Chiesa di Santo Stefano – Todi (PG)
Cenni Storici
Si trova in prossimità del quartiere San Giorgio, adiacente la Porta Fratta delle mura della città, era parrocchia, poi è stata unita a quella di San Giorgio.
Le caratteristiche della muratura, in filaretti di conci ben connessi, alternati a blocchi più grandi, probabilmente di recupero, testimoniano la sua antichità, probabilmente risale all’inizio del XII secolo.
Nell’adiacente fabbricato aveva sede un ospedale e nel 1470 vi abitò un eremita.
Il cancelliere vescovile Bonaventura Pianegiani, nel Prontuario alfabetico delle Cappelle di Iuspatronato esistenti nella Diocesi, redatto nell’anno 1867, cita “S. Stefano fuori le mura” tra le “Parrocchie che ab antiqua tempore esistevano entro la Città” di Todi, specificando poi che la stessa fu “unita a S. Giorgio nell’anno 1586“.
Lo stesso ricorda come alcuni scrittori “della storia patria” avessero ipotizzato, che la originaria sede vescovile di Todi fosse stata trasferita da San Terenziano nella Chiesa di Santo Stefano poco lungi dalle mura della Città dalla parte del mezzo giorno fuori Porta Fratta, quale Chiesa si vuole con fondamento fabbricata in tempo de due Filippi Imperatori appieno consenzienti alle erezioni delle pubbliche Chiese, come ci viene riferito da Orosio, Eusepio e Niceforo“.
Ospitava, secondo la tradizione tudertina, le spoglie dei santi Felicissimo, Eraclio e Paolino.
Solo nel 1584, con un’ordinanza comunale, si iniziò la ricerca dei resti sacri, impresa che pare riuscire secoli più tardi, nel 1766, quando furono trovati addirittura 23 corpi.
Nel 1927 era di proprietà privata e destinata ad usi agricoli.
Ne è stato completato di recente (2018) il restauro su progetto di Daniela Mantilacci, architetto di Todi.
La chiesina, preceduta da un atrio scoperto, è orientata in modo da raccogliere attraverso la porta d’ingresso le prime luci del mattino, simbolo della luce divina.
Aspetto esterno
Il prospetto frontale, in conci di pietra calcarea a facciavista, in cortina levigata e ben squadrata, tipica del primo romanico, è caratterizzato dalla presenza del solo portale lunettato e del rosone sovrastante, entrambi incorniciati con lo stesso materiale, oltre che da una mensolina in cotto che delimita il timpano di coronamento.
Il piccolo campanile a vela, a un solo fornice, si trova a sinistra, sul muro di un piccolo vano che la confraternita della Misericordia fece costruire per seppellire i corpi dei giustiziati.
Interno
L’interno è costituito da un’unica aula coperta, con muratura in pietra a facciavista e falde sorrette da capriate lignee, non intonacato e con poche tracce d’affreschi, che un tempo, probabilmente coprivano tutte le pareti.
Il presbiterio è rialzato di un gradino e il catino absidale semicircolare sulla parete di fondo, visibile anche dal giardino esterno, è coperto a semicupola.
L’elegante altare è costituito da una mensa sostenuta da pilastrini.
Sulla controfacciata, a sinistra della porta d’ingresso, è murata la parte superiore di una colonna, forse con funzioni di sostegno per un’acquasantiera non più in loco.
Sulla parete di sinistra si trova una tela di modesta fattura, raffigurante Dio Padre benedicente entro una nuvola, sopra angeli e Santi.
Poco più avanti una porta, oggi murata, poneva in comunicazione la chiesa con il piccolo vano destinato alla sepoltura dei giustiziati.
Entro l’area presbiteriale, sulla sinistra, si trova un leggio in pietra ricavato da una colonna montata rovesciata.
Sul tamburo dell’abside è murato un bel tabernacolo marmoreo.
Sul piedritto destro dell’arco absidale, sopra una monofora, è affrescato il titolare della chiesa, Santo Stefano.
Sulla parete di destra è appeso un frammento di affresco staccato, con una figura muliebre di difficile interpretazione, con ogni probabilità si tratta della parte superiore di una raffigurazione della Madonna del Perdono.
Dopo una finestrella si ammira un affresco raffigurante Sant’Antonio abate.
Poi, sempre sula parete destra si trova un frammento d’affresco raffigurante Cristo Benedicente tra angeli.
Sulla controfacciata sinistra è una bella acquasantiera.
Fonti documentative
PENSI – COMEZ Annuario di Todi per l’anno MCMXXVII, Todi 1927
MANCINI FRANCO Todi e i suoi castelli, Tipografia Unione Arti Grafiche Città di Castello 1960
http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedacc.jsp?sinteticabool=true&sintetica=true&sercd=87440#
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
Nota di ringraziamento
Si ringrazia la Diocesi di Orvieto – Todi per la disponibilità e per aver concesso le autorizzazioni alla pubblicazione.