Convento di San Francesco – Massa Fermana (FM)
Cenni Storici
Questo Convento primariamente dedicato alla Santissima Annunziata, ed ora a S. Francesco di Assisi sorge in sul declivio di amenissimo colle, che denominavasi Monte Stalio, la cui planizie è coronata da vasta ed antica selva.
Al presente è abitato dà PP. Minori della Riforma, ai quali fu conceduto l’anno 1385 essendo Ministro Generale di tutto l’Ordine Serafico il P. Martino da San Giorgio di Riparoli.
Alla deliziosa e ridente postura del luogo si unisce la salubrità dell’aria, ed un certo che di solitario e selvaggio, che lungi dallo spiacerti ti aggrada, ti attrae, e ti desta a sublimi pensieri. Forse per questo nell’anno di grazia 1215, o poco di poi, fu dal Serafico Patriarca in suo vivente, e dai suoi discepoli e compagni Beati fra Masseo, e fra Ruffino tal sito prescelto per edificarvi questo sacro ritiro.
Sopperirono alla spesa con bella gara e religiosa pietà dagli uomini di Massa divoti e riverenti alla eccelsa santità del fondatore.
La fabbrica ancor al presente, con tutto che in diversi tempi resa più comoda ed ampla, dimostra la primitiva povertà di quel venerato Ordine monastico. E’ comune credenza, delle croniche validata, che quivi abbiano avuto stanza i Santi Bonaventura, Bernardino da Siena, Giovanni da Capistrano (Capestrano), Giacomo della Marca, ed il Beato Giovanni da Fermo, e molti altri uomini insigni e chiari per santità e dottrina, parecchi dè quali, come originarii da Massa, nominerò a cagione di onore nell’elenco di quelli meritevoli di speciale ricordanza.
Quivi altresì furon celebrati i Capitoli provinciali negli anni 1339, 1550, e 1512, e varie congregazioni negli anni 1529, 1536, 1576, e 1782.
Fu poi un tempo che questo Cenobio servì per noviziato, e veramente ne sembra atto, e proprio a ciò. Orti fecondi, e per la più parte muniti di mura circondano quel chiostro, appresso cui sta un tempio non grande, ma divoto e decente.
Fu questo largamente decorato di grazie, di privilegi, e d’indulgenze da varii Sommi Pontefici, e precipuamente dal quarto Alessandro, ed Innocenzo, dal III, e IV Niccolò, e da Gregorio IX, e XIII; e fu arricchito da varii Prelati di molte preziose sacre Reliquie.
In detta Chiesa, in appartata cappella, si venera scolpita in legno una miracolosa imagine di Nostra Donna, che narrasi ivi collocata mediante un prodigio, avvenuto, come si crede, intorno all’anno 1490. Una divota Imagine della Vergine Addolorata, posta in altra cappella, pur vi si venera, a maggior culto della quale si eresse canonicamente, or sono pochi anni, una confraternita del nome sacrosanto di Lei intitolata.
D’accanto alla chiesa sorge una torre da campane, nella maggiore delle quali, del peso di 3000 libbre all’incirca, si leggono varii motti, che credo opportuno quì riportare – mentem sanctam spontaneam honorem Deo, et patriae liberationem anno 1643 – Campanam instituit fieri Polidorus, et populus Massae post renovavit opus – Armandus Minettus Lorenensis fecit - e sopra l’imagine del Crocifisso – Ecce Crucem Domini fugite partes adversae – La campana mezzana poi fu rifusa nel 1735 con l’elemosine del Provinciale, che fu il P. Teodoro da Grottazzolina per dottrina ed esemplarità di vita prestantissimo.
Oltre a ciò di varii pregevolissimi dipinti è ricca questa Chiesa, e precipuamente di due antiche tavole veramente ammirabili, delle quali (dovendo accennare alle particolarità di Massa) parlerò nel capitolo seguente, ed in altro eziandio delle Iscrizioni, che scolpite ivi si leggono.
tratto da “Notizie storiche e statistiche di Massa” del Cav. Vincenzo Vitali Brancadoro – Tipografia del Paccasassi 1860.