiesa, parte addossata, parte nel rientro dello scoglio. In un primo tempo era solo un´edicola corrispondente pressappoco all´attuale presbiterio. Il vescovo che nel 1585 visitò l´ “Oratorium sive cappellam s. Mariae carceris“, trovò solo
l´edicola lo chiamò “oratorio” e “cappella” la piccola chiesa dipendente da S. Maria di Ponte Cannaro.
I vescovi che nel ´600, ´700 e ´800 venerarono la Madonna della Grotta furono accolti nella “chiesa“, salirono “per scalas” alla grotticella della Madonna che si trova sopra l’altare e tutti lamentarono che una parte della chiesa era aperta alla pioggia. Nelle visite del ´700 cominciarono a lamentare che il Crocifisso,
bell´esemplare cinquecentesco, fosse chiuso in un armadio a destra dell´altare. L´edificio sorto a pianta circolare, parzialmente incastonata nella viva roccia, più tardi segnato da lesene, fu completato con l´esterno schiacciato agli angoli per introdurre
l´occhio allo scoglio e, dentro, alla forma circolare. Non sappiamo quando per il tetto si trovò la chiusura definitiva. La “Madonna della carcera“, sia la statua sia l´edificio a pianta centrale, richiamano i gusti stilistici di Macereto.
La festa religiosa vi si celebra il 2 febbraio, Purificazione, e il 2 luglio, Visitazione.
 

La Leggenda

Non vi sono documenti che ne attestino la storia, anche se la tradizione locale la vuole fondata intorno al 1000. La leggenda di fondazione, raccolta nel luogo, vuole che l’immagine che vi è venerata sia giunta in antico a Pioraco, portata da un “madonnaro” venditore di sacre immagini. Visto che a Pioraco non si faceva alcun affare, il madonnaro si incamminò verso Fiuminata, ma qui giunto si accorse che la statua della Madonna era scomparsa dal suo sacco. Tornato indietro la ritrovò misteriosamente collocata nella chiesa della Carcera.
Dopo vari e vani tentativi di riprendersela, capì che quella era la volontà divina e l’immagine miracolosa rimase definitivamente in quel luogo.
Una variante vuole che il venditore dormisse nella chiesa e che, al mattino, trovasse l’immagine misteriosamente collocata nella nicchia che sovrasta l’arco trionfale che immette nell’abside, quale segno della volontà divina.
E tradizione che sassolini asportati dal santuario, accompagnassero gli abitanti quando per guerre o altro, avessero dovuto abbandonare il paese a lungo, come gesto apotropaico e auspicio di ritorno.
 

Bibliografia

Tratto dal libro “PIORACO – Il respiro di un paese nelle sue foto”
di Mascambruni Amos
I sentieri del silenzio – guida agli eremi rupestri ed alle abbazie dell’Appennino umbro-marchigiano di Andrea Antinori Società Editrice Ricerche
 

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