Edicola Sbaraglini – Pian della Pieve di Assisi (PG)
Cenni Storici
La nobile famiglia Sbaraglini di Assisi aveva la proprietà del fortilizio di Pian della Pieve nell’anno 1342, e nel 1370 il padre e Antonio (detto Corazza) suo figlio sono tra i contribuenti del Comune.
Nel 1380 Antonio (Corazza) è esperto in cose commerciali e nel 1396 lo troviamo tra i “dotti, sapienti” di cose militari, tanto che lo stesso Comune ne prende ed ascolta i consigli.
Nel 1424 ha un incarico di fiducia amministrativa essendo amministratore del monastero del Monte Subasio, ma anche fiduciario militare essendo rappresentante legale di Braccio Fortebraccio.
Il 1° maggio 1498 Antonio Corazza di Rinaldo Sbaraglini divenne capo de’ nuovi priori del popolo considerato un uomo di non volgare animo e prodezza; questa sua nuova carica però gli procurò dei nemici che tentarono di eliminarlo.
In una storia narrata nella “Cronaca Perugina” si legge che uscito da porta Perlici e tornando da solo a cavallo verso il suo fortilizio di Piano della Pieve a tre miglia della città, gli si presentarono d’improvviso alcuni suoi nemici, che lo colsero di fronte e alle spalle, e lo attaccarono.
Corazza si trovava in un collo di bottiglia, infatti di fronte e alle spalle aveva i suoi nemici, a destra lo strapiombo che dava sul fiume Tescio e a sinistra un ripido pendio del monte.
L’uomo, rendendosi conto che non poteva affrontare i nemici con le armi decise una mossa temeraria; essendo orami stretto nella morsa dei suoi nemici, si tolse il mantello, lo strinse intorno agli occhi del cavallo che voltato e spronato lo costrinse a gettarsi nel torrente e con l’animale cadde nel baratro da un’altezza d’oltre 69 piedi.
Il cavallo morì sotto il corpo del cavaliere e il Corazza si salvò trovandosi in piedi in fondo al torrente; alla svelta lo attraversò e giunto sulla riva opposta cominciò a schernire i suoi nemici, i quali restarono non si sa se più addolorati dell’impresa fallita, o più stupiti di cosi tanto coraggio.
La memoria di questo fatto è rimasta nella tradizione popolare e ancora oggi persiste un’edicola stradale che ne commemora l’impresa e ricorda il luogo come “Salto di Corazzo“.
Fonti documentative
A. Cristofani – Le storie di Assisi – 1875
V. Falcinelli – Per Ville e Castelli di Assisi – 1982