Chiesa di Sant’Antonio – Perticani di Foligno

La chiesa romanica è ben tenuta e vi si celebra la messa settimanale il giovedì mattina, a causa della scarsità di sacerdoti.

Cenni Storici

La chiesa di Sant’Antonio di Perticani, si suppone sia stata edificata intorno al XIII secolo.
L’edificio religioso è citato per la prima volta nel 1333, nelle Rationes decimarum ma da un manoscritto di Faloci Pulignani conservato nella Biblioteca Comunale di Foligno si apprende che notizie sulla “Villa di Sant’Antonio” di Foligno possono essere fatte risalire almeno al 30 novembre 1238, data dell’atto di vendita di un terreno situato in questo vocabolo e avente per lato il fiume Topino.
Faloci Pulignani ipotizza che questa chiesa di Sant’Antonio a Perticani sia da identificare con quella di “Sant’Antonio de Longojati” (o Luguiati) che compare in due elenchi delle chiese appartenenti alla Diocesi di Foligno, la “ Sentenza del Cardinale Capocci del 1239” , e la “Libra del 1295”.
Nei secoli XV e XVI le vicende della chiesa di Sant’Antonio risultano strettamente legate a quelle di un’altra chiesa intitolata a Santo Stefano, sempre a Perticani, che si trovava nelle immediate vicinanze.
Il 6 aprile 1404, su richiesta del rettore della chiesa S. Antonii de Villa S. Antonii, tale Nallo Puccioli Alleori, il vescovo di Foligno Federico Frezzi, udito il parere del Capitolo, e confermando che con le rendite di detta chiesa il parroco non può vivere, unisce alla medesima la chiesa S. Stephani de Perticanis, comitatus et diocesis Fulg. prope dictam ecclesiam S. Antonii.
Nell’atto si specifica che tale unione era già stata realizzata in precedenza.
Nella visita Pastorale di Monsignor Pietro Camaiani del 20 maggio 1573, la chiesa parrocchiale “Sancti Stephani de Particanis” viene confermata “unita cum alla Sancti Antonii” .
Dal testo si ricava che, in seguito alla visita, i due edifici furono interessati da lavori di ristrutturazione: il Camaiani infatti trovò che il pavimento e il tetto di entrambe le chiese versavano in cattive condizioni e ordinò che si sequestrassero “fructus pro reparatione earundem ecclesiarum“.
Le due chiese di Santo Stefano e di Sant’Antonio compaiono unite anche nelle visite pastorali degli anni compresi fra il 1601 il 1613. allo stesso modo, nell’inventario redatto l’8 marzo 1614 ritroviamo l’elenco dei beni delle chiese di “S. Stefano delli Perticani & S. Antonio della Villa di S. Antonio“.
Nella Visitatio Porphirii Feliciani del 1621, invece, a Perticani viene visitata soltanto la chiesa di Sant’Antonio, e questo perché doveva essere già iniziata la fase di progressiva decadenza che interessò la chiesa di Santo Stefano.
L’8 ottobre 1643 furono visitate entrambe le chiese, e quella di Santo Stefano (definita “membrum annexum della parrocchiale di Sant’ Antonio“) venne trovata in pessimo stato, per cui si stabilì che venisse demolita, lasciando un recinto in muratura di due piedi, all’interno del quale fu eretta una piramide con una croce.

Aspetto esterno

La facciata è a capanna con una piccola bifora, il portale è ad una ghiera ad arco privo di decorazioni.
Un’altra bifora è presente nella parete di fondo dietro l’altare, il campanile è stato realizzato nel nostro secolo.
 

Interno

Ha una pianta rettangolare di piccole dimensioni e presenta una copertura a capriate sulla navata e a botte a tutto sesto sul presbiterio.
Nell’inventario dei beni della “Chiesa parrocchiale di S. Antonio Abbate nella villa de Perticani Diocesi di Foligno“, redatto il 14 maggio 1727, viene riportato che l’edificio era dotato di tre altari: oltre a quello maggiore l’altare a destra era dedicato a Sant’Antonio da Padova, “con la sua imagine dipinta sul muro” (pittura che è ancora oggi visibile); l’altare a sinistra era invece dedicato al Santissimo Crocifisso, “dipinto sul muro con l’immagine da una parte della Beatissima Vergine e dall’altra di S. Stefano” ( particolare iconografico che va interpretato come un riferimento agli stretti legami con la soppressa chiesa di Santo Stefano ); infine, l’altare “contiguo alla porta piccola di detta chiesa” era dedicato alla Madonna di Loreto, “con la sua Imagine di rilievo con il Bambino in braccio“.
All’interno della chiesa, sulla parete sinistra compare un affresco frammentario inedito che è con certezza da attribuire alla mano di Pierantonio Mezzastris.
Vi è rappresentata una Madonna che allatta il Bambino, inserita in un tabernacolo trilobato sorretto da quattro angeli (a causa di una lacuna sono visibili soltanto i due di destra).
Fa da sfondo alla Madonna un arazzo giallo, con motivo decorativo a grandi gricce di colore rosso, appuntato agli archetti del tabernacolo. La superficie affrescata è purtroppo estremamente danneggiata: in alcune parti il colore è quasi del tutto scomparso, e rimangono visibili soltanto i tratti di incisione sull’intonaco.
Al lato destro della Madonna si vede un frammentario San Rocco.
 

Fonte documentativa

Liberamente tratto dall’articolo di Emanuela Cecconelli
www.archeofoligno.org
Sperandio B. (2001), Chiese romaniche in Umbria, Ponte S. Giovanni (PG), Quattroemme, 2001
 

Da vedere nella zona

Chiesa di Sant’Egidio – Borroni
Chiesa della Madonna della Neve – Cave
Chiesa di Santa Maria – Tenne
 

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