Chiesa di Sant’Onofrio – Bettona (PG)

La chiesa si trova nel cimitero di Bettona e al momento non è visitabile perché inagibile.

 

Cenni Storici

Ebbe probabilmente origine dall’ampliamento in seguito ad un evento prodigioso del quale non è rimasta memoria, di una preesistente edicola o cappella di transito ove era effigiata una Maestà raffigurante la Madonna e i santi Onofrio e Francesco, allocata in un’edicola o in una cappella di transito.
Fu la prima residenza dei Minori Osservanti a Bettona, che vi erano già nel 1434 e che vi restarono finché costruirono il nuovo convento di Sant’Antonio di Padova.
Al loro posto nel 1550 sopraggiunsero i frati Cappuccini che provvidero ad imbiancare le pareti della struttura e disposero i quadri sopra gli altari.
Nell’aprile 1436 il notaio Francesco Crispolti da Bettona pose in vendita ad Assisi una casa posta nel quartiere di porta San Francesco per conto del convento di Sant’Onofrio di Bettona; il 21 settembre 1456 fu dettato un testamento nella sacrestia di San Crispolto di Bettona, nel quale una donna Blonda, vedova di Luca Santi da Bettona, lasciava varie somme per restauri da eseguirsi nella chiesa.
I frati furono definitivamente allontanati in seguito alla soppressione seguita all’Unità d’Italia ed oggi è di proprietà comunale.
Dal 1869 la chiesa funge da Cappella per il Camposanto monumentale di Bettona.
 

Aspetto esterno

La facciata è preceduta da una trasanna, cui si accede tramite una breve scalinata.
Sotto si apre un elegante portale rinascimentale, sopra una finestra sormontata da una croce.
Il campanile, posto in posizione arretrata lungo la parete sinistra, è a vela a singolo fornice.
 

Interno

L’interno, con le pareti interamente decorate da fasce orizzontali bicolori, è ad unica navata terminante nell’abside e fiancheggiata sul lato sinistro da due cappelle, comunicanti tra di loro.
In fondo all’unica navata, sulla parete di fondo della seconda cappella si trova un dipinto murale con la caratteristica sagoma a lunetta tipica di una edicola viaria, probabilmente preesistente alla chiesa.
Vi compare una Madonna col Bambino a mezza figura; a sinistra un Sant’Onofrio e a destra un San Francesco databile intorno alla metà del Trecento.
La Madonna è una copia pressoché uguale della Madonna dei Tramonti di Pietro Lorenzetti nella chiesa inferiore di Assisi.
Il Bambino indossa un vestitino decorato con gigli di Francia; il giglio divenne molto familiare nel linguaggio araldico in seguito alla vittoria di Carlo d’Angiò ai danni di Manfredi nella battaglia di Benevento nel febbraio 1266 e alla fondazione di un regno angioino nell’Italia meridionale.
L’abside è decorata da motivi geometrici.
Nella parete di destra prossimale all’abside è raffigurata una Crocifissione, ai piedi del Cristo San Pietro, la Madonna, San Giovanni e San Benedetto.
Sempre sulla parete di destra, in un finto loggiato, su due registri, sono raffigurati, a grandezza quasi naturale, nel registro inferiore: Sant’Onofrio riceve la comunione da un angelo, la morte di Sant’Onofrio, molto danneggiato, ove si vede il Santo sul letto di morte e l’anima che vola in cielo accolta dagli angeli, Madonna col Bambino e San Crispolto, anch’esso danneggiato; nel registro superiore: Sant’Onofrio, quasi completamente perduto per l’apertura di una finestra, San Leonardo, Santa Barbara, Sant’Elena e Sant’Antonio Abate.
Nessuno di questi personaggi è collegato alla religione dei Frati Minori quindi si deduce che quando questi arrivarono la chiesa c’era già.
L’analisi stilistica consente di collocare questi affreschi all’inizio del XV secolo, quindi diversi decenni dopo l’edificazione della chiesa sulla Maestà e alcuni decenni prima dell’arrivo dei frati.
Tra i probabili autori il pittore senese Benedetto di Bindo ed il fiorentino Mariotto di Nardo, ambedue operosi nella vicina Perugia in quel periodo.
 

Nota di ringraziamento

Si ringraziano il Sindaco di Bettona signor Lamberto Marcantonini, l’assessore alla cultura signor Franco Massucci e il gentilissimo dipendente comunale signor Roberto Bartolini per la loro disponibilità e cortesia.
 

Fonti documentative

LUNGHI ELVIO Arte a Bettona nel medioevo e in età moderna
Lunghi Elvio – Memorie di Bettona di Pietro Onofri: Vita civile e religiosa di una città dell’Umbria al tempo dell’Impero napoleonico – 2016
 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Mappa

Link alle coordinate

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>