Edicola della Madonna della spiga – Mercatello di Montefalco (PG)
Cenni Storici
Cenni storici
La graziosa edicola, profondamente incorporata nel muro di un’abitazione privata, ribassata di oltre un metro dal piano di calpestio, si trova sul confine tra Castel Ritaldi e Montefalco, all’incrocio della Strada Provinciale Tuderte con la strada della Fratta.
All’inizio la cappella fu costruita isolata, nel mezzo del crocicchio, come si può arguire dalla porzione di tetto ribassato e dal corpo difforme della costruzione che l’ha poi incorporata.
Risale, presumibilmente, al XVI secolo, l’immagine ivi contenuta raffigura la Madonna che abbraccia il Bambino appoggiato sopra il ginocchio destro e regge con la sinistra un mazzo di spighe.
L’affresco è in cattivo stato di conservazione, la figura del fondo è attraversata da crepe dell’intonaco e presenta disfacimento del colore, mentre sono ormai irrecuperabili gli affreschi delle pareti e dell’imbotte a causa di ampie lacune dell’intonaco.
L’immagine è stata rimaneggiata e parzialmente ridipinta in occasione del Giubileo del 1933, probabilmente ad opera di Vincenzo Giuliani di Trevi (1904-1980), autore di lavori simili nel territorio di Trevi e Montefalco.
Altre cose da vedere
Sulla strada per Fratta si incontra un bel casale in laterizio con torre colombara, un altro casale con torre colombara si trova all’interno dell’abitato.
Vicino si trova il piccolo gruppo di case denominato Borghetto con bei casali e, a poche centinaia di metri, in località “il Piano” vegeta il pioppo più maestoso dell’Umbria, un Populus alba di 4,70 metri di circonferenza.
Lungo la strada provinciale, a destra in direzione di Castel Ritaldi, spicca un grande fabbricato ad uso agricolo, in cui sono visibili, ancorché parzialmente abrase, scritte di propaganda del periodo fascista: AMA LA TUA (PATRIA)/ COME AMI TUA (MADRE)…; poco più avanti, sulla sinistra, si trova una modesta chiesina in pietra edificata il secolo scorso.
Lungo la strada per Fratta inoltre in località “case curti” (o via curti) è presente una delle più belle ed integre piantate di vite maritata sostenuta da piante di acero; il vitigno è il bianchello della valle e di per sé questo tipo di coltivazione può essere considerato un vero e proprio esempio di archeologia agricola, un modo di coltivare la vite, introdotto dai romani, che in passato era la norma per le nostre campagne, ma che ora è diventata una rarità, soprattutto se si tiene conto che è ancora in produzione.
Fonti documentative
Le pergamene dell’Archivio, del Capitolo delta Chiesa Cattedrale di S. Mafia di Spoleto dalle origini alla fine del pontificato di Innocenzo III Centro Ricerche e Studi Spoleto 1984
NESSI SILVESTRO, Montefalco e il suo territorio, Spoleto, 1980
NESSI-CECCARONI, Da Spoleto a Montefalco, Itinerari Spoletini 2, Spoleto, 1974
https://www.montagneaperte.it/itinerarinellastoria/montefalco/
http://www.protrevi.com/protrevi/Piaggia1.asp
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
Le foto e le informazioni sulla piantata di Vite maritata sono di Angelo Velatta.
Da vedere nella zona
Chiesa di San Cassiano
Chiesa di San Donato di Buiano