Chiesa e oratorio di San Pietro Martire – Spoleto (PG)

La chiesa non è visitabile.

 

Cenni Storici

Nel 1253 a San Ponziano fu affiancato, come compatrono di Spoleto, San Pietro Martire (o San Pietro da Verona, al secolo Pietro Rosini); ciò perché egli aveva predicato anche a Spoleto, come testimonia un affresco nella cappella laterale sinistra di San Domenico, che ci restituisce anche la struttura antica di Piazza del Mercato, con la vecchia fontana.
La piccola chiesa a lui dedicata è dietro e sotto la chiesa di San Domenico.
All’interno e nell’attiguo oratorio un tempo si entrava da un’antica porta, ora murata, sul retro della chiesa di San Domenico, accanto alla tribuna.
Solo successivamente le due chiese diventarono comunicanti e oggi si accede da una ripida scaletta interna, che inizia a sinistra dell’altare di San Domenico.
La struttura della chiesa presenta caratteristiche architettoniche tali da renderne probabile la datazione al XIV secolo, come confermato anche dalla presenza di affreschi risalenti a tale periodo.
Secondo il Sansi: “E circa il tempo che Galardo faceva dipingere il duomo (1374-1384) si fecero forse le pitture giottesche che si riscopersero di sotto gl’intonachi della Chiesa di S. Domenico, e veggonsi nella chiesa sotterranea, giacché quel luogo era già da prima così cospicuo, che i frati predicatori nel 1368 vi tennero il capitolo, per il quale dimandavano sussidi al Comune“.
Pietro Rosini era nativo di famiglia catara veronese, decise di entrare nell’ordine dei Frati Predicatori Domenicani quando il loro fondatore, Domenico di Guzman, era ancora in vita ed ancora lottava in Linguadoca contro la diffusione della “eresia catara“.
Sembra sia da attribuirsi a Pietro non a Domenico l’invenzione del Rosario come strumento di preghiera.
Inoltre pare che San Pietro Martire abbia condizionato, tramite le preghiere dei fedeli a lui rivolte, l’esito di una furiosa battaglia tra ghibellini e guelfi, che si svolse sotto Pompagnano nel 1391; ebbero la meglio i guelfi, e si trattò, in pratica, della definitiva svolta di Spoleto in direzione della Chiesa, situazione rimasta tale fino alla invasione piemontese del 1860.
Morì accoltellato alla testa nei boschi di Seveso nel 1252, ove si trovava, recandosi da Como a Milano, insieme ad un suo confratello che rimase gravemente ferito e morì dopo qualche giorno.
Si narra che negli ultimi attimi di vita riuscì a scrivere in terra col proprio sangue “Credo“.
Una scena del suo martirio è conservata nella cappella a lui dedicata nella soprastante chiesa di San Domenico.
 

Aspetto esterno

L’esterno non presenta alcunché di rimarchevole, si nota appena la porta sotto il campanile di San Domenico.
Sopra è un malconcio affresco, di buona mano, raffigurante un’Annunciazione.
 

Interno

L’interno consiste in un ambiente quasi quadrato, con un’unica colonna centrale da cui si diramano volte del secolo XIV e scarsamente illuminato da due piccole finestre.
Le pareti sono quasi interamente ricoperte da affreschi votivi in gran parte di fine del Trecento e inizi del Quattrocento, tutti piuttosto malridotti, scarsamente leggibili sia per la luce pessima, sia per il cattivo stato di conservazione.
Sulla vela della colonna centrale è effigiato un Santo Pellegrino con bastone e campana, si legge l’iscrizione:
HOC OPUS FECIT FIERI ARCHENGELU(S) LUCE PACIOTTI.
Sulla parete Ovest, a destra dell’attuale ingresso è affrescata una malconcia Madonna del Perdono, da attribuire all’anonimo convenzionalmente denominato Maestro dell’Oratorio di San Pietro Martire, a sinistra, della stessa mano, si scorge un’Annunciazione, molto deperita, vi è stata letta la scritta: T(EM)P(O)R(E) D(OMI)NI (B)ONIFATI(I) PP. NONI PONTIFICATUS SUI ANNO X.
Sulla stessa parete una Madonna del Perdono, anch’essa da attribuirsi al Maestro dell’Oratorio di San Pietro Martire.
Di fianco, su uno strato di intonaco più antico, si nota un frammento d’affresco con una Testa nimbata, potrebbe essere quel che rimane di un Cristo seduto con spada e libro nelle mani, descritto dal Guardabassi nel 1872, lo stesso vi ha letto, sulla destra, la scritta:
ISTE JACOBUS FECIT ….. DE M.CCCLXXXXVII.
Un ulteriore frammento di affresco, raffigurante la Testa di un Santo, potrebbe pure esso essere attribuito al Maestro dell’Oratorio di San Pietro Martire.
Sulla parete Nord, a sinistra dell’ingresso, si aprono le due finestrelle che danno luce all’ambiente.
A sinistra un affresco raffigura San Pietro Martire e San Giovanni Battista, in basso, di ridotte dimensioni come d’uso, il Committente; vi è stata letta l’iscrizione:
HOC OPUS FECIT FIERI (…) BITE FECE.
Segue, sullo sguancio di sinistra della prima finestra, un San Leonardo, molto guasto, è opera di un anonimo umbro.
Di fronte, presumibilmente dello steso autore, forse il solito Maestro dell’Oratorio di San Pietro Martire San Pietro Martire.
A seguire San Michele Arcangelo, di un anonimo umbro del XV secolo; poi un altro San Leonardo in cattivo stato di conservazione e mancante della parte inferiore.
Sullo sguancio di sinistra della seconda finestra ancora un San Pietro Martire, mancante della parte inferiore e in pessimo stato di conservazione.
Di fronte, molto guasto un San Sebastiano, a seguire ancora un San Leonardo in pessimo stato di conservazione.
Sulla parete Est, opposta all’ingresso, si trovano un’Annunciazione e una Madonna col Bambino ormai quasi illeggibili, sulla vela centrale si ammira una magnifica Crocifissione dallo stile ancora Trecentesco, ma purtroppo in pessimo stato.
In basso, quasi illeggibile, un affresco molto danneggiato raffigura i Simboli della Passione, ad esso si sovrappone parzialmente un altro affresco in ancora peggiori condizioni, forse vi era raffigurato un Cristo Dolente.
Chiude la parete Papa Urbano V in trono tra San Pietro Martire e un Santo domenicano sorregge un’immagine dei santi Pietro e Paolo.
Sulla parete Sud, a destra dell’ingresso, si nota una Madonna in trono col Bambino tra i santi Giovanni Battista e Domenico, probabile opera del solito Maestro dell’Oratorio di San Pietro Martire.
Chiude la parete un rovinatissimo affresco raffigurante Quattro Santi, che purtroppo ormai si avviano a rimanere in tre, vi si riconosce la mano dell’anonimo pittore spoletino convenzionalmente chiamato Maestro dei Calvari.
Il Guardabassi vi ha letto la scritta: MCCCC DIE XX NOV oggi non più visibile.
Proviene dalla chiesa di la magnifica tempera su tavola con fondo d’oro lavorato, realizzata all’incirca nel 1330 – 1340, raffigurante San Pietro Martire con domenicano committente genuflesso, opera tra le più intense dell’anonimo spoletino convenzionalmente denominato Maestro di Fossa.
Usualmente è conservata all’interno della chiesa di San Domenico.
Il complesso meriterebbe di essere recuperato, attentamente studiato e reso fruibile.
Gli affreschi nel corso degli anni hanno subito numerosi danni, sono quasi spariti anche alcuni di quelli che il Guardabassi, nel 1872, affermava essere in buono stato di conservazione.
Attualmente (2020) la chiesa non è visitabile poiché la soprastante San Domenico, dalla quale si accede, è inagibile a causa dei danni del sisma del 2016.
Contiguo alla chiesa, ma attualmente non comunicante, è l’ex oratorio della confraternita di San Pietro Martire, detto anche Secondo oratorio di San Pietro Martire, usato a lungo come aula scolastica, conserva un grande affresco del XVI secolo attribuito a Lo Spagna rappresentante la Crocefissione con quattro angeli, San Domenico, la Vergine, la Maddalena e i santi Pietro Martire, Giovanni e Vincenzo Ferrer.
A sinistra San Girolamo, ridipinto nel XVII secolo e a destra San Francesco riceve le stimmate.
San Domenico è completamente ridipinto, così come la testa della Maddalena, gli angeli dello Spagna sono uno spettacolo.
Sulla parete sinistra è dipinta una Figura inginocchiata con veste bianca e scapolare nero.
 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Fonti documentative

L. Gentili – L. Giacchè – B. Ragni – B. Toscano – L’Umbria – Manuali per il territorio – Spoleto – Roma, 1978
M. Guardabassi – Indice-guida dei monumenti pagani e cristiani riguardanti l’istoria e l’arte esistenti nella provincia dell’Umbria – Perugia, G. Boncompagni, 1872
L. Jacobilli – Vite dei Santi e dei Beati dell’Umbria – Foligno, 1754
A. Manni – I due oratori di S. Pietro martire. Un contributo per la valorizzazione del complesso di S. Domenico a Spoleto – in Spoletium n. 40, Spoleto 1999
A. Sansi – Storia del Comune di Spoleto – Spoleto, 1876
 

Mappa

Link coordinate: 42.735802 12.734256

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