Convento e Torre la Macinara – Coltavolino di Ponte Pattoli (PG)
Cenni Storici
Non si hanno notizie storiche specifiche della torre, ma di certo è strettamente legata alle vicende del castello di Coltavolino di cui era un’appendice, ma più interessante della torre è il vicino complesso monasteriale che è accanto.
Il fabbricato risalente al XIII-XIV secolo era un monastero benedettino protetto dai signori di Coltavolino e dipendente dalla ben più famosa Abbazia di Santa Maria in Valdiponte ovvero di Montelabate presente sin dal XI secolo.
La denominazione è dovuta alla presenza nell’attiguo fosso di un antico mulino per cereali ora definitivamente scomparso.
L’Abbazia nel 1111 aveva possedimenti vastissimi.
Le chiese parrocchiali, da lei dipendenti, erano 30, ciascuna retta da un Monaco eletto dall’Abbate, senza alcuna dipendenza dai Vescovi, che tuttavia spesso si ingerivano negli affari temporali dei Monaci, che per difendersi ricorrevano alla Santa Sede, da cui direttamente dipendevano.
Di fatto questo monastero, come tutte le chiese della zona, rispondeva all’Abbazia filiale di Montelabate cioè quella di san Paolo in Val di Ponte meglio conosciuta come Abbazia Celestina per il colore degli abiti dei suoi monaci.
Fin dal 1110, tutta la Comunità cristiana di Ponte Pattoli, e questo monastero, era li dipendente, come attestato da un Catasto, che si conserva nell’archivio di san Pietro di Perugia; questa dipendenza prosegue fino al secolo XV.
Nel 1571 si assiste ad un cambiamento, infatti ritroviamo la Comunità religiosa sotto la piena giurisdizione del Vescovo di Perugia, infatti n quell’anno è Parroco di santa Maria Assunta don Quinto Valenti, cittadino di Perugia e Canonico della Cattedrale.
Il monastero compare nei Catasti dei beni terrieri nell’anno 1361 e nell’aggiornamento del 1500.
Il nostro piccolo monastero aveva pochi monaci che si dedicavano all’istruzione dei contadini ed i monaci si prestavano a sviluppare il lavoro di ogni genere, letterario, agricolo ed artigianale così come imponeva la Regola Benedettina inoltre promuovevano le attività assistenziali e caritative.
Il luogo isolato si prestava molto bene alla meditazione e alla preghiera, qui si rifugiavano i monaci che ricercavano la pace interiore.
La struttura è diventata ora struttura privata e abitata da una famiglia di Sardi che allevano bestiame e coltivano i terreni circostanti, anche la torre completamente ristrutturata è di loro proprietà, ma al momento è disabitata.
Aspetto
Alla torre è accorpato un fabbricato con finestre in cotto ad arco nella fascia bassa e squadrate nella parte alta, i fondi sono da ristrutturare.
Il blocco monasteriale è compatto e appare quasi fortificato con muri di rinforzo a scarpa nella parte esposta a valle.
All’interno persiste un minuscolo chiostro con colonnato e resti di un arco acuto trecentesco murato.
Non resta traccia di un qualsivoglia luogo di culto all’interno della struttura per le trasformazioni e gli adattamenti edili a cui nel tempo è stato sottoposto.
Mappa
Link coordinate Torre: 43.227273 12.437617
Link coordinate Convento: 43.226507 12.437013