Convento di San Francesco – Lugnano in Teverina (TR)

Si narra che qui San Francesco abbia miracolosamente salvato un bambino rapito da un lupo ordinando ad un branco di anatre selvatiche di liberare il fanciullo dalle sue fauci

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Cenni storici

La Chiesa di San Francesco di Lugnano in Teverina, insieme al Convento, è stata edificata per la volontà della gente di Lugnano nel luogo in cui il Santo, aveva miracolosamente salvato un bambino rapito da un lupo.
Dai documenti custoditi nell’archivio non è certa la data di fondazione, ma le cronache francescane la fanno risalire al 1229, dopo il passaggio di san Francesco e risulta essere uno dei primi della regione essendo la chiesa stata eretta appena tre anni dopo la morte del Santo.
Questa datazione però è stata messa in discussione nel verbale della sacra visita canonica del 1723, conservato in archivio, si ritiene dubbia la data di fondazione del Convento, che le cronache francescane facevano risalire al 1229, a seguito del passaggio di San Francesco di Lugnano in Teverina.
Al tempo in cui fu redatto il verbale, il Convento si componeva di quattro dormitori, compresa l’infermeria, e poteva ospitare un totale di 25 frati; era dotato di biblioteca.
La storia narra che Francesco nel predicare agli abitanti del luogo (1212), intenerito dalle grida strazianti del bimbo e della madre disperata, ordinò ad un branco di anatre selvatiche di liberare il fanciullo dalle fauci del lupo.
Si narra infatti che un giorno San Francesco stava predicando alla folla, quando, improvvisamente, comparve un lupo che portò via un bambino.
In quello stesso momento passavano nel cielo delle anitre selvatiche, il Santo ne chiamò una e le comandò di assalire il lupo; subito l’anitra obbedì, riuscì a liberare il bambino e, sano e salvo, lo riportò tra le braccia di San Francesco.
La gente accorsa vide quanto accaduto e gridò al miracolo; da quel momento i Lugnanesi indicarono san Francesco come protettore della Terra di Lugnano.
Lavori di ampliamento e restauro del convento e della chiesa vengono eseguito intorno al 1450.
Il Convento attraversa nel ‘600 un fiorente periodo; qui muore, il 22 Giugno 1540, il beato Gonella da Norcia.
Nel 1608 viene costruito l’elegante chiostro ornato con una serie di eleganti colonne in travertino e da affreschi raffiguranti la vita di San Francesco e in particolare alcuni dipinti raffiguranti il combattimento tra il lupo e l’anatra mandata da Francesco a salvare il bambino.
Il 15 giungo 1810 i frati furono espulsi dal Convento, a seguito della soppressione francese; vi rientrarono il 17 luglio 1817.
Nel 1896 furono nuovamente espulsi ed il Convento fu trasformato in ospedale.
Dopo l’Unità d’Italia il convento venne confiscato dallo stato ed i frati lasciarono lo stesso nel 1866.
Il complesso venne acquistato dalla contessa Violante Vannicelli; ceduto provvisoriamente ai Figli di Maria che vi aprirono un collegio di novizi che funzionò tra il 1898 ed il 1928.
Il complesso venne reclamato dai frati nel 1929 e La Provincia Serafica di San Francesco di Assisi, che nel frattempo lo aveva riscattato, tornò a dimorarvi e lo riaprì nel 1930, con due religiosi.
Un’ala venne adattata a casa di riposo che funzionò tra il 1948 ed il 1957.
Dopo alterne vicende venne chiuso definitivamente nel 1964.
Nel 1988, grazie all’Associazione San Francesco, viene rifatto il tetto della chiesa, in seguito è stato rimosso il pavimento in graniglia del 1950 ed è tornato a splendere l’antico pavimento in cotto.
Nell’anno 2004 è stato realizzato, in memoria di Mario Tessicini, primo Presidente dell’Associazione San Francesco, un bell’altare liturgico ed è stata restaurata la porta della chiesa in legno di noce.
E’ rimasto in uso fino al primo quarto del XX secolo e oggi è di proprietà privata.
Negli anni ’60 il convento venne venduto ai privati e la chiesa passò alla Diocesi di Terni-Narni-Amelia.
La Chiesa e il Convento di Lugnano in Teverina sorgono immersi nel verde della selva alle pendici del piccolo borgo sulla valle del Tevere, il complesso ha una struttura architettonica di sicuro impatto visivo risalente ai primi anni del ‘200: ha cinta murarla, chiesa, monastero e suggestivo chiostro.
 


 
 

Il Chiostro

Il chiostro perfettamente conservato fu costruito nel 1608 come riporta la data scolpita sull’architrave del pozzo che campeggia nella parte centrale dello stesso.
Le lunette laterali delle pareti sono tutte affrescate con scene della vita di San Francesco, sono tutte ben conservate tranne le prime due che hanno i colori quasi completamente sbiaditi.
Nel chiostro campeggia anche una meridiana realizzata nel 1720 sopra il colonnato nella parete est.
 


 
 

La Chiesa

La chiesa di San Francesco è annessa al complesso edilizio che un tempo ospitava un convento francescano e che da alcuni anni è divenuto di proprietà privata e convertito in abitazioni.
La chiesa è stata invece ceduta alla parrocchia, si tratta di un edificio la cui fondazione risale al XIII secolo ma il cui aspetto attuale è dovuto alle modifiche e trasformazioni operate nel XVII secolo.
 

Aspetto esterno

La facciata della chiesa è intonacata con una semplice forma a capanna; la stessa è preceduta da un portico ad arcate con pilastri in mattoni.
Il portale è arcuato con una ricca cornice in pietra modanata con due rose a cinque petali, nell’architrave compare la scritta: DIVO FRA DIC, nella parte superiore c’è un timpano aperto con una grossa sfera in pietra e sopra le due braccia incrociate sotto una croce simbolo dell’ordine francescano.
In alto si apre una finestra quadrata con ricca cornice di stucchi per l’illuminazione dell’interno.
Il campanile a torre, con cella campanaria con apertura ad arco ed ornata da lesene in mattoni; in sommità è presente una semicupola in mattoni di copertura.
 

Interno

La chiesa presenta una pianta a navata unica, con cappelle poco profonde lungo le pareti laterali, il presbiterio è piatto e dietro si apre l’antico coro dei frati; le pareti laterali conservano quattro altari per ogni lato.
La navata è coperta da una volta a botte in muratura; al di sopra è una struttura in travature lignee e pianelle, il manto di copertura è in coppi,
La pavimentazione è realizzata in mattoni antichi posti a spina di pesce.
Entrando nella parete destra il primo altare è dedicato a San Francesco con l’affresco di scuola giottesca raffigurante il miracolo dell’oca che salva il bambino dal lupo; sulla cimasa in altro tela di ignoto pittore del XVII sec. con San Pasquale Baylon.
Il Paliotto d’altare del XVII sec. con la rappresentazione delle Stimmate di San Francesco.
Tale affresco è stato recentemente restaurato.
Nell’opera di recupero fatta intorno al 600, con il cambiare dei gusti dell’epoca, l’affresco era stato ritinteggiato con tempera di caseina, alterando i colori di alcuni componenti nonché inserendo un paesaggio sullo sfondo della pittura.
Dopo vari test nel portare via tutta la parte ritinteggiata, è venuto alla luce un affresco integro realizzato nel ‘300 con la tecnica del “buon fresco” raffigurante una scena semplificata con canoni e particolari grotteschi.
Il secondo altare dedicato alla Madonna delle Grazie detto anche del Pomo con una pala contenente la Madonna con il Bambino e i Santi Sebastiano, Rocco e Diego d’Alcalà; la tela fu commissionata da Rocco d’Aquilino ed è datata 1601 ma l’autore è ignoto.
Il Paliotto raffigura San Rocco e i ricami sono del XVII sec.
Il terzo altare è dedicato alla Concezione; la figura dell’Immacolata è della scuola del Maratta sec. XVII; il Paliotto raffigura il Pio Pellicano i ricami sono del XVIII sec. su raso.
Il quarto altare presenta una tela dedicata alla Natività dipinta da Grazia Cucco nel 2008 ed è un’opera di sapore fortemente caravaggesco.
La pala presenta la natività di Gesù; al centro del dipinto è Gesù Bambino adagiato su di un panno bianco intriso di luce che con il suo intenso chiarore illumina tutti i personaggi che lo circondano a cominciare da Maria sua madre che con la mano destra sfiora delicatamente bambino.
Alle spalle della Madonna sono San Francesco d’Assisi che estatico per la dolcezza dell’avvenimento che sta contemplando, ha lo sguardo estasiato verso il cielo.
Accanto a Maria è Santa Chiara d’Assisi, raggiante di luce, i volti di Maria e quello di Chiara si assomigliano e questo é stato fatto volutamente poiché i medioevali cantavano “tu Chiara, renovast i la Vergine Maria“; attorno a Maria e ai santi Francesco e Chiara sono rappresentati quattro pastori dai volti luminosi.
Sulla sinistra in basso è la testa di un bue che sembra voglia riscaldare con il suo fiato il bambino che è completamente nudo.
Nella parte alta della pala emergono da uno sfondo nero che ha una rustica trabeazione due testine di serafini ed altri due angeli nudi che svolazzando sembrano giocare con una striscia bianca ove sono due parole latine “Bonae voluntatis“, sono parte dell’inno angelico con il quale annunciarono ai pastori il lieto annuncio della nascita del Salvatore, “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà“.
Nel presbiterio dietro l’altare maggiore, vi sono un Crocifisso ligneo del ‘400 e, ai lati, due tele di scuola umbra.
Il quarto altare della parete sinistra scendendo verso la porta è dedicato alla Sacra Famiglia con tela omonima con le Sante Anna e Agata opera di un ignoto pittore del XVII sec.; nel paliotto la 14° stazione della Via Crucis con Cristo deposto nel sepolcro, scultura lignea del XX sec.
Il terzo altare è dedicato a Sant’Antonio da Padova con tela omonima di autore ignoto del XVII sec.; la macchina d’altare è del XVIII secolo mentre il paliotto è con marmi intarsiati con Sant’Antonio e il Bambino e più in basso lo stemma del Comune di Lugnano che lo commissionò nel secolo XVII.
Il penultimo altare prima della porta è dedicato a Santa Caterina d’Alessandria ove la pala d’altare rappresenta le mistiche nozze della Santa con Gesù Cristo che le porge l’anello; opera firmata da Calisto Calistri da Bagnaia (VT) 1637.
Nel Paliotto l’Agnello immolato, i ricami sono del XVII secolo.
L’ultimo altare adiacente la controfacciata è dedicato a San Francesco d’Assisi e la tela rappresenta il Santo che libera dalle fauci di un lupo un bambino di tre anni, opera di un ignoto pittore del XVII secolo.
Nella volta l’Eterno tra i Santi Francesco e Chiara, nelle pareti laterali episodi della Passione del Signore opera di un ignoto pittore del XVII secolo.
Nel Paliotto l’Immacolata, scagliola del XVII secolo.
In controfacciata compaiono tre tele con l’Immacolata, San Bonaventura da Bagnoreggio e San Giovanni da Capestrano, opere di un pittore anonimo del XVII secolo.
 

Fonti documentative

L. Santini – Guida di Amelia e dell’Amerino – 1999
San Francesco Patrono d’Italia periodico mensile della Basilica san Francesco d’Assisi 1 gennaio 2014 anno XCV

http://dati.san.beniculturali.it/SAN/produttore_SIUSA_san.cat.sogP.11669

https://chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedaca.jsp?sercd=16634

https://www.umbriatourism.it/it/-/chiesa-e-convento-di-san-francesco-lugnano-in-teverina

 

Mappa

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