Chiesa e Convento di Sant’Agostino – Corciano (PG)
Cenni Storici
La Chiesa ed il Convento dell’ordine eremitano di Sant’Agostino furono eretti a seguito di una bolla pontificia di papa Giovanni XXII del 15 marzo 1334 e fabbricati su un terreno ceduto dal Comune di Corciano, su una collina poco fuori Porta Santa Maria, i beni vennero accatastati nel 1500.
Fin dal 1397 vi è documentato un ospedale dedicato a Santa Maria.
Si tratta del più importante punto religioso di tipo agostiniano presente all’interno della regione e sin dalla sua costruzione ha rappresentano anche un importante meta di pellegrinaggio di fedeli da ogni parte del paese.
Nata come chiesa gotica, subì molti interventi strutturali che ne modificarono gli interni.
Nel 700 si ebbe l’intervento più consistente che ne modificò radicalmente l’interno, fu eliminata la copertura a capriate e gli archi di sostegno; lungo la navata furono disposte a scopo decorativo quattro statue dei patroni del Comune di Corciano, rispettivamente dedicate a S. Macario, S. Michele Arcangelo, S. Sebastiano e S. Rocco; fu inserita la fastosa cornice a stucco dell’abside e fu sistemato il primo altare a sinistra dedicato alla Madonna del Carmine.
A San Rocco e a San Sebastiano era intitolata la confraternita che aveva sede nella chiesa di Sant’Agostino.
Dopo la temporanea chiusura nel 1811, in forza delle leggi del periodo dell’impero francese, il ritorno del dominio papale garantì la ripresa della struttura, il Convento però fu soppresso definitivamente a seguito delle demaniazioni post-unitarie del 1860 e tutti i suoi beni, insieme alla chiesa, furono incamerati dallo Stato.
Poco prima della soppressione del 1860 padre Raffaele Lauro fece apporre gli ultimi stucchi e decorazioni sugli altari settecenteschi.
Nell’abside, sopra il coro ligneo del XVIII secolo, si trovava fino al 1879 il gonfalone dipinto da Benedetto Bonfigli (e aiuti) nel 1472 per questa chiesa, ora conservato nella chiesa parrocchiale di Santa Maria.
Al suo interno c’è un bellissimo chiostro (privato e non visitabile), dove sono dipinte le Storie di Sant’Agostino, purtroppo molto rovinate, con didascalie in versi della fine del Seicento dell’erudito corcianese Costanzo Ricci.
Con l’unità d’Italia la chiesa passò nel demanio dello Stato; attualmente è di proprietà del Fondo Culto del Ministero degli Interni.
Aspetto esterno
Costruita in pietra calcarea con facciata a capanna, oggi rialzata per permettere una nuova copertura, ha mutato le antiche finestre gotiche della facciata con due aperture quadrangolari, e ha sostituito il portale con un ingresso settecentesco, sulla cui cuspide del timpano è murata un’urna cineraria etrusca.
Sui due fianchi della chiesa un doppio filare di laterizi evidenzia l’altezza originaria della costruzione e, sempre qui, sono due belle monofore gotiche tamponate.
Anche l’abside, attualmente rettangolare, subì delle modifiche; secondo il rilievo catastale del 1729 era infatti di forma semicircolare.
Anche la bella finestra che da luce all’interno dell’edificio religioso è settecentesca.
Il campanile a vela è particolare infatti non ha una sola vela ma due messe a squadra tra di loro.
Interno
L’interno non mostra più tracce gotiche: i restauri eseguiti nel settecento e nell’ottocento ne hanno mutato l’aspetto.
Entrando a destra si nota una bellissima acquasantiera in pietra e subito dopo l’altare di San Nicola da Bari con struttura a tempio e timpano aperto , che contiene una tela che raffigura il Santo titolare mentre distribuisce le elemosine.
Il secondo altare di destra è dedicato a San Michele Arcangelo dove è rappresentata una Crocifissione con la Croce sorretta dal Padre Eterno e ai piedi San Michele con la lancia e la bilancia in asse con la croce, a sinistra della stessa San Macario vescovo e San Sebastiano mentre a destra San Rocco e Santa Barbara; nel riquadro del timpano Sant’Antonio da Padova.
L’aula presbiteriale è rialzata di due gradini e separata da una balaustra con colonnine di legno.
L’altare, rialzato anch’esso di due gradini in posizione pre-Concilio Vaticano II cioè con il celebrante che da le spalle al popolo, presenta un’imponente e alta struttura con riquadri decorati a stucco e nei due riquadri estremi lo Stemma degli Agostiniani, il cuore trafitto da una freccia, la fiamma ardente, la cintura e il libro.
In alto a destra all’inizio dell’area absidale un riquadro con San Guglielmo di Malavalle.
Dietro l’altare nell’abside, un coro ligneo datato 1746 con specchi decorati in radica di noce.
Sempre nell’abside, nella nicchia dove era il gonfalone del Bonfigli trasferito presso la chiesa di Santa Maria Assunta, un quadro della Madonna con il Bambino che dorme in un letto con cuscino decorato di fiori e alla sinistra San Giovanni Battista bambino anch’esso e a destra San Giuseppe.
Nell’abside a destra due riquadri affrescati con il Redentore in alto e Santa Monica in lacrime per la partenza del figlio Agostino alla volta di Roma, mentre a sinistra altri due riquadri con Dio benedicente in alto e Sant’Agostino che scaccia i demoni in basso.
Scendendo verso la parete sinistra si incontra l’altare di San Nicola da Tolentino con l’immagine di tre santi agostiniani: al centro San Nicola da Tolentino (con il sole e il libro), alla sua sinistra Santa Rita da Cascia ( con la spina in fronte) e alla sua destra Santa Chiara da Montefalco.
L’altare successivo vicino all’ingresso è quello della Madonna del Carmine dove è raffigurata una Madonna con Bambino con ai piedi un popolo che chiede grazia.
Nella Sagrestia sono conservati arredi sacri e su due specchi del soffitto due affreschi con Sant’Agostino e Santa Monica; in un locale attiguo un affresco in forte stato di deperimento un’Ultima Cena di stile Leonardesco che necessiterebbe di un intervento di restauro.
Anche questa chiesa, come molte altre di Corciano, era luogo di sepoltura, sono presenti ancora sul pavimento tre lastre tombali.
San Guglielmo di Malavalle
E’ noto anche come Guglielmo di Aquitania e San Guglielmo il Grande (Francia (?) – Castiglione della Pescaia, 10 febbraio 1157), fu un eremita e contemplativo, i cui insegnamenti, diedero origine all’Ordine di San Guglielmo.
Secondo il suo biografo, il discepolo Alberto, i cui scritti sono raccolti nel “Consuetudines e Regula sancti Guillelmi“, sarebbe stato un cavaliere francese appartenente alla famiglia ducale d’Aquitania e discendente da una nobile famiglia del Poitou.
Avendo condotto una vita immorale e sregolata, intorno all’anno 1140 fu scomunicato da Papa Eugenio III.
La colpa di Guglielmo doveva essere grave se il Papa Eugenio III rifiutò di concedergli il perdono durante la sua visita all’Abbazia di Clairvaux.
Si tramanda che Guglielmo si sia convertito ad opera di Bernardo di Chiaravalle.
Dopo aver compiuto tutti e tre i grandi pellegrinaggi medioevali (a Santiago di Compostella, Roma, Gerusalemme, sarebbe giunto in Toscana dove sarebbe diventato eremita.
Nota di ringraziamento
Da questa pagina sento il dovere di ringraziare il Sig. Mario Zucchetti che cortesemente mi ha aperto la struttura che la sua famiglia custodisce da 150 anni e con grande passione mi ha illustrato dettagliatamente i beni in essa contenuti.
Ringrazio altresì il Prof. Elvio Lunghi, RobertoTollo e Mariella G. Platania per avermi permesso l’individuazione di alcuni personaggi dipinti nella chiesa.
Fonti documentative
http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=34766
http://www.comune.corciano.pg.it/index.php/turismo-e-cultura/content/322-convento-di-sant-agostino
https://www.borghimagazine.it/it/sc/880/PG/cosa-vedere/chiesa-e-convento-di-sant’agostino.html
http://www.cassiciaco.it/navigazione/monachesimo/chiese/italia/umbria/corciano.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Guglielmo_di_Malavalle