Chiesa ( Santuario ) di San Pietro e Paolo – Annifo di Foligno (PG)
Cenni Storici
Annifo è un agglomerato dl quattro villaggi ed è una collettività Isolata, chiusa, senza relazioni con le comunità vicine.
L’isolamento ha ragioni storiche in quanto Annifo fu conquistato dal Comune di Foligno sulla fine del XIII secolo, ha fatto parte della Diocesi di Nocera Umbra fino al 1937 poi è passata sotto Foligno.
L’isolamento ha costretto la popolazione a lottare da sola ed unita in ogni circostanza e per ogni necessità; tuttora risulta combattiva, solidale al suo interno e distaccata anche dalle comunità che le sono più vicine, non solo del punto di vista spaziale, ma anche dal punto di vista delle situazione sociale, economica e culturale.
Espressione dell’isolamento è la presenza, all’interno della comunità di Annifo, del Santuario di S. Pietro e della Madonna del Piano.
I due Santuari, l’uno terapeutico, e l’altro di culto dei defunti, rispondendo alle esigenze di base di ogni comunità montana, hanno contribuito a prolungare l’isolamento della popolazione di Annifo, infatti essa non ha avuto alcuna necessità di ricorrere ed altri Santuari, spesso luogo di incontro tra le vicine o comunque non troppo lontane comunità di montagna.
Il 13 aprile 1174 Papa Alessandro III accordò ad Ottone Atti, abate del monastero di Landolina, anche le decime di Annifo o meglio “Andifo“.
La chiesa di S. Pietro è indubbiamente legata alle vicende del castello di Annifo eretto dai Folignati prima della metà del secolo XIV e l’acquisto del territorio di Annifo da parte del Comune di Foligno è certamente anteriore all’ultima fase del Bellum Perusinum.
Il primo documento che ne attesta la presenza è lo Statuto del Popolo di Foligno del 1350 che parla di una fortificazione da erigere nel Castello di S. Pietro di Annifo, quindi all’interno del Castallo esisteva una chiesa intitolata a S. Pietro.
Anche ecclesiasticamente, a differenza delle altre chiese del territorio di Annifo (S. Elena, S. Nicolò, Misericordia, S. Lorenzo, S. Giovanni di Talogna) appartennero sin dalla fondazione alla diocesi di Nocera Umbra, S. Maria di Villalba appartenne invece per metà alla diocesi di Nocera Umbra e per l’altra a quella di Foligno.
La chiesa di S. Pietro appartenne inizialmente alla diocesi di Foligno, infatti faceva parte della Pieve di Cassignano e godeva sul calare del sec. XIII di un patrimonio di 159 libbre e 12 denari.
Come si rileva dalla Libra del 1295 fol. LXXXXVI i suoi beni erano posti “in centrata de campis dicti Collis“, “in campo abbatis“, “juxta dictam ecclesiam“, “in pede morri“, ed “in cardetis“.
Al tempo della visita apostolica del Camaiani del 23 settembre 1573 però la chiesa di S. Pietro svolgeva un ruolo singolare tanto è che la sua cura era affidata a due rettori: “simplex beneficium seu ecclesiam vel cappellam S. Petri de fossis, apud castrum Annifi in territorio civitatis Fulginei et Nucerine diocesis, que ecclesia sive cappella habet duos rectores et nescitur quo jure” uno nominato dalla Diocesi di Nocera e uno da quella di Foligno.
Nel 1628 la chiesa ero già unita al Seminario di Nocera e vi si celebra. “ex devotione illorum de Annifo” (Visita Fiorenti 1629-1630).
Quattro anni dopo, nella Visita Pastorale del 1632-33, lo stesso visitatore Florenzi, notò che “em>prope altare et in muro adest depicta imago Deipare cum Jesu puero S. Petri et S. Sebastiani” era quindi stata così già coperta la gloria di S. Anna.
Infatti al di sotto dell’altare in un riquadro sul muro si trovava un bell’affresco, fine ‘400, inizi del ‘500, che riproduceva S. Anna con in grembo la Madonna che a sua volta, in grembo il Bambino il quale tiene in mano il mondo.
Alla fine del ‘700 l’affresco fu ricoperto da una pala della stessa forma e delle stesse dimensioni, riproducente una Madonna In Trono con Bambino fra San Pietro, S. Francesco da Paola(?) e S. Sebastiano.
Ancora nella Visita pastorale del 1647 del Montani si afferma che in S. Pietro “nulla adest obligatio celebrandi, sed ex devotione celebratur vicinorum hominum“.
Agli inizi del sec. XVIII, come riportato dalla Visita Borgia del 3 settembre 1718, la chiesa fu assegnata a don Giustiniano Pagliarini, sacerdote folignate, insieme all’onere della sua manutenzione e all’epoca risalgono gli stucchi e la bella pala che, rimossa dal riquadro sopra l’altare dove era stata posta, giace fra la polvere e vari oggetti ormai in disuso in uno stato di avanzato deterioramento.
Don Giustiniano nel 1733 fece decorare la chiesa con stucchi disegnati dal noto pittore Francesco Mancini di Sant’Angelo in Vado (1679-1758) ed eseguiti dallo stuccatore Gioacchino Grampini (1681-1750).
Grampini realizzò sei medaglioni con Santi lungo le pareti laterali e due medaglioni ai lati dell’altare sulla parete di fondo rappresentano lo stemma della famiglia Paglierini che aveva ottenuto lo Juspatronato del Santuario stesso; la pala fu affidata ad un pittore romano raffigurante la Madonna col Bambino, San Pietro, San Sebastiano e Sant’Antonio da Padova.
Sempre dentro medaglioni, sulla parete sinistra troviamo S. Pietro, S. Giovanni e S. Giuseppe, sulla parete destra S. Girolamo, un santo eremita e Forse S. Paolo, ormai irriconoscibile perché lo stucco è quasi completamente distrutto.
Successivamente, Visita del vescovo Borgia del 25 agosto 1720, la chiesa fu concessa in perpetuo ai sacerdoti della famiglia Pagliarini di Foligno originari di Annifo.
Sul calare di quel secolo lo iuspatronato passò quindi alla famiglia Albanesi, e ciò è confermato dalla Visita Massaioli del 15 luglio 1770.
Il Santuario, situato ha diverse abitazioni, è piccolo, misura m. 7×4 circa: é forse un Santuario votivo, certamente terapeutico, ma polivalente, viene visitato dalle puerpere ma anche dai malati e vi si onorano più santi.
Appesa alla parete destra verso l’altare si trova la lampada con l’olio, richiesto dai malati per l’unzione della parte del corpo inferma.
E’ il parroco che, con una canna tocca un oggetto personale del malato sull’Immagine dipinta della Madonna per chiedere la grazia della guarigione.
Lo stano rito in altri Santuari é svolto dall’eremita.
Tra gli oggetti apotropaici, da notare la pietra appesa ad una catena al collo della Madonna e la collana di corallo del Bambino, in tutti e due i casi si tratta di particolari dell’affresco collocato al di sopra dell’altare.
Al Santuario di S. Pietro di Annifo si va in pellegrinaggio una volta all’anno precisamente il 29 giugno in occasione della festa del San Pietro e Paolo.
Fonti documentative
Mario Sensi – Vita di pietà e vita civile di un altopiano tra Umbria e Marche (secc. XI-XVI) – 1984
Scuola Media di Colfiorito – Santuari Terapeutici la ricerca dell’Identità paesana attraverso i Santuari Terapeutici di frontiera nella Montagna Folignate – a cura di Don Mario Sensi 1980. Cassa di Risparmio di Foligno Quaderno Numero 3
D. Placido T. Lugano Oliv. O.S.B. – Delle chiese e Diocesi della città di Foligno nel secolo XIII secondo una sentenza del 1239 e la “Libra” del 1295 – 1907
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