Duomo Vecchio – San Severino Marche (MC)
Le foto, sono antecedenti al sisma del 2016, per la fruizione chiedere al Comune.
Cenni Storici
Secondo la tradizione la chiesa sorge sul luogo ove furono trasportate le reliquie di Severino, santo vescovo della città di Septempeda. La prima testimonianza che documenta resistenza di una chiesa a lui dedicata risale al 944. Elevata a cattedrale da papa Sisto V nel 1586, ha conosciuto nel tempo modifiche e ampliamenti.
Torre Campanaria e Facciata (XIV sec.)
La facciata alta 17 metri e larga 15 presenta la tipica forma cuspidale dello stile gotico. Costruita con pietre rettangolari bianche e rosse alternate, disposte a zone orizzontali fino al l’altezza di 8 metri, termina con un coronamento di archetti a centina trilobati in laterizio.
Il portale d’ingresso strombato, in conci di pietra cornea finemente squadrati, è a tutto sesto, decorato agli stipiti da colonnine a spira di marmo bianco e rosa. Lungo Passe centrale della facciata sono allineati l’Edicola, anch’essa in pietra cornea con tre archetti trilobati su colonnine dai capitelli d’ordine corinzio e, più in alto, un Rosone ornato di dentelli in cotto. La Torre alta 28 metri è caratterizzata alla sommità da una cella campanaria sulla quale si aprono quattro bifore decorate esternamente di dentellatura con colonnine circolari ed archetti trilobati. Sotto ai finestroni, corona la torre un fregio di archetti a centina identico a quello della facciata.
Interno
L’8 giugno 2010 la chiesa è stata riaperta al culto dopo lavori di restauro durati venti anni che hanno riportato alta luce tratti di fondamenta del primitivo edificio databili al X secolo. Per lasciare una traccia visibile della preziosa scoperta sotterranea, l’intervento di restauro ha previsto una soluzione poco invasiva per l’armonia architettonica dell’ambiente interno: sulla nuova pavimentazione è stato praticato il disegno delle rinvenute linee murarie, attraverso il quale è possibile rileggere il tracciato planimetrico dell’edificio scomparso; sono state lasciate a vista alcune porzioni del primo impianto in corrispondenza di due cappelle, speculari l’una all’altra, non più dotate dell’altare originario. La chiesa, a navata unica, è delimitata ai due fianchi da cinque arcate per lato intervallate da doppie lesene con capitelli corìnzi. Il soffitto a cassettoni, realizzazione del 1905, presenta decori floreali e al centro una partitura polilobata con lo stemma della città. Si impone all’attenzione sulla parete di fondo il prezioso Coro ligneo in tarsia ed intaglio, capolavoro dell’artista settempedano Domenico Indivini, autore del coro della basilica superiore di Assisi; iniziato dall’artista nel 1483 fu portato a termine nel 1513 dai suoi allievi Pierantonio e Francesco Acciaccaferri. Il coro è sovrastato dalla grande PALA dell’ALTARE MAGGIORE, dipinta nel 1741 dall’artista romano Giuseppe Pesci, che rappresenta la Beata Vergine Maria a cui è dedicata la chiesa. La grande tela è sostenuta da un ornato plastico in stucco realizzato da Paolo Campana: in alto domina la figura del Creatore contornata da teste di putti, ai lati due ti gu re statuarie di angeli. Dietro l’altare maggiore vi è l’ARCA IN PIETRA dove nel 1741 furono depositate le sacre ossa di San Severino vescovo fino alla loro traslazione definitiva nel 1945 nella cappella a lui dedicata. Dal presbiterio è possibile ammirare sul fronte interno dell’ingresso il prezioso ORGANO di Giuseppe Catarinozzi (1671), perfettamente funzionante, con la coeva CANTORIA intagliata e dorata dal francese Denis Plouvier. Ai lati dell’entrata sono collocate due cappelle; quella di sinistra ospitava un ciclo di affreschi dei fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni (XV sec.) ora conservato nella Pinacoteca civica, raffigurante le storie di san Giovanni Evangelista. La CAPPELLA DI DESTRA ha forma di un tempietto a pianta ottagonale; sull’altare barocco in legno intagliato e dorato vi è una tela di Cipriano Divini (XVII sec.) raffigurante san Severino vescovo e san Vittorino eremita, alle pareti lapidi commemorative di illustri settempedani: Angelo Massarelii (XVI sec. o segretario al Concilio di Trento), Bartolomeo Eustachio (XVI sec. o umanista c anatomista) e Eustachio Divini (XVII sec. – matematico e ottico). Proseguendo, sull’arcata di sinistra si trova la porta che conduce al chiostro. Dal lato opposto si apre la monumentale CAPPELLA VOTIVA DI S. SEVERINO, fatta erigere nel 14° centenario della morte del santo Vescovo avvenuta nel 545. Gli episodi della vita del santo e gli stemmi di Papi e Vescovi interessati alla storia del Duomo e al culto di San Severino sono opera del pittore Giuseppe Fammilumc di Pollenza. Sulla parete di fondo, bel mosaico eseguito dalla scuola vaticana.