Chiesa di Santo Stefano – Bagnaia (VT)
Cenni Storici
Si trova in Via Malatesta 80/A, addossata al perimetro nord delle antiche mura cittadine.
È attestata sin dal 1355 come sede delle Disciplinatrici, sezione femminile della Compagnia dei Disciplinati di Bagnaia.
Il movimento dei Disciplinati ebbe origine a Perugia nell’anno 1260, su iniziativa del laico Raniero Fasano, predicatore nato a San Sepolcro.
Clero, frati, popolo lo seguirono nella sua predicazione, le piazze si riempirono di flagellanti che si battevano il corpo per cancellare peccati pubblici e privati, contro le guerre fratricide che imperversavano e per riconquistare la benevolenza del Signore.
Vestiti di tunica di lana bianca con un cappuccio e una cinta di colore azzurro stretta ai fianchi, una croce dipinta di rosso al petto e alle spalle, incrociarono le strade umbre, fra salmi biblici e ammende di peccati, predicando la pace, realizzando Sacre rappresentazioni, fondando confraternite in varie cittadine umbre.
Non mancarono esagerazioni che portarono a sfiorare eresie ma, pur fra alcune frange di fanatismo, il movimento dei Disciplinati contribuì ad affermare principi di pace e di religiosità popolare, non tralasciando di adoperarsi per opere di carità come l’assistenza ai bambini abbandonati, agli infermi, ai condannati a morte.
L’uso e la frequentazione proseguirono per tutto il XV e il XVI secolo.
Dopo le demaniazioni ottocentesche gli ambienti divennero di proprietà privata; fino al secolo scorso sono stati utilizzati come stalla e ripostiglio.
Ora la chiesa è utilizzata come abitazione privata e l’attiguo oratorio per custodire i costumi e gli arredi per la rappresentazione sacra del Venerdì Santo.
Sotto la chiesa è stata individuato una grotta con sepolture a colombaio di epoca romana.
Nella stessa grotta in epoca più recente fu realizzata un’immagine della Vergine, venerata localmente come La Madonna della Colombaia.
Aspetto esterno
La facciata dell’antica chiesa è leggermente ribassata rispetto alla sede stradale.
Presenta un semplice portale in peperino sormontato da una lunetta in pianelle di cotto, con la mensola della struttura trilitica ottenuta con una semplice decorazione a modanatura toro/echino.
La parete esterna della chiesa affaccia sul lato nord del borgo.
Si scorge l’oculo che permette alla luce di entrare nella chiesa.
Interno
L’interno dell’oratorio si presenta ad unica navata con una piccola absidiola che si apre nel lato sud dell’edificio.
La decorazione a fresco, già staccata per il restauro negli anni ’60 del secolo scorso è ora conservata presso Palazzo Gallo, si auspica possa essere ricollocata all’interno della chiesa.
Il restauro, peraltro meritorio perché ha salvato gli affreschi da una più che probabile distruzione, è stato eseguito con criteri discutibili anche per l’epoca, in particolare la scelta di riportare le immagini affrescate sulla curva abside su di un supporto a superficie piana ha deformato in maniera irrimediabile gli affreschi.
Sulla parete di sinistra vi era affrescata una Madonna con Bambino e Angeli, di autore ignoto vicino ad Antonio del Massaro, detto il Pastura, datata 1507.
Seguiva San Michele con la Psicostasia, opera di autore ignoto di fine XV inizi XVI secolo, sempre nell’ambito del Pastura, forse attribuibile a Angelo da Vignanello; in basso a sinistra è presente lo stemma della corporazione dei Bifolchi.
La rappresentazione della psicostasia, cioè della pesatura delle anime, di solito raffigurata con figure maschili sui piatti della bilancia, è qui raffigurata con due figure femminili, una con capelli biondi sciolti sul piatto di sinistra, ed una caduta dal piatto di destra, con capelli raccolti, che viene ingoiata dal demonio.
Chiaro simbolismo derivante dalla presenza di una confraternita femminile.
L’affresco successivo raffigura le prove di Giobbe, opera di autore ignoto di fine XV inizi XVI secolo.
Nella fascia in basso è presente l’emblema araldico della Famiglia Tondi che possedeva nei pressi della chiesa di santo Stefano il proprio palazzo Nobiliare.
Seguiva un Santo Stefano, nell’ambito di Giovan Francesco d’Avanzarono, detto il Fantastico, e Sant’Anna con la Madonna e il Bambino, sempre nell’ambito del Fantastico.
Sulla parete di controfacciata si trovava affrescata una Santa, poi la Madonna del Latte, l’opera si rifà a modelli senesi e pisani del tardo XIV secolo.
Seguono una Crocifissione, Sant’Anna con la Madonna e il Bambino, opere di autori ignoti del tardo secolo XIV.
Nell’abside il catino era decorato a fresco con una Madonna col Bambino tra Santo Stefano e San Giovanni, opera di autore ignoto ascrivibile tra la fine del XV secolo e gli inizi del XVI, nell’ambito del Fantastico.
In alto Annunciazione, nell’ambito del Pastura, così come le decorazioni della lunetta absidale.
Ai lati San Pietro a sinistra e a destra San Paolo, opere di autore ignoto di fine XV inizi XVI secolo, nell’ambito del Fantastico.
Su un pannello decorativo con girali e finte architetture in marmo si intravede in alto la lettera A, segue un altro pannello con girali e finte architetture, si intravedono in alto le lettere L.V.E. (R) . E. G. I. alternate da rombi e sfere, pertinenti alla scritta di esplicita devozione mariana SALVE REGINA che un tempo decorava la parete absidale.
All’interno della chiesa è conservato uno stendardo processionale della confraternita.
Sulla parete sud è ancora presente la mensola che sosteneva la rampa di scale che davano accesso alla canonica non più esistente.
Fonti documentative
L. Della Rocca – Gli affreschi della Chiesa di S. Stefano a Bagnaia e la società delle disciplinatrici nel tardo Medioevo – Viterbo 2006
S. Ricci – Bagnaia e Villa Lante. La fortuna riflessa di un centro minore del Lazio – San Gemini, 2017
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.