Convento di S. Lorenzo in Corniano – Montalto delle Marche (AP)

Cenni Storici

La chiesa di “S. Lorenzo in Corniano” degli antichi Signori di Mortula, fu donata, ciascuno per la porzione spettante, all’Eremo di S. Croce di Fonte Avellana sita nel territorio eugubino al Priore Savino tramite dompno Paulo . Ciò lo si rileva da un documento, non datato e in apparenza incompleto, costituito da un foglio cartaceo che indica sul verso Inventarium omnium iurium de Porcula, dove si legge al quinto punto: ‘Item scriptum donationis facte ecclesiae Sancte Crucis fontis Avellane ven.li ecclesie Sancti Laurentii de territorio Mortule’ atto in cui è chiaramente identificata la Chiesa di S. Lorenzo, di un Alexander notarius, certamente una ‘Chartula donationis pro anima’, rogato sotto il pontificato di Papa Lucio II e quindi ta il 12.3.1144 e il 15.2.1145. Nel registro delle decime dell’anno 1299, esattamente il 22 dicembre 1299, appare nuovamente il nome di ‘S. Laurentii de Lamorta’. La chiesa fu presumibilmente realizzata prima del 1100. Nel Privilegio di Gregorio VIII, del 3 novembre 1187, appare per la prima volta una ‘ecclesia S.ti Laurentii de Corniale … in Comitatu Esculano’, come possesso confermato all’Eremo di S. Croce di Fonte Avellana. Nel Privilegio di Celestino III, del 24 aprile 1196, appare ‘Ecclesias Sancti Laurentii de Cornale. Nel Privilegio di Innocenzo III, del 24 settembre 1202, appare ‘Ecclesias Sancti Laurenti de Cornial(e) Al tempo della Signoria in Fermo di Francesco Sforza, si fece la revisione dei confini tra Montalto e Montevarmine; con sentenza transattiva del 1436 del Vice-Commissario per la Marca di Ancona, Sig. Alessandro Sforza, la chiesa di S. Lorenzo tornò a far parte del territorio di Montalto. I primi documenti relativi a questa chiesa la enunciano come appartenente al Comitato di Ascoli, che marcava i suoi confini col Comitato di Fermo proprio in quella zona. Nel Privilegio di Onorio III, del 7 aprile 1218, forse per un’errata trascrizione, è detta ‘S.ti Laurentii de Corinaldo’. Il 1 agosto 1571, per la Bolla di S. Pio V ‘Illius fulciti praesidio’ Montalto passò a far parte della diocesi di Ripatransone, comprendendovi anche la chiesa di S. Lorenzo, fino al 15 novembre 1586, data della Bolla del pontefice Sisto V ‘Super universas’ con la quale eresse la diocesi di Montalto. Infine, volendo il suddetto pontefice, originario di Montalto, erigere e dotare il Capitolo della Cattedrale montaltese, assegnò ad esso tutto il beneficio della chiesa di S. Lorenzo. La chiesa fu rifatta nel 1653, come attesta una epigrafe posta all’interno sopra la porta d’ingresso. Nell’elenco degli eremi, monasteri, chiese, cappelle, castelli e fattorie, dipendenti da S. Croce di Fonte Avellana, si legge ‘In eadem diocesi (esculana) ecclesia Sancti Laurentii cum uno monacho, cum cappellano et clericis et laicis’. La presenza di siffatto personale era finalizzata prevalentemente alla coltivazione dell’azienda agraria, guidata da un monaco eremita con funzione di ‘priore’ con assistenza spirituale dei lavoratori, laici conversi e famiglie coltivatrici, garantita dalla presenza di un cappellano. L’etimologia di ‘corniano’ e varianti ci riconduce ad un originario fitonimo ‘cornum’, abbastanza comune, che è il corniolo, piccolo albero dal legno durissimo e dal frutto commestibile. In un documento, rogato da un certo ser Simone, costituito da poco più di 12 righe, doveva originariamente essere articolato in una longam scripturam contenente, tra l’altro, l’elenco delle chiese ricadenti sotto l’influenza di Fonte Avellana che il vescovo Teodino e Berardo, Priore dell’Eremo di S. Croce di Fonte Avellana, riconoscono essere le chiese di (…) S. Lorenzo de Morta, (…). Il 35° vescovo di Ascoli, ‘cadde la sua elezione nella primavera del 1259… Vien’egli nelle Carte antiche chiamato anche Teodorino e talora Teodoro’. Ulteriori riferimenti nei verbali della raccolta delle decime degli anni 1290 – 1292 contemplate nel capitolo ‘Ascoli Piceno’, dove si attesta che vengono versate all’Arcidiacono Abbamante e a Don Paolo, Priore della Chiesa di S. Giuliano di Ascoli, preposti alla raccolta le somme dalla Chiesa di ‘S. Lorenzo’ chiamato ‘S. Laurentii de la Morta’ o ‘S. Laurentii de Lamorta’ o ‘S. Laurentii de Morta’. Sulla chiesa di S. Lorenzo de Morta o Mortula esercitavano il diritto di patronato e di ‘Paterentia’ i signori feudali di Rocca Montevarmine. Di tale diritto si parla nell’istrumento del 1392 con il quale il nobil uomo Cola Poloni di massa, abitante in Offida, vende tutti i suoi beni di Montevarmine per la somma di 200 ducati d’oro, ivi compresi la giurisdizione del ‘mero e misto impero’, ed il giuspatronato delle chiese di S. Angelo in Piano e di S. Lorenzo in Crogicto (Crocestrada), che dava facoltà all’acquirente Matteo Mattei di Fermo, di nominare i rettori delle chiese comprese nel territorio.
 

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