Chiesa di Sant’Egidio – Borgo Trevi (PG)

La minuscola chiesa è oramai inglobata e assorbita nell’area di espansione edilizia del Borgo di Trevi.

 

Cenni Storici

Lungo il tracciato della vecchia Flaminia si entra a Borgo Trevi, un agglomerato urbano che ha avuto un consistente sviluppo in questi ultimi anni.
Il toponimo Borgo, come noto, è stato largamente usato, in passato, per indicare quella parte di paese che si sviluppava fuori delle mura cittadine: in genere si trattava di case umili di artigiani, contadini ed ortolani. Il borgo si poteva formare lungo un’arteria viaria principale, nel nostro caso lungo la strada Romana o antica via Flaminia, in particolare per lo svilupparsi delle attività economiche legate al ristoro degli antichi viaggiatori.
Ancora all’inizio del secolo era una stazione di sosta per i viandanti che percorrevano la via Flaminia.
Il Borgo è citato in uno scritto del Burckard il quale ricorda che il 2 agosto del 1496 vi pernottò il cardinale Santa Croce mentre si recava ad incontrare l’imperatore Massimiliano.
Delle antiche locande e osterie che hanno caratterizzato la storia di questo abitato oggi non resta, tuttavia, alcuna traccia; nel 1562 il Comune prescrisse agli albergatori l’obbligo di tenere affisse le tariffe dei cibi per un maggiore rispetto per gli avventori.
Nel 1837 il Comune di Trevi accoglieva la domanda dell’oste di Borgo per avere in prestito un certo numero di letti.
Oggi, unica testimone dell’antica storia del luogo è la bella chiesetta romanica dedicata a Sant’Egidio, patrono della frazione, costruita in gran parte con grosse pietre squadrate provenienti da qualche monumento romano presente nella zona.
Così la descrive Durastante Natalucci nella sua opera: “… E quivi non lungi è la chiesa di S.Egidio, chiamata della Strada Romana; già i secoli antichi dominio del Monastero di S.Pietro; oggi giorno posseduta da dui rettori rurali per il suo priorato e canonicato che si conferiscano dalla Dataria con i beni valutati libre 256.8.1 ed il solo peso di messe 6 in fra l’anno al primo rettore e messe 3 annue per il secondo…”.
Contrariamente a quanto si osserva generalmente nelle chiese dell’epoca, Sant’Egidio non è disposta secondo la regola comune che prevede l’abside ad oriente e l’ingresso ad occidente.
La diversa disposizione è, però, forse imputabile a rimaneggiamenti successivi.
Anticamente, doveva ergersi isolata al margine della via Flaminia e solo in un secondo tempo, sul lato opposto della strada, gli fu annesso un omonimo ospedale per viandanti, ricordato in una bolla di papa Alessandro III, del 1178, come proprietà dell’Abbazia di Sassovivo.
Durante i lavori di restauro compiuti nel 1971, lungo la parete est a monte di Sant’Egidio furono ritrovati dei sarcofagi in cotto, manufatti che oggi possiamo ammirare presso il museo del capoluogo, “Raccolta d’Arte S. Francesco”.
La piccola chiesa, a lungo chiusa per restauro, per i danni prodotti dalla crisi sismica iniziata nel settembre del 1997, è stata recentemente riaperta al culto con solenne processione e cerimonia religiosa, il 1 settembre 2001.
 

Interno

L’impianto architettonico è tipico delle chiese romaniche rurali, con l’impianto ad unica sala, la piccola abside e il doppio sistema di accesso per poter svolgere i riti processionali.
Le pareti non presentano alcuna decorazione pittorica.
 

Fonti documentative

http://www.lamiaumbria.it/

http://www.protrevi.com/protrevi/segidio.asp

Tiziana Ravagli, Giampaolo Filippucci, Alvaro Paggi – Trevi de planu – 2008

http://www.treviambiente.it/it

 

Mappa

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