Chiesa e Convento di Santa Maria del Piano di Narni – Narni (TR)

Il Convento è ora cimitero pubblico della città di Narni.

 

Cenni Storici

La chiesa di Santa Maria del Piano, sorge nel luogo dove era un’antica cappella con immagine di Maria molto venerata dal popolo, ove secondo la tradizione si ottenevano prodigi.
Fu costruita per interessamento del vescovo di Narni, Angelo Cesi, con autorizzazione di papa Sisto IV del 25 aprile 1483, insieme ad un Convento.
Qui si insediarono i seguaci di Angelo Clareno, fondatore del Movimento francescano degli “Spirituali“, ai quali subentrarono nel 1568 i Minori Osservanti.
I frati lasciarono il Convento di Santa Maria del Piano nel 1661, probabilmente perché avevano in città anche il Convento di San Girolamo, come testimoniato da una lettera della Congregazione dei religiosi, datata 23 ottobre 1661, nella quale si rammenta come gli Osservanti vi abbiano rinunciato e, avendo la Congregazione accolto la rinuncia, si esortava il vescovo di Narni a controllare che i frati, entro dieci giorni, portassero via tutta la suppellettile sacra e profana, lasciando alla Chiesa solo il necessario per celebrare.
Al vescovo e al Capitolo della cattedrale di Narni era lasciata facoltà di decidere se demolire o meno la Chiesa, affinché non cadesse in mano a uomini di malaffare.
Nel 1667 la chiesa e il convento della Madonna del Piano furono concessi al Canonico Penitenziere della cattedrale.
Col passare del tempo il Convento divenne cimitero pubblico della città di Narni.
 

Aspetto esterno

L’esterno presenta una semplice facciata, col portone rinascimentale sovrastato da un oculo e fiancheggiato, a destra, da una finestrella.
 

Interno

L’interno è costituito da un’unica navata, con volta a crociera.
Sulla parete sinistro si apre una cappella quadrangolare, nella parete di fondo sono presenti affreschi, la parte superiore è quasi completamente persa, quel che resta è illeggibile; sotto si trova un maestoso Sant’Antonio abate, con ampie lacune nella parte inferiore, sembrerebbe opera tardo cinquecentesca.
Al centro c’è una Madonna in trono col bambino, nello stesso riquadro si trova un Santo elegantemente vestito, l’affresco risale al XV secolo; chiude la parete un Santo della stesa mano del Sant’Antonio abate.
Nella parete di destra della cappella un affresco molto deteriorato raffigura un Santo ignudo, forse San Giobbe, fa da sfondo un paesaggio, potrebbe risalire al XVI secolo
Proseguendo, in una nicchia della parete di sinistra ove era un altare, è la “Cappella della Natività“, con l’Adorazione dei Magi realizzata ad affresco nel 1585, opera di Alessandro Torresani è quasi una copia della natività della cappella di San Giuseppe nella chiesa di San Francesco.
Sulla parete sinistra, con decorazioni aggiuntive del 1738; l’affresco fu poi coperto da una tela di uguale soggetto di artista romano della seconda metà del XVII secolo, ora collocata nella parete destra del presbiterio; rimane la cornice barocca a contornare l’affresco.
La parete d’altare è occupata da una finta architettura affrescata, nella parte centrale della zoccolatura è una lunetta degli inizi del XV secolo, raffigurante la Madonna del latte in trono tra San Giacomo minore e Santa Caterina d’Alessandria, che rivela i modi del cosiddetto Maestro di Narni del 1409, immagine originaria attorno a cui è nata la chiesa.
L’affresco della parete di fondo, si presenta come un illusionistico prospetto a quattro colonne tortili, decorate da tralci di vite con capitelli corinzi, che sorreggono una ricca trabeazione con corpo centrale aggettante; il timpano è spezzato con angeli acroteriali e cimasa coronata da timpano semicircolare.
Il tutto poggia su una zoccolatura in cui si aprono due porte laterali.
Nel riquadro centrale è raffigurato il Cristo risorto avvolto in una luce soprannaturale, che reca in una mano il vessillo della Chiesa cattolica, mentre, con l’altra, indica il Padre Eterno benedicente posto nella cimasa.
L’affresco è firmato dal Garosi sul bordo del sepolcro e datato 1640 nelle specchiature a finto marmo dello zoccolo.
A epoca successiva risale la costruzione della sacrestia, originario coro della chiesa monastica, e l’apertura delle due porte ai lati dell’altare, una delle quali è stata poi tamponata, sono caratterizzate da un timpano semicircolare e clipeo sovrapporta con le immagini di San Francesco d’Assisi, a sinistra, e di San Domenico a destra.
Nella parete destra è la Cappella della Crocifissione, decorata ad affresco nel 1641 riconducibile per motivi stilistici allo stesso Garosi, forse con l’aiuto di un collaboratore.
Il pilastro destro è costruito a ridosso di una nicchia più antica, e occulta parzialmente la decorazione della seconda metà del XV secolo.
Nella successiva cappella, a sinistra, è riemerso un affresco quattrocentesco, raffigurante la Madonna in trono col Bambino, a fianco v’è San Girolamo e il committente, nello spessore, a sinistra, è parzialmente visibile un Sant’Antonio di Padova.
 

Fonti documentative

http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=41733

 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

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Mappa

Link alle coordinate: 42.531585545233916, 12.51261575491401

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