Chiesa di Santo Stefano – Collemancio di Cannara (PG)

E’ la chiesa parrocchiale e sorge all’interno delle mura del castello di Collemancio.

 

Cenni Storici

La chiesa parrocchiale fu edificata tra il 1350 e il 1400 in sostituzione della precedente ubicata presso l’antica città di “Urvinum Hortense” che era in precarie condizioni di stabilità e per favorire gli abitanti del castello che avevano la necessità di una chiesa all’interno delle mura.
Nel 1600 il suo interno subì degli ammodernamenti.
Durante i secoli successivi, non essendoci stati interventi di manutenzione cadde in grave abbandono.
Trovandosi la chiesa in precarie condizioni, il parroco pro tempore dell’epoca, don Alceste Baldaccini, nel 1906 la fece restaurare con un contributo di 300 lire che fu concesso dall’Economato di Firenze, prelevato dal fondo per il culto.
Non è stato possibile stabilire la data certa di erezione della Parrocchia.
La documentazione, rinvenuta presso lo Stato civile del Comune di Cannara, ne attesta l’attività solo a partire dal 1790 fino al 1860.
 

Aspetto esterno

La chiesa ha subito una trasformazione durante la ristrutturazione seicentesca, tanto che l’ingresso è stato portato lateralmente sulla piazza, mentre prima era nel vicolo frontalmente all’altare Maggiore.
Presenta un maestoso campanile a torre.
Il portale originale lunettato è sovrastato da una finestra, sull’architrave della porta principale è presente questa iscrizione T.D. FRANCISCI. P. PLEBANI 1538, data questa in cui la chiesa fu dedicata a Santo Stefano, dichiarato protettore e difensore del territorio di Collemancio.
 

Interno

L’interno si presenta a navata unica divisa da quattro archi a sesto acuto che sfalsano il tetto a capanna, presenta 4 altari compreso l’altare maggiore.
Il presbitero è leggermente rialzato e dietro l’altare c’è una mostra in legno intagliato e dorato del 1600 con una tela di pari periodo in cui è raffigurata l’Assunzione della Vergine Maria, ai piedi della quale ci sono i 12 apostoli ed il patrono Santo Stefano raffigurato con la palma del martirio e Santa Barbara che tiene in mano il “Torrino” stemma dell’antico comune di Collemancio.
Il dipinto di Benedetto Bandiera (Perugia 1557 o 1564- 1634), fu rovinato da un parroco nel 1850, il quale, inesperto, pretendeva di restaurarlo, procurando un taglio nella tela, ancora oggi presente.
Ai lati del quadro vi sono due nicchie, ricavate nel muro chiuse da vetrine, contenenti la statua di S. Antonio Abate e la statua di S. Rocco, questa ultima donata dalla contessa Isabella Giampè nel 1895.
Sull’arcata prospiciente all’altare compaiono due immagini di santi, a destra Santa Lucia e a sinistra San Vito.
La cornice in alto dell’ambiente dell’altare maggiore è decorata con figure di santi ed evangelisti, partendo da destra troviamo: San Giovanni, San Luca, San Francesco d’Assisi, Santo Stefano, San Matteo e San Marco.
Sempre nell’area del presbiterio a sinistra dietro un angolo è custodita una colonna romana secondo la tradizione locale proveniente dagli scavi della vicina Urvinum Hortense.
Ai lati della porta che introduce alla sacrestia, vi sono due credenze incassate nel muro, con sportelli verniciati e decorati in oro, all’interno sono custodite 18 reliquie di vari santi e 4 busti dorati dei santi Stefano, Crispolto, Vito, e Lorenzo.
Dette reliquie e busti sono muniti di sigillo e rispettive autentiche.
Sulla parete di fondo, ex controfacciata, sono visibili degli affreschi quattrocenteschi di buona fattura ma molto deteriorati; a sinistra una Madonna in trono con il Bambino contornata da angeli musicanti e da Sant’Antonio Abate alla sua sinistra e altro santo alla destra forse Santo Stefano.
A destra una bella Crocifissione tra San Giovanni Evangelista e la Madonna, a fianco un affresco raffigurante San Sebastiano.
Nella parete di sinistra, c’è il Fonte Battesimale, in muratura e semi-incastrato nella parete, decorata con l’immagine moderna di Gesù nel Giordano che riceve il battesimo da San Giovanni Battista.
Sempre a sinistra segue l’altare della Madonna del Rosario rappresentata in una tela con intorno i 15 misteri, in basso si legge: Vas Mariae praebete rasas de corde pudico illa ex empyreo poma beata dabit setembri 1569.
La Madonna in trono con il Bambino è rappresentata con angeli reggitendaggio e rose che cadono dal cielo simbolo della purezza della Vergine in basso due figure in piedi a sinistra Santo Stefano e a destra San Francesco, in basso una figura femminile con lo sguardo rivolto verso lo spettatore della scena ed è la raffigurazione di Costanza Baglioni, la committente e dietro il frate orante in primo piano il Vescovo di allora.
Nella cappella successiva è posta un’immagine devozionale della Sacra Famiglia.
Nel secondo altare a destra è esposta la Madonna del Carmine col Bambino e i Santi Andrea a sinistra e Andrea Avellino a destra (inizi XIX secolo) fatta eseguire per devozione da Maria Brilli.
Nel primo altare è collocata la tela raffigurante i Santi Francesco Saverio, Francesco da Paola e Francesco d’Assisi intorno a Gesù Bambino (fine XVIII inizio XIX secolo), ricordata dal Vescovo Landi Vittori (1846, c.66 v.) sull’altare delle reliquie.
Sopra la porta laterale c’è un ballatoio con dei resti di affreschi molto frammentari e distrutti dalla costruzione della struttura lignea; uno dovrebbe essere un’incoronazione della Vergine e il secondo rappresenta un Angelo orante e ai suoi piedi si scorgono solo delle aureole di santi irrimediabilmente persi.
 

Fonti documentative

http://siusa.archivi.beniculturali.it/

M. G. Turrioni – Collemancio: a spesso nel tempo 1900-1970 – 2016
Paola Mercurelli Salari Federica Annibali – Cannara, Collemancio e l’antica Urvinum Hortense – Spello 1998

Mappa

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