Chiesa Santa Maria delle Grazie – San Pellegrino di Gualdo Tadino (PG)
Cenni Storici
San Pellegrino si divide in due parti: in alto, sul versante della collina, il così detto Castello, più in basso il Borgo che rappresenta la parte moderna del villaggio.
Sin dall’antichità, prima cioè che vi fossero costruite le attuali abitazioni, quest’ultima località si chiamava Campagnole, denominazione che, del resto, mantiene ancora oggi, qui sorge la Chiesa di Santa Maria delle Grazie.
Le prime notizie sono contenute in due testamenti dell’Archivio Notarile di Gualdo, aventi le date 5 Aprile e 3 Giugno 1503.
Nel primo si legge che Angelo Mascelli, del Castello di San Pellegrino, tra l’altro lasciava due fiorini Marchegiani, per la fabbricazione e l’ornamento di una Maestà o Cappella, che doveva sorgere “in quodam tribio Campignoli, videlicet in quadam possessione domine Valerie Bartolomee Paulutij“.
Nel secondo testamento, tal Giovanni Antonio di Pellegrino di Nicolo Farrate, dello stesso Castello, allo stesso modo lasciava dieci fiorini Marchegiani, all’Ospedale e Fraternità di San Pellegrino, da spendersi per la costruzione della erigenda Maestà “in tribio Campignoli”.
La chiesa, dovrebbe pertanto essere costruita a cavallo tra XV e XVI secolo.
Non se ne hanno notizie sino al 13 Aprile 1573, quando, per la prima volta, vi fu praticata una Visita Diocesana dal Vescovo di Nocera.
Dagli Atti di tale Visita, si apprende che la Chiesa apparteneva alla Confraternita di S. Pellegrino, la quale aveva sede nel villaggio omonimo, e negli Atti stessi, si legge anche che, mediante una porta esistente nella parete destra della Chiesa, si accedeva ad alcuni ambienti contigui, anch’essi spettanti alla Confraternita, nei quali i Confratelli tenevano le loro riunioni e conservavano gli arredi, gli oggetti sacri, le vesti processionali, e quant’altro apparteneva al loro Sodalizio.
Questa Confraternita vi faceva dire la Messa, come di regola, una volta ogni settimana, ma vi si celebrava spesso anche “ex devotione“.
Nel 1605, troviamo invece la Chiesa in proprietà della Confraternita del Corpo di Cristo o del Sacramento, anch’essa avente sede nello stesso villaggio.
Ciò, perché la Confraternita di San Pellegrino, era stata poco prima unita a quella del Corpo di Cristo, ed in tal modo, a quest’ultima era pervenuto anche il possesso della Chiesa in esame.
La Confraternita del Corpo di Cristo, oltre la suddetta Messa settimanale, che il Sacerdote vi celebrava di venerdì e con la mercede di uno scudo, aveva la consuetudine di indire nella Chiesa tre Offici di più Messe ciascuno e cioè nel secondo giorno di maggio, nel terzo giorno di Pasqua e nella festa dell’Assunzione.
Oltre a ciò, tal Pascuccio Lispi di San Pellegrino, con testamento del 14 novembre 1656 e codicillo del 27 Febbraio 1659, rogati dal notaio Gualdese Bonifacio Scampa, istituì nella Chiesa di S. Maria delle Grazie una Cappellania, la quale doveva restare sotto il giuspatronato della famiglia Lispi, con obbligo per il Cappellano, di celebrarvi Messa tre volte ogni settimana e di fare scuola ai giovanetti del villaggio.
Alla Chiesa non mancavano mezzi per l’esercizio di culto, infatti nel Seicento, ad esempio, la stessa possedeva un capitale di Quattrocentodue scudi dati a censo e dei quali godeva gli interessi.
Le pareti erano in antico ornate da pregevoli e numerosissimi affreschi votivi, andati col tempo in gran parte perduti e alcuni dei quali, più o meno mutili, furono nel 1919, detersi dalla calce che li ricopriva e rimessi in luce.
Nel 1984 e nel 1997, durante piccole ristrutturazioni in seguito a eventi tellurici, è tornato alla luce un vasto patrimonio.
Restaurata negli anni 1998-2007, attualmente è officiata in alcuni periodi dell’anno.
Aspetto esterno
Architettonicamente si avvicina allo stile romanico, con tetto a falda unica inclinata e travatura in legno.
L’attuale annesso Campanile, eretto in sostituzione di un vecchio campanile a vela monoforo, fu inaugurato nel 1880, dopo una costruzione durata a lungo, essendo stata fatta con pubbliche elargizioni a cura della Confraternita del Corpo di Cristo o del Sacramento, alla quale anche oggi appartiene la Chiesa.
Interno
L’interno è a navata unica con pianta rettangolare e soffitto voltato a crociera.
Possiede da sempre un unico altare, un tempo era circondato da una balaustra in legno.
Sulla prima campata della parete di sinistra gli affreschi votivi, notevolmente danneggiati e con ampie lacune, sono parzialmente disposti su due registri.
Al registro inferiore, di modesta e ingenua mano è una raffigurazione di Sant’Antonio di Padova, segue, dello stesso autore un’immagine di San Sebastiano trafitto dalle frecce.
Segue un affresco raffigurante Sant’Agata, che sorregge su un vassoio i seni che le furono strappati nel suo martirio, opera cinquecentesca di discreta qualità.
Al registro superiore la Madonna della Misericordia protegge col suo manto i fedeli, a sinistra gli uomini, quasi completamente persi, a destra le donne; segue una raffigurazione di San Biagio, con la destra sorregge un libro, con la sinistra il pettine da cardatore con cui fu martirizzato; chiude la prima campata della parete di sinistra una Madonna di Loreto, anch’essa opera cinquecentesca.
Sulla seconda campata della parete di sinistra sopravvivono unicamente le parti superiori di un Sant’Antonio abate e di un Crocifisso, forse opera di Girolamo di Matteo da Gualdo.
Sopra l’altare è conservata una pregevole pittura in tavola, opera di Girolamo di Matteo da Gualdo eseguito nei primi anni del XVI secolo, raffigurante la Madonna delle Grazie, San Giacomo maggiore e San Pellegrino con sopra Dio Padre e gli Angeli.
Girolamo, come il padre e come il figlio Bernardo, è notaio e pittore e qui lega la decorazione alla sua professione, con isigna manus, simboli notarili simili a sigilli che ornano la veste della Madonna.
Ai piedi delle figure sono sparsi dei garofanini, simbolo delle lacrime della Vergine, preconizzanti la Passione, che richiamano i medesimi del padre per il trittico di Coldellanoce di Sassoferrato, datato alla fine degli anni ’80 del Quattrocento.
Il muro di fondo, riprende, come la struttura e le colonnine centrali, il Trittico di Casacastalda del padre Matteo.
Il viso della Vergine, così come le genti che a lei si rivolgono, ai suoi piedi, ricordano i tipi che Girolamo usa per l’Incontro tra Gioacchino e Anna alla Porta Aurea, versione simile alla pala nocerina del padre ma successiva, oggi conservata presso la Rocca Flea di Gualdo Tadino.
Nel dettaglio del comparto centrale del trittico ai piedi della Madonna delle Grazie sono raffigurati i devoti, a sinistra gli uomini e a destra le donne, con un’iconografia molto vicina a quella della Madonna della Misericordia. In primo piano, in ginocchio, forse sono effigiati i committenti.
Ai lati della vergine San Giacomo con la sinistra sorregge un libro che sta leggendo e con la destra sorregge il solito bastone da pellegrino, all’altro lato san Pellegrino si appella alla vergine umilmente, a capo chino, coperto dal tipico copricapo, la feluca, con le mani al cuore, la borraccia a tracolla, regge anch’esso il suo inconfondibile attributo: il bordone, il bastone che accompagna il viaggio di tutti i pellegrini.
A destra dell’area presbiteriale si ammira una Madonna delle Grazie, datata al 1556, scultura di Michelangelo Lucesole medesimo autore del tabernacolo e del fonte battesimale della chiesa maggiore di San Pellegrino.
Sulla parete destra è rimasta la parte inferiore di una figura persa per l’apertura di una finestra, si legge la scritta parziale … TADINO D PIETRO D PAULO NEL 1503?; seguono, su due registri, in basso un Cristo crocifisso in alto un Santo francescano, mutilo anch’esso della parte superiore, di fianco l’effigie di San Francesco porta la scritta “FECE FARE ALUISTRO DE GIAPECO DE MASCELLE. 1516“.
Chiude la parete destra un affresco largamente incompleto nella parte superiore in cui rimane intera unicamente la figura inginocchiata del committente, in basso si legge “QUESTE FIGURE FECCE FARE JOVANNE DE REII PER COMMISSIONE DE SUO PATRE. M° CCCCCL VIIII“.
Fonti documentative
Ruggero Guerrieri – Storia Civile ed Ecclesiastica del Comune di Gualdo Tadino – 1933
http://turismo.tadino.it/