Edicola di Sant’Anna – Belfiore di Foligno (PG)
Cenni Storici
Belfiore, il nuovo insediamento sorto lungo il corso del Menotre a fianco degli opifici, si dotò di una propria chiesa che intitolò a S. Maria Assunta la cui fabbrica, iniziata nel 1683, proseguì fino agli inizi del nostro secolo.
Sul terzo altare a sinistra, nel 1872 fu riportato l’affresco strappato dalla cappella di S. Maria del Prato, un’edicola del sec. XIV dedicata, forse nel secolo successivo, alla Madonna di Loreto, come si apprende dall’inventario redatto nel 1728.
Vi è raffigurata la Madonna col Bambino fra S. Vincenzo Ferrer e altro santo frate.
Nel 1641 l’edicola era stata trasformata in cappella a motivo delle numerose grazie che i Belfioresi avevano ricevuto invocando quella sacra immagine.
Mentre la demolizione nel 1872 si era resa necessaria per l’ampliamento della strada principale che attraversava il paese.
Questa immagine, insieme ad altre edicole, delimitava lo Spazio Sacro di Belfiore e costituivano una protezione spirituale per gli abitanti, quasi una barriera frapposta alle forze del male, il corrispettivo del ruolo che svolge la cinta muraria per una città.
La prima edicola e indubbiamente anche la più importante dal punto di vista artistico e storico é la Maestà di S. Anna.
Come la Maestà del S. Maria del Prato, anche la Maestà di S. Anna fu racchiusa entro una cappella.
Era stata affrescata nel sec. XV da uno dei maggiori rappresentanti della scuola pittorica folignate, cioè da Pierantonio Mesastris.
Il primo che attribuì la cappella di S. Anna al Mesastris fu Adamo Rossi:
“Affreschi in una cappella dedicata a S. Anna, presso Belfiore.
Rappresentano all’esterno San Nicola da Tolentino e S. Antonio da Padova; nella grossezza della nicchia S. Rocco e S. Sebastiano; nel centro dell’archivolto Cristo benedicente; nella parete di fronte, sopra un arazzo sostenuto da angeli, in mezzo: la Vergine Madre; a destra S. Anna e S. Francesco, a sinistra S. Gioacchino e S. Onofrio“.
Pochi anni dopo Michele Faloci Pulignani nella Gazzetta di Foligno, del 30 luglio 1892, dedicava un medaglione a La Maestà di S. Anna:
“Ci sono complessivamente 13 figure colorite a fresco. È nel centro la Madonna seduta col Bambino nudo in seno, Bambino che forse benediceva i devoti colla destra, oggi perduta. Due puttini che ricordano quelli dipinti da Pierantonio Mesastris nell’ingresso del monastero di S. Anna e in quello di S. Lucia, reggono un arazzo dietro la Madonna“.
Faloci lasciò aperto il problema dell’identificazione di due santi privi di particolari connotati iconografici: il santo posto a sinistra della Madonna; e, il santo francescano posto sull’esterno dall’arco.
Mentre qualche anno più tardi il medesimo dedicò a Pierantonio Mesastris un breve saggio dove l’edicola è appena menzionata.
Ma la migliore biografia del nostro pittore é quella apparsa nell’opera di Umberto Gnoli, Pittori e miniatori dell’Umbria dove appunto tra le opere del maestro figura anche la nostra Maestà di S. Anna. Una delle ultime descrizioni è quella apparsa nella Guida di Foligno del Messivi-Cecchini.
Vi si legge:
“Edicola con numerosi affreschi del Mezzastris molto deperiti: in mezzo Madonna col Bambino, a sinistra S. Anna e S. Francesco, a destra S. Gioacchino e S. Onofrio nel sottarco; in alto d Redentore benedicente a mezzo busto; a destra S. Sebastiano, a sinistra S. Rocco; nell’esterno dell’arco: a destra un Santo Francescano, a sinistra S. Nicolò vescovo“.
Nonostante l’assenza di particolari attributi iconografici, l’origine benedettina della chiesa di S. Niccolò, da una parte e, la particolare devozione dei Belfioresi verso S. Antonio da Padova dall’altra permettono di identificare in San Benedetto il santo che affianca S. Anna, e in S. Antonio il santo francescano posto all’esterno dell’arco.
Non v’è dubbio che la Maestà abbia svolto la funzione di barriera spirituale contro la peste, attesa la presenza dei santi fugatori della peste e dei santi patroni della comunità; ma si ignora l’anno di costruzione dell’edicola che indubbiamente va messo in relazione con una di quelle pesti che dal 1480 alla fine del secolo colpirono la città.
Anno probabile del voto è il 1485 quando il morbo colpì Foligno con straordinaria violenza procurando circa mille vittime, come si apprende dagli annali della città.
La Maestà di S. Anna ultimamente era quasi divenuta illeggibile e necessitava di un restauro, reso più urgente dalla crescente devozione dei fedeli verso quell’immagine.
Si fece carico dell’operazione culturale la Cassa di Risparmio di Foligno la quale, in occasione dell’inaugurazione dei lavori di restauro, pubblicò un opuscolo con immagini a colori dell’edicola e di alcuni particolari.
All’edicola di S. Anna che delimita e sacralizza il territorio di Belfiore, fa parallelo riscontro l’edicola della Madonna del Piano in via Altolina che delimita il territorio di Belfiore verso Pale.
Aspetto esterno
La chiesa antistante l’edicola religiosa è stata costruita a protezione della stessa. E’ di forma quadrata e nella facciata presenta accanto al portale due grandi finestre costruite per permettere ai viandanti ed ai pellegrini la vista dell’Immagine sacra contenuta all’interno.
Sopra l’architrave della porta un’immagine in terracotta rappresenta Sant’Anna con accanto la Madonna bambina.
Festa
Essendo la piccola chiesa dedicata S. Anna, gli abitanti di Vescia, Scanzano e Belfiore, il 26 luglio di ogni anno, festa della Santa, vi si recano numerosissimi in pellegrinaggio.
Soltanto in questo giorno infatti, vi si celebrano messe e funzioni religiose, anche se nei 20 giorni che precedono la festa tutte le sere vi si recita S. Rosario.
Fonti documentative
M. Sensi – Belfiore e il suo Spazio Sacro – 1990
S. Capodimonti – Qua e la per il Folignate alla riscoperta di bellezze dimenticate o… quasi – 2010