Chiesa Nuova ( o di San Francesco Convertito) – Assisi (PG)

La chiesa è stata costruita sulle mura di quella che si pensa sia stata la casa natale di San Francesco e dove ha vissuto fino all’età di 24 anni.

 

Cenni Storici

Negli anni è sorta l’annosa questione dell’individuazione della casa che il Santo abitò fino alla conversione.
Assisi è stata la città natale di San Francesco, e di lui sappiamo quasi tutto, ma la sua casa natale qual è?
Per anni si è protratta la discussione di qual’era e dove si trovava, ma gli esperti non si sono trovati concordi nell’individuazione.
Si sono proposte diverse ipotesi: (G. Abbate) assicura che la casa è quella contenente la “stalletta“, dall’altra (vedi L. Bracaloni) si sostiene che essa si trova nel luogo dell’attuale Chiesa Nuova, costruita nel 1615, appunto in suo ricordo e comprendente alcuni suoi resti di muro.
A sostegno della seconda ipotesi si afferma che delle tre porte, ancora esistenti coi resti di muro nell’interno della chiesa, quella di mezzo, la più piccola, era appunto l’entrata della stalla.
Starebbe a dimostrarlo la lapide ivi murata (nel XVI secolo), che, accogliendo un’antica tradizione, reca scritto: “Di qua ne andò la genitrice incinta“.
Lo proverebbe anche un’antica porta di legno, verosimilmente appartenente alla stalla e che, rinvenuta nascosta sotto un altare (XVII sec.) della stessa chiesa, presenta numerose intaccature di coltello, fatte, evidentemente, con lo scopo di asportare dei frammenti come reliquie.
V. Facchinetti, altro sostenitore di questa seconda teoria, aggiungeva addirittura che la camera da letto del Santo, prima della conversione, doveva trovarsi logicamente nel punto in cui ora è l’altare maggiore, perché si tratta del luogo più importante della chiesa.
Infine A. Fortini, formulando una terza ipotesi, ritiene che la vera casa del santo sorgesse sul lato ovest della Piazza del Mercato (oggi Piazza del Comune), fra la chiesa di S. Nicola e l’abbazia di S. Paolo, con una bottega che dava sulla via laterale (oggi via Portico).
Ora, considerando che la famiglia del Santo possedeva numerose case oltre a quelle citate, non ci sarebbe da meravigliarsi se in futuro venisse avanzata qualche nuova ipotesi.
Sta di fatto che nel XVII secolo su quella che ipoteticamente è stata individuata coma la casa di Pietro di Bernardone, dove nel 1182 nacque San Francesco, e dove trascorse i primi ventiquattro anni di vita insieme al papà, la mamma Pica, ed il fratello minore Angelo, diventò la “Chiesa Nuova o di San Francesco Convertito“.
La tradizione secondo la quale san Francesco fosse nato come Gesù in una stalla è solo una tardiva leggenda, ignota ai più antichi biografi del Santo.
Nel 1615 i Frati Minori acquistarono la casa e, con il contributo finanziario di Filippo III, Re di Spagna, la trasformarono in Chiesa.
Questa fu una necessità pressante anche perché continuava a crescere il numero dei fedeli che visitavano la tomba del Santo e la costituzione di un santuario alternativo aumentava la visibilità dei luoghi e la distribuzione dei fedeli nella città.
Il Santuario nel corso dei secoli ha mantenuto la stabilità architettonica e non ha subito lesioni gravi dai terremoti che si sono succeduti, come invece è successo per altre chiese e non ha avuto necessità di interventi importanti.
E’ stato invece necessario un restauro dopo il 2013 realizzato con il contributo di un cittadino russo Sergey Matvienko di San Pietroburgo, che ha finanziato l’intera opera per un valore che si è aggirato intorno al milione di euro.
I lavori sono stati coordinati dalla dott.ssa Maria Brucato, Sopraintendente per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici dell’Umbria e hanno interessato le volte delle piccole cappelle all’ingresso della chiesa, dove sono stati tolti i finti marmi e ripristinati i dipinti contornati da stucchi bianco e oro.
Durante il restauro si è scoperto che gli elementi geometrici della cupola nascondono una superficie completamente affrescata di cui oggi si notano solo delle parti sondate.
E’ da ricordare che alla chiesa è annesso il convento, sede di un’importante biblioteca ed un archivio comprendente una ricca raccolta di codici pergamenacei anche miniati, incunaboli, bolle, cinquecentine e molte edizioni antiche e rare per un totale di 16.000 volumi riguardanti il francescanesimo.
 

Aspetto esterno

La chiesa è un’elegante costruzione a croce greca, con una cupola maggiore e quattro minori sui bracci della crociera, il disegno è ispirato a quello di Raffaello Sanzio di Sant’Eligio degli Orafi in Roma.
La facciata è realizzata in mattoncini, è movimentata verticalmente da varie lesene e da due nicchie vuote situate nei settori laterali; in quello centrale, invece, si trovano il portale con cornice in travertino e la finestra rettangolare che dà luce all’interno.
Il portale architravato presenta un timpano spezzato su mensole, con lo stemma di Filippo III, affiancato a quelli dell’Ordine dei Frati Minori e di Alessandro di Trejo.
Sulla sommità del portale esterno della chiesa è scritto quello che storia e tradizione hanno tramandato:
FACTA DEI TEMPLU FRANCISCI TECTA PARETU/ CARCER UBI EST PASSUS VINCLA PATERNAMAN
La casa dei genitori di Francesco è diventata tempio di Dio; mentre il carcere dove fu rinchiuso dal padre è ancora visibile“.
Sulla piazza antistante la Chiesa, un monumento in bronzo di Roberto Joppolo raffigura i genitori di san Francesco (1984).
 

Interno

L’interno è decorato da affreschi di vari autori locali tra cui Cesare Sermei, Giacomo Giorgetti entrambi del secolo XVII ed Emanuele da Como.
Nel vano centrale della cupola sono rappresentate Storie della vita di san Francesco d’Assisi (1621), attribuiti a Vincenzo Giorgetti, e nei quattro pennacchi sono raffigurati gli evangelisti e loro simboli (1925) di Giovanni Battista Conti.
Subito dopo l’ingresso, a sinistra, si trova la Cappella del Crocifisso (o delle Reliquie), decorata con un ciclo di dipinti murali raffiguranti le Storie della vita di santa Chiara d’Assisi (prima metà del XVII secolo), affreschi monocromi, attribuiti a Cesare Sermei.
Nel primo pilastro a sinistra, è conservato e venerato da sempre il sottoscala con una statua lignea seicentesca di Francesco giovane, a ricordare che qui il padre lo rinchiuse dopo che aveva venduto a Foligno le stoffe e il cavallo per restaurare la chiesetta abbandonata di san Damiano.
Nel braccio sinistro del transetto è la Cappella dell’Immacolata, dove sono conservati alcuni interessanti dipinti raffiguranti: all’altare, Madonna del cordone (prima metà del XVII secolo), olio su tela, di Andrea Polinori, alle pareti laterali, dipinti murali, ad affresco, databili al secondo-terzo quarto del XVII secolo, di Giacomo Giorgetti, raffiguranti a sinistra, Nascita di Maria Vergine, a destra, Cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre.
Nel presbiterio si conservano: all’altare, Sogno di san Francesco d’Assisi (secondo quarto del XVII secolo), olio su tela, di Cesare Sermei, dove illustrò il sogno del Santo che vide un castello con armi e vessilli ed udì una voce: “questo è preparato per te e per i tuoi, se mi seguirai“.
Alle pareti laterali, dipinti murali, ad affresco, databili al secondo quarto del XVII secolo, di Cesare Sermei, raffiguranti a sinistra, Santi martiri delle Fiandre e a destra, Santi martiri del Marocco.
Dove attualmente sono il presbiterio e l’altare, si suppone ci sia stata la stanza da letto del Santo.
Nel braccio destro del transetto è la Cappella di Sant’Antonio, dove si conservano:
all’altare, Sant’Antonio, sant’Emidio, san Pasquale Baylon (XVIII secolo), olio su tela, di Tommaso da Ascoli, alle pareti laterali, dipinti murali, ad affresco, datati al 1621 ed attribuiti a Vincenzo Giorgetti, a sinistra, Martiri francescani a Ceuta,a destra, Santi martiri del Giappone.
Subito dopo, a destra dell’ingresso, è situata la Cappella di San Bernardino, dove si conservano all’altare, San Bernardino da Siena, san Bonaventura da Bagnoregio, san Francesco d’Assisi, santo francescano e san Ludovico di Tolosa (prima metà del XVII secolo), olio su tela, attribuito a Vincenzo Giogetti, nella volta ed alle pareti Storie della vita di san Bernardino da Siena (1615 – 1624), affreschi monocromi, di Cesare Sermei, tra i quali si nota il Miracolo di san Bernardino da Siena.
 

Casa paterna

Dall’esterno della parete sinistra si scende a visitare i resti della casa paterna.
Sono conservati l’ingresso principale e le altre tradizionali porte della casa assisana: quella degli ospiti e quella che immetteva al piano superiore.
Questo angolo fu riprodotto nei particolari da Benozzo Gozzoli negli affreschi di Montefalco nel 1541, dove per la prima volta si presenta la leggenda della nascita di san Francesco in una stalla.
La casa era a tre piani: al piano terra il negozio di stoffe del ricco mercante Pietro di Bernardone (fondaco – ora trasformato in oratorio) e forse anche i laboratori e la tintoria dove anche Francesco ha esercitato il lavoro del padre.
Al primo piano, il piano attuale della chiesa, i locali diurni della famiglia; al secondo piano, ora scomparso, le camere da letto.
La tela del Sermei sull’Altare maggiore è quasi all’altezza della camera del giovane Francesco.
Dal 1400 nei documenti si parla di una cappella nella casa di san Francesco.
La vecchia via della città, su cui si affacciava l’ingresso della casa dove, come cantava Dante Alighieri: “nacque al mondo un sole“, ora è dedicata a Pietro di Bernardone.
Nel fondaco o locale di vendita avvenne un altro episodio di generosità del Santo: si era presentato al giovane mercante un povero a chiedere l’elemosina, Francesco lo aveva trascurato ed il mendico se ne era andato, ma quando il giovane mercante si avvide della propria grettezza, lo rincorse lungo queste viuzze e gli rovesciò generosamente in mano quanto aveva in tasca.

Il cambiamento della vita di Francesco ci è stata così tramandata:

Si diffuse per le piazze e le vie della città la notizia di quanto succedeva, finché venne agli orecchi del padre. Sentito come lo maltrattavano, egli uscì immediatamente a prenderlo, con l’intenzione non di liberarlo, ma di finirla. Fuori di sé, gli si avventò contro come un lupo sulla pecora, e fissandolo con occhio torvo e con la faccia contratta dal furore, lo afferrò e trascinò fino a casa. Qui lo rinchiuse in un bugigattolo oscuro per più giorni, facendo di tutto, a parole e a botte, per ricondurlo alla vanità mondana. Francesco non si lasciò smuovere né dalle parole, né dalle catene, né dalle percosse. Sopportava tutto con pazienza, diventando anzi più agile e forte nel seguire il suo ideale. Sennonché il padre fu costretto a partire da casa per un affare urgente, sicché il prigioniero restava solo con sua madre. Questa, non approvando il modo di fare del marito, rivolgeva al figlio discorsi affettuosi, senza pero riuscire a stornarlo dai suoi propositi. Vinta dall’amore materno, un giorno essa ruppe le catene e gli permise di andar via libero“.

(dalla Leggenda dei tre compagni, VI, 17 e 18 – FF. 1417 e 1418)
 

Orari di apertura

Orario di apertura 8,00 – 18,00 (19,00 ora solare) Orario Sante Messe Festivo ore 10,00 – Feriale ore 7,30 Per info-prenotationi assisichiesanuova@gmaitcom
 

Fonti documentative

R. D. Torre – San Francesco d’Assisi Vita del Santo e cenni sul francescanesimo – 1982
Cartellonistica in loco

https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_Nuova_(Assisi)

http://www.ancoraonline.it/2014/11/05/assisi-torna-suo-originario-splendore-chiesa-nuova-san-francesco-converso/

http://it.cathopedia.org/wiki/Chiesa_di_San_Francesco_Converso_(Assisi)

 

Nota di ringraziamento

Da questa pagina sento il dovere di ringraziare L’OFM di Assisi per la sensibilità, la disponibilità e la collaborazione manifestata in particolare fra Emanuele Gelmi per la sua cortesia e smisurata pazienza nei miei confronti.
 

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