Cripta di San Biagio – Coppe di Stroncone (TR)
Cenni Storici
È quel che resta dell’antica chiesa parrocchiale, demolita nel corso degli anni ’30 del secolo scorso, un piccolo ambiente oggi rimasto interrata sotto la piazzetta e chiamata dai locali “la Cripta”.
La parte posteriore della costruzione coincide con i possenti muri a scarpa, parte della cinta muraria che cinge l’abitato.
Sulla lunetta collocata sopra l’architravedella porta di accesso sono osservabili resti di un dipinto su muro, oggi quasi completamente perduto, forse un’immagine della Madonna.
Interno
L’interno è costituito oggi da una piccola stanza voltata a botte, di circa 8 m di lunghezza per 4,5 metri di larghezza, alta 3,7 m circa.
Sulla parete sinistra si aprono due finestre, le cui caratteristiche potrebbero far pensare che l’ambiente sia stato adibito ad usi di difesa.
Nella parete di fondo, a sinistra, Madonna col Bambino, al centro si ammira un bellissimo affresco raffigurante la Madonna in trono col Bambino e ai lati San Giovanni Battista e San Biagio, patrono del luogo, riconoscibile dal pettine di ferro che tiene in mano, simbolo del suo martirio.
In alto, sulla volta, si osservano i resti di una testa circondata da una aureola, quel che resta della figura del Redentore descritta dal parroco di Collescipoli, Gelindo Ceroni, che nel 1930 vi lesse la scritta EGO SUM LUX MUNDI, oggi perduta.
In basso appare la scritta: “A.D. A.D.M.C.C.C.C.L.X.X.X.X.V.I.I.I, FECIT FIERI[JOANE] BATTISTA ET FRATER PIETRI, ANGELO DE VIGNIANELLO PINXIT“.
Angelo di Menicuccio da Vignanello fu pittore e intarsiatore in Orvieto ove è ricordato in vari documenti del 1489-1490 per piccoli lavori eseguiti da solo o con Andrea Lombardo, Antonio da Viterbo, Antonio da Forlì.
Intarsiò una cassa mortuaria e il coperchio del fonte battesimale del Duomo di Orvieto.
Sugli sguanci della nicchia sono due candelabre che presentano elementi interessanti quali un calice, su cui insiste la testa di un cherubino, due uccelli affrontati si trovano ai lati, entrambe le candelabre terminano in alto con altre due teste di cherubini.
A destra è affrescata un’altra Madonna col Bambino e un altro San Biagio con la scritta IL X.[?]APLIS .I.4.9.[7?]., la mano è la stessa dell’affresco posto a sinistra, forse attribuibili al pittore umbro Pancrazio Jacovetti o alla sua bottega.
Dietro la parete di fondo, visibile da due piccoli pertugi, si trova un ossario.
Fonti documentative
http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&uact=8&ved=0ahUKEwiejIfQwYPRAhXIrRoKHbnnCdUQFgggMAA&url=http%3A%2F%2Fwww.bibliotecaviterbo.it%2Fbiblioteca-e-societa%2F2004_1-2%2FEsposito.pdf&usg=AFQjCNGmStZFDC1-B7gSBuZT_2sApZNQBg&bvm=bv.142059868,d.d2s
http://www.turismostroncone.it/
Ringraziamenti
Si ringrazia la Diocesi di Terni – Narni – Amelia per la collaborazione e per l’autorizzazione alla pubblicazione delle immagini.
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.