Edicola della “Maestà Bella” – Foligno (PG)
Cenni Storici
All’altezza dell’attuale concessionaria Mercedes – Benz di Foligno lungo la statale Flaminia, una stradina conduce al paesino collinare di Carpello.
Poco prima di raggiungere il piccolo agglomerato di case, sulla destra in un crocicchio è posta la “Maestà Bella“, così chiamata per l’eleganza e la raffinatezza dell’affresco inglobato all’interno di un’edicola ascrivibile alla seconda meta del 1400.
Il dipinto attribuito al pittore folignate Pierantonio Mesastris, raffigura la Vergine in trono con in braccio il Bambino benedicente e con sopra due angioletti, il tutto attorniato dai santi Giovanni Evangelista e Giovanni Battista.
Nelle pareti laterali dell’edicola invece, sono raffigurati San Pietro e San Paolo, mentre in alto a sinistra scritto a caratteri gotici si può inequivocabilmente ancora leggere il nome dell’autore, “Petrus Antonius Mesastris de Fulgineo pinxit“, nel soffitto l’Emblema del Battista.
All’esterno dell’edicola, su fondo decorato elegantemente con motivo fogliare, fanno bella mostra entro tre circoli che sovrastano l’arco edicolare, un Cristo benedicente con ai lati un Angelo annunziante e la Vergine annunziata.
Sulle pareti frontali esterne, sono raffigurati altri due santi che secondo l’erudito arciprete folignate Bernardino Bartoloni Bocci, già nella prima meta del 1800 risultavano essere in grave stato di deperimento, come del resto l’intero testo pittorico.
Per interessamento e con il contributo della locale Cassa di Risparmio, nel 1982 l’edicola subì un radicale restauro ad opera di due valenti artisti, l’aretino Francesco Biondi e il folignate Sergio Marini che dovettero intervenire di nuovo alcuni anni dopo in quanto un autobus del servizio urbano in manovra, arrecò gravi danni all’edicola.
In quella circostanza la costruzione facendo perno sul lato destro fu sollecitata a torsione, subendo una notevole crepa ed il distacco di numerosi frammenti del dipinto che vennero in gran parte recuperati e diligentemente reinseriti.
Attualmente la stessa, amorevolmente custodita dagli abitanti del luogo e non solo, può essere di nuovo ammirata in tutta la sua bellezza.
Fonti documentative
Alessandro Capodimonti – Qua e La per il Folignate alla riscoperta di bellezze dimenticate o … quasi – 2010