Chiesa di Sant’Andrea e Biagio – Civitella Benazzone (PG)

La chiesa contiene due capolavori dell’arte rinascimentale italiana: Uno stendardo processionale del Bonfigli e una pala d’altare di Domenico Alfani collaboratore di Raffaello, solo questo merita una visita.

 

Cenni Storici

In origine due erano le chiese parrocchiali di Civitella: San Biagio e San Domenico.
La chiesa di San Domenico oggi è scomparsa mentre San Biagio esiste ancora; apparteneva per un terzo all’Abbazia di San Pietro di Perugia e per due terzi al monastero di San Paolo di Valdiponte, dal quale, nella formazione del censo sopra tutte le chiese soggette al medesimo (fatta nell’anno 1387) fu tassata per una libbra di candele l’anno, da pagare per le vesti dei monaci, peso confermato da Eugenio IV nel 1445.
La pieve di San Biagio, insieme a quella di San Donato, costituiva un beneficio semplice denominato “Sant’Orsola e San Donato” che fruttava scudi 10 di rendita, unitamente alla parrocchia di Sant’Andrea.
La chiesa parrocchiale dedicata a Sant’Andrea nel 1110, insieme ad altre chiese dipendeva anch’essa dal monastero di San Paolo di Valdiponte, in virtù di una conferma da parte del papa Pasquale II all’abate Guidone e successivamente tale possesso fu confermato da Celestino III nel 1122.
Questi pontefici fecero si che il monastero fosse esente da qualsiasi servizio o gravame secolare e non soggetta a nessuno se non alla Santa Sede apostolica, come dettato da una bolla intitolata “Abbazia S. pauli super ecclesiam Tabul“.
Già nell’anno 1526, la Parrocchia di Sant’Andrea e l’antica Pieve di San Biagio, entrambe situate in località Civitella Benazzone, risultano fuse in una sola Parrocchia.
La data certa di istituzione del fonte battesimale è sconosciuta, ma si sa che nel 1572 era attivo.
La Parrocchia nel 1763 risulta unificata a quella di San Michele Arcangelo e di Sant’Egidio, le cui chiese parrocchiali erano andate distrutte.
La Chiesa di Sant’Andrea fu restaurata nel 1787, riutilizzando il materiale che apparteneva alla demolita Chiesa di San Biagio e sei anni dopo, una volta finiti i lavori, venne benedetta.
Nel 1793 fu innalzato il campanile e nel 1800 vi si collocarono le tre campane, fuse a Perugia.
Nel 1922, per cura del parroco pro tempore, la chiesa fu nuovamente restaurata ed ampliata con l’apertura di due archi ai lati dell’altare maggiore.
Durante la seconda guerra mondiale tanto la chiesa parrocchiale, quanto il campanile, furono gravemente danneggiati dai tedeschi.
Passata la guerra, il parroco don Settimio Morozzi, si rivolse sollecitamente al Genio civile di Perugia, che li restaurò.
A causa però del terremoto dell’aprile 1984, la chiesa, il campanile e la canonica furono danneggiati; la chiesa ed il campanile sono stati tempestivamente restaurati, mentre per la canonica si è dovuto attendere il 1989.
Nel 1987 gli è stata aggregata la Parrocchia di Sant’Andrea in Morleschio, soppressa in quell’anno.
 

Aspetto esterno

La chiesa sorge nella parte più alta del paese ed il suo campanile ne diventa la punta.
La facciata si presenta semplice con un portale squadrato sormontato da una cornice a lunetta, al disopra si apre un oculo tondo; il tetto è a capanna ed il campanile è nella parte di fondo della chiesa.
 

Interno

L’interno è a navata unica e conserva due opere di notevole interesse artistico e storico: un gonfalone (tempera su tela, cm 200 x 45) restaurato nel 1946 e una pala d’altare di Domenico Alfani allievo di Raffaello.
Il Gonfalone processionale è nella parete destra in un altare insieme al fonte Battesimale, si tratta di una tempera su tela, delle dimensioni di cm 200 x 45 (1470-80), attribuito alla cerchia del Bonfigli ma con influssi del Caporali.
Vi è raffigurata la Vergine che protegge con il suo manto i fedeli dalle frecce scagliate dal Dio-Zeus irato (l’iconografia si riferisce alla peste e all’intervento divino per la cessazione).
Il dipinto è di rilevante importanza storica-topografica per la veduta di Civitella Benazzone in cui si vede la cittadella sovrastata da un palazzo-castello fortificato e cinta da mura merlate ora scomparse.
Il castello è raffigurato con le merlature e dalla chiesa di San Francesco esterna alle mura esce una processione di disciplinati bianco vestiti, mentre a sinistra è il palazzo comunale turrito; più in basso l’Angelo armato di lancia allontana la morte alata.
Maria al centro, dal volto sereno stende il suo manto broccato.
Fedeli e magistrati ornati, ingenuamente spartiti in uomini e donne, sono in preghiera tra S. Andrea e S. Sebastiano, mentre in alto attorniano la Vergine S. Francesco, S. Lucia, la Maddalena e S. Bernardino.
Sopra l’altare maggiore una tavola datata 1518, raffigurante l’Assunzione della Madonna di Domenico Alfani collaboratore di Raffaello.
L’Incoronazione della Vergine fu eseguita per la Chiesa parrocchiale di Civitella Benazzone, dove ancora oggi si conserva.
L’opera è datata come si può leggere sulla cornice “MDXVIII DIE MARTI MENSE IULII“. Apparentemente in buono stato di conservazione, la pala è stata oggetto di radicali restauri subito dopo la guerra; infatti durante quei tragici eventi subì gravissimi danni che provocarono delle estese lacerazioni alla pellicola pittorica.
Domenico Alfani realizzò una copia dell’omonimo lavoro di Raffaello, compiuto su commissione della nobile perugina Maddalena degli Oddi tra il 1502 e il 1503, un tempo nella Chiesa di S. Francesco al Prato a Perugia e oggi alla Pinacoteca Vaticana.
L’unico a ricordare l’ esistenza di questa tavola è Guardabassi, il quale è anche il primo ad avanzare l’attribuzione a Domenico Alfani.
Più tardi Gnoli la inserisce nell’elenco delle opere del pittore perugino.
Il motivo per il quale l’artista si rifece totalmente al precedente raffaellesco è probabilmente da attribuirsi ai desideri della committenza; infatti in opere contemporanee a questa, come la pala del Collegio Gregoriano, Domenico aveva dato prova di aver rinnovato, alla luce delle nuove tendenze artistiche fiorentine (Andrea del Sarto, Fra Bartolomeo), il proprio linguaggio pittorico.
Sulla parete sinistra vi è un’altro altare con tela un crocefisso ligneo e un organo a canne.
 

Fonti documentative

M. TABARRINI – L’umbria si Racconta – 1982
ONORIO ANTONINI – Castelli, Monasteri, Ville ed Eremi dell’Alta Valle Tiberina – 1991
Cartellonistica sul posto

http://turismo.comune.perugia.it/poi/civitella-benazzone-e-abbazia-celestina

https://it.wikipedia.org/wiki/Civitella_Benazzone

https://www.mondimedievali.net/castelli/umbria/perugia/civitella.htm

http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=45911

 

Da vedere nella zona

Castello di Civitella Benazzone
 

Mappa

Link coordinate: 43.204729 12.447895

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