Edicola della “Madonna delle Scuffiole” – Foligno (PG)

Tutti ci passano davanti ma pochi la conoscono.

 

Cenni Storici

Lungo l’antica “Via Nucerina“, attualmente chiamata per quanto riguarda il primo tratto Via Goffredo Mameli, a poche centinaia di metri dal Piazzale di Porta Firenze, sulla sinistra si trova l’edicola della Madonna delle Scuffiole, lungo lo strada che congiunge Foligno con S. Giovanni Profiamma, l’antico Forum Flaminii, tuttora veneratissima dai fedeli folignati.
L’immagine sacra, più volte ridipinta, tra gli ultimi restauri ricordiamo quello eseguito nel 1930 dal pittore folignate Scaramucci e di recente nel 1975 da Raponi, rappresenta una Madonna in trono con Bambino e come vuole la tradizione sembra sia da attribuire al Buffalmacco, pittore fiorentino del XIV secolo seguace di Giotto.
Lo stesso avrebbe eseguito il dipinto durante la sua permanenza ad Assisi insieme al Maestro impegnato ad affrescare la Basilica di S. Francesco.
Da ciò si può dedurre che l’opera pittorica sia ascrivibile ai primi anni del 1300.
Numerosi erano i santi raffigurati nella nicchia che però si sono persi a causa dell’esposizione alle intemperie ed altri agenti atmosferici che hanno fatto scomparire le immagini.
Il soggetto principale è l’elegante immagine della Vergine con il Bambino, realizzata con l’uso di pochissimi colori e pasta su di un trono in legno intarsiato, opera di Alfredo Raponi.
Le uniche immagini originali rimaste sono sulla parte alta dell’arcata, la più riparata da sole e pioggia e si possono ancora distinguere Sant’Antonio da Padova e San Francesco, a destra si intravede ancora un’aureola con una testa e a sinistra solo traccia di un’aureola.
L’Edicola è detta delle Scuffiole “da una speciale devozione delle mamme le quali quando non hanno latte e quando hanno malati i bambini appendono a questa immagine le cuffie dei bambini stessi per implorare a questi le protezione della Madonna”, M. Faloci Pulignani.
Considerato Santuario terapeutico sin dal secolo XV, vi si portavano infatti gli indumenti dei neonati o i neonati stessi al fine di impetrare grazie, specialmente nei casi in cui gli stessi risultavano essere in imminente pericolo di vita.
Ancora oggi il visitatore, spesso può trovare appesi all’inferriata dell’edicola indumenti indossati o da indossare da neonati con problemi di salute in special modo corpetti e cuffie, da qui l’appellativo di “Madonna delle Scuffiole“.
L’edicola si trova in buono stato di conservazione anche in virtù dell’assidua frequentazione da parte dei moltissimi devoti della zona.
L’edicola è ancor oggi meta di pellegrinaggi collettivi, vi si celebre la festa l’ultima domenica di maggio e durante tutto il mese mariano vi si raduna un gruppo di fedeli per la recita del rosario, inoltre è meta di pellegrinaggi individuali.
Durante la mia visita ho visto apposti dinanzi all’immagine della Vergine piccole vesti, maglie da neonato e due cuffie, ex voto tutti in ottimo stato e donati di recente.
La custodia dell’immagine è affidata a quattro santesi, residenti nel quartiere, i quali organizzano pure la festa cui in questi ultimi anni la partecipazione è stata notevolissima.
 

Santuari terapeutici simili

Oltre a questo descritto nella Diocesi di Foligno almeno quattro sono i santuari terapeutici cui ancora oggi si ricorre per la salute dei neonati e delle puerpere.
Ne diamo un elenco con brevi cenni:
1 – Nei pressi di Maceratola, una grossa frazione nella campagna di Foligno, ancora attiva è un’edicola detta Madonna del latte, raffigurante appunto una Madonna che dà il latte al bambino, tra due santi, attribuita al pittore folignate Pierantonio Mesastris.
All’immagine ricorrono, come scriveva nel secolo scorso il Faloci, “Le donne che non hanno latte bastante per i loro bambini… ove per ricordo degli ottenuti favori appendono le piccole cuffie dei bambini stessi“.
2 – A Collepino di Spello,presso l’Abbazia di San Silvestro, sgorga una sorgente cui sono attribuite facoltà terapeutiche.
Scrive G. Buccilli “quello che rende (l’abbazia) ancor oggi più importante è la devozione che riscuote specialmente dalle donne lattanti che senza interruzione si traggono de ogni parte per ottenere, a intercessione del santo (S. Silvestro) continue grazie, bevendo l’acqua denominata di san Silvestro“.
Nella cripta della chiesa erano fino a pochi anni fa conservate cuffie, scarpette di lana e piccoli vestitini ex voto.
Narra una leggenda quell’acqua, bevuta con dispregio da parte di un uomo, gli avrebbe provocato un seno simile a quello delle puerpere.
3 – Ad Annifo di Foligno, sui contrafforti dell’Appennino umbro-marchigiano, sorge le cappella di S. Pietro di giuspatronato laicale.
Per le festa del titolare (29 giugno) la collettività paesana di Annifo vi è solita accedere ed il santo è particolarmente invocato delle puerpere per un felice allattamento dei loro neonati.
In quell’occasione i panni dei bambini vengono messi a contatto (mediante una canna, data l’altezza) con l’effige del santo, una tela del secolo XVIII, posta dietro l’altare maggioro ed operatore rituale è il parroco.
Per l’occasione c’è anche la consuetudine di portare olio per la lampada che arde a fianco del simulacro, alcuni fedeli, attingono poi da quella lampada per propria devozione.
4 – Pare anche che nella parrocchia di Petrignano di Assisi un’edicola intitolata Madonna dei Cenciarelli è il corrispettivo folignate detta Madonna delle Scuffiole.
 

Fonti documentative

Alessandro Capodimonti – Qua e La per il Folignate alla riscoperta di bellezze dimenticate o … quasi – 2010
Mario Sensi – Vita di Pietà e Vita Civile di un Altopiano tra Umbria e Marche (sec. XI-XVI) – 1984
 

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