Chiesa ( Ruderi ) di San Valentino – Cascito di Foligno (PG)

La chiesa di fatto non esiste più come il paese, è solo un ammasso di pietre rotolate sotto il peso del tempo e dell’incuria degli uomini.

 

Cenni Storici

Il rudere della chiesa si incontra appena sotto il villaggio di Cascito “villa” della montagna Folignate.
Dell’antica chiesa citata in un documento del 1236 rimangono le murature perimetrali e fino a poco tempo fa, una piccola porzione della copertura a botte.
Ad oggi è difficile distinguere persino la facciata e la porta, tanto è rovinata, rimane in piedi la parete di fondo dove si intravede nella parte centrale una piccola feritoia che permetteva la luce del giorno di illuminare l’altare.
Sullo sfondo il villaggio di Cascito completamente disabitato e abbandonato, dove ancora persistono due monconi di torri a baluardo e a guardia di un passato che lo ha visto al centro di passaggi di uomini, merci e greggi sui tracciati della transumanza.
Nell’inventario del Battistelli si legge: “San Valentino di Cascito annessa alla cura di S. Andrea Apostolo della villa di Casale. La suddetta chiesa di S. Valentino Vesc. e Mart. Antichissima facta alla gotica situata in un colle … vi è un solo altare … Oratorio di S. Maria delle Grazie di Cascito, posto in lato della detta villa … vi è un solo altare con l’immagine della B.V. con suo figlio, dipinta nella muraglia … fu eretta e dotata in onore di S. Maria delle Grazie dal qn. Vincenzo d’Antinoro della detta villa di Cascito … nel 1638“.
Questa chiesa era fra i possedimenti dell’abbazia di Sassovivo che continuò ad esercitare la sua giurisdizione fino alla sua definitiva soppressione sia su questa chiesa che sulle chiese di S. Andrea di Casale e S. Maria di Civitella tutte provviste di cura d’anime.
Quando l’abbazia di Sassovivo fu data in commenda la cura d’anime e l’officiatura di Casale, Cascito, Acqua, Santo Stefano, Morro (S. Andrea) e Civitella furono dall’abate commendatario affidate a dei cappellani secolari.
La chiesa era annessa alla cura di S. Andrea della villa di Casale e pagava le sue decime al curato di questa chiesa insieme a Civitella.
Solo in tempi più recenti è stata officiata dal parroco di Santa Maria Assunta di Scopoli fino a che con il progressivo spopolamento della montagna sia il paese che la chiesa sono stati abbandonati.
Ora i ruderi della chiesa e della Villa vegliano silenziosi sui voli di poiane e rapaci che vi transitano in cerca di riparo e cibo, unici eredi del territorio abbandonato da un popolo di montagna che è scomparso.
 

Fonti documentative

Bernardino Sperandio – Chiese Romaniche in Umbria – Quattroemme editrice 2001
Don Luigi Battistini e Dott. Viola Moscatelli – Casale Guida alla scoperta del territorio – 2008
M. Sensi – Vita di Pietà e vita civile di un altopiano tra Umbria e Marche (secc. XI-XVI) – 1984
Sandro Capodimonti – Il Menotre e la sua Valle Borghi Genti Acque Sorgenti – 2015
 

Da vedere nella zona

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