Chiesa di Santo Stefano di Bonsciano – Città di Castello (PG)
Cenni Storici
L’edificio religioso sorge a mezza costa sulla piana di Bonsciano alla destra idrografica del Tevere su un antico percorso che attraversava la montagna fino al castello di Montalbano per poi ridiscendere nella vallata opposta del Seano-Minima e proseguire per Cortona e la Toscana.
Non vi sono certezze sulle origini del toponimo “Bonsciano“; il primo documento in cui appare il termine nella forma “Bosciano” risale al 1230 ed è relativo alla chiesa di “S. Marie di Bosciano“, mentre nel volume secondo delle Memorie Ecclesiastiche del Muzi si trova una citazione, risalente all’anno 1314, relativa alla chiesa di Bonsciano.
Nel 1349 si hanno tracce di due diverse terminologie: la prima nella forma “Boysciano“, relativa alla chiesa di “S. Iohannis de Boysciano” è attestata nel “Libro d’Amministrazione delle terre di Uguicione di Ghino Marchese di Civitella e dei suoi figli”, la seconda nella forma “Bosciano“, relativa alla “Ecclesia S. Stefani de Bosciano“, è attestata nelle “Rationes decimarum Italiae“.
Nel pagamento delle decime alla Camera apostolica dell’anno 1349 risulta infatti che “L’ecclesia S. Stefani de Bosciano” paga lib. XXV.
La dizione “Bonsciano” si ritrova con continuità a partire dal 1718 nei verbali delle visite pastorali.
Il suffisso “ano” farebbe pensare ad un prediale romano ma il nome potrebbe anche essere legato al latino “Busius o Bussius” col significato di “ramo di albero“, “arbusto“, forse riferito alle caratteristiche del luogo con il ricco bosco a monte.
La chiesa primitiva, di impianto romanico, risale probabilmente al XII secolo ed è caratterizzata da elementi architettonici, che ne testimoniano le antiche origini; inizialmente era orientata a Sud-Est e fu poi ruotata a seguito di ampliamenti e trasformazioni operate nel XVII secolo.
Nei secoli passati la zona rivestiva un ruolo importante come testimoniano le numerose chiese che dipendevano dalla Pieve di Comunaglia ed i vari fortilizi medievali, quali i Castelli di Montalbano, di Lugnano, dei Bourbon di Petrella e di Petriolo, e la Torre di San Biagio a Colle, posti in posizione strategica per il controllo della viabilità.
Notizie relative alla sua storia si apprendono sia dalle Visite Pastorali, sia dal volume “Memorie Ecclesiastiche di Mons. Muzi” dove riporta che la prima citazione relativa alla chiesa di Bonsciano risale all’anno 1314 dove ” … il 21 settembre, il Vescovo Ugolino dichiarò nulla l’elezione di D. Benincasa fatta dai parrocchiani della chiesa di Bonsciano, unita alla Pieve di Comunaglia, ammensata al Vescovato del Card. Legato Napoleone“.
Nella visita pastorale di Mons. Della Rovere, avvenuta nell’anno 1571 lo stesso comanda al Parroco, di dipingere sopra l’altare l’immagine del Crocifisso Glorioso, della Vergine Maria e di Santo Stefano e di ripavimentare la chiesa, tutto questo nel termine di sei mesi sotto la pena di 50 scudi.
(Come si vedrà più avanti questo dipinto della Crocefissione ora lo troviamo in sacrestia il che conferma il diverso orientamento della chiesa a quel tempo).
Nell’anno 1673 Mons. Sebastiani, Vescovo di Città di Castello, visita la chiesa il quale impartisce al parroco diversi ordini, tra i quali quelli di provvedere al cimitero, di imbiancare la chiesa e di porre una pietra sopra il sepolcro coperto con tavole.
Nel secolo XVIII si registrano diverse visite pastorali dalle quali si apprendono notizie e di particolari che visualizzano immagini suggestive della chiesa, dei luoghi circostanti, delle feste, degli obblighi dei parrocchiani, degli usi, dei costumi e delle consuetudini di una piccola comunità religiosa di campagna agli inizi del XVIII secolo.
Nelle visite di Mons. Gasparini negli anni 1739 e 1742 si rileva che il visitatore trova la chiesa in condizioni convenienti; stessa considerazione è riportata nell’ultima visita dello stesso fatta nell’anno 1784 che attesta “omnia bene”.
La chiesa viene nominata anche in una bolla papale del 1802 emanata da Pio VII concede al presbitero di Città di Castello Gerolamo Moscatelli la cura della chiesa di Santo Stefano di Bonsciano, al posto di Mattia Marinelli in qualità di Priore e rettore di detta chiesa costretto a rinunciare per motivi di età e di salute.
La rendita della parrocchia è di 24 ducati d’oro annui.
Nella prima visita di Mons. Mandelli nell’anno 1816 è ancora parroco Don Gerolamo Moscatelli; il Vescovo gli comanda di restaurare gli altari e il pavimento, ma tuttavia nella visita successiva (Settembre 1820) il Vescovo deve constatare che niente è stato rinnovato.
Nella visita del Vescovo Giovanni Muzi nell’anno 1833 attesta che la chiesa è stata restaurata da poco con i sussidi che il Parroco ha avuto dalla reverenda Camera Apostolica.
In una nota del parroco Don Guerrino Pazzaglia fatta nel XX secolo lo stesso scrive che non si conosceva l’anno dell’edificazione e tantomeno l’anno della consacrazione, si suppone tra il 1867 e il 1870 dal vescovo Micalessi e che fu restaurata l’anno 1908.
Annota che gli altari erano tre all’altare maggiore è l’Addolorata, all’altare a destra di chi entra è S. Stefano protomartire, a sinistra S. Illuminato.
Nella Visita pastorale del 1915 queste notizie vengono puntualmente confermate, si attesta la dipendenza dalla Congregazione di Comunaglia e gli sono attribuite due chiese sussidiarie, la Madonna delle Stelle di Montalbano e di S. Illuminato.
L’odierna Bonsciano, con i relativi servizi, è situata a valle dell’antico nucleo originario di cui facevano parte la ex-chiesa e la ex-scuola elementare.
Nell’indagine storica troviamo l’indicazione di 440 abitanti nel 1872, 572 abitanti nel 1900 e 550 nel 1915, a fronte degli attuali 232 abitanti.
Ad oggi la chiesa è sconsacrata e di proprietà privata.
Aspetto esterno
Il complesso architettonico di Santo Stefano si sviluppa su livelli sfalsati, adattati all’orografia del terreno che presenta un declivio naturale ed è caratterizzato dal grande ambiente della ex-chiesa, orientato in direzione nord-est, che occupa la posizione a monte, mentre il corpo dell’abitazione si sviluppa sul lato a valle.
L’edificio è interamente costruito in muratura portante di pietrame e laterizio.
All’estremità della chiesa, sulla parete destra fra il presbiterio e la sagrestia, sorge un campanile ottocentesco a vela, con doppia cella ed impianto ad “L”; addossata e retrocessa rispetto alla parete destra sorge la ex canonica che copre anche tutta la parte retrostante adibita a civile abitazione.
Il dislivello su cui sorge la chiesa ha permesso l’utilizzo di tale spazio al disotto del pavimento come area di sepoltura, sia nell’area del presbiterio che nella sacrestia adiacente.
In facciata troviamo un elegante portale di pietra con arco a sesto leggermente ogivale sovrastato da una finestra quadrata.
Nella parete di sinistra, in occasione dei lavori di ristrutturazione eseguiti alla fine degli anni ottanta, è riemerso un portale di pietra con un profilo dell’arco a sesto leggermente ogivale rispondente ad una tecnica costruttiva diffusa in altotevere fino al XIII-XIV secolo.
Da un’attenta analisi della particolare configurazione architettonica è maturata l’ipotesi, supportata anche dalle notizie storiche, di una piccola cellula originaria risalente al XII secolo ed orientata a sud-est, con l’asse ortogonale a quello della chiesa attuale; questo portale è perfettamente allineato con un dipinto sulla parete della sagrestia che in origine era posto sopra l’altare maggiore.
L’edificio originale quindi era perpendicolare a quello che appare oggi.
Interno
L’interno della chiesa presenta un impianto rettangolare a navata unica con tetto a capanna retto da travi in legno e pianelle ed è caratterizzato dalle linee barocche degli stucchi e delle decorazioni pittoriche che sottolineano la gerarchia degli spazi.
L’altare centrale e i due laterali sono privi di immagini sacre, ma conservano tuttora le cornici di epoca settecentesca.
La navata è adibita ad ambiente abitativo essendo oramai una residenza privata; in controfacciata sulla parte sinistra entrando c’è il fonte battesimale a muro.
Nelle pareti laterali corrono delle cornici dipinte che delimitano gli specchi delle stesse, ed in entrambe ci sono lapidi funerarie nonché due altari contrapposti con cornici a stucco vuote,
L’altare maggiore presenta una sontuosa cornice con un drappeggio dipinto che contorna una nicchia vuota.
All’interno della sacrestia sono venuti alla luce frammenti di un dipinto databile attorno al XVI secolo, di non pregevole fattura ma di grande interesse; si tratta di una Crocifissione: la figura del Cristo non è perfettamente conservata e restano solo frammenti del manto della Vergine sul lato sinistro.
In un primo tempo si è pensato ad una pittura destinata fin dall’origine alla sagrestia, ma la presenza di un’opera così importante in un ambiente oggi secondario ha confermato che si trattava di un dipinto realizzato sulla parete d’altare, come ordinato dal Visitatore apostolico Mons. Della Rovere nel 1571.
L’ampliamento della chiesa dovrebbe risalire effettivamente al XVII secolo, come avvenuto per altre chiese rurali del territorio modificate nei primi anni del 1600.
Il dipinto è deteriorato ma si suppone intanto che la sua realizzazione sia avvenuta dopo il 1571, come prescritto dal Visitatore apostolico, e prima dei lavori di ampliamento del 1600; probabilmente doveva rappresentare, come ordinato, il Crocefisso, che in gran parte si è mantenuto, la Vergine e Santo Stefano a destra completamente scomparso.
Nota di ringraziamento
Ringrazio sentitamente il proprietario della struttura per avermi concesso di documentare gli ambienti interni di sua proprietà e di averne autorizzato la pubblicazione; lo ringrazio altresì per la sua cortesia e per la pazienza e comprensione manifestata nei miei confronti.
Fonti documentative
I.TC.G. “I. Salviani” – Santo Stefano di Bonsciano Indagine architettonica, storica artistica – Petruzzi Editore Città di Castello 2003
P. Sella – Rationes Decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV Umbria – 1952