Chiesa di Sant’Agostino – Gubbio (PG)


 

Cenni Storici

La chiesa di Sant’Agostino la si incontra appena prima di Porta Romana, sulla destra.
Il primo ottobre 1250 papa Innocenzo IV concede quaranta giorni di indulgenza a chi avesse contribuito con elemosine alla fabbrica della chiesa e del convento che gli eremitani Brettinesi della diocesi di Fano volevano costruire in Gubbio, la sua costruzione fu avviata nel 1251.
Molte donazioni, compere e concessioni di terreno sono documentate nei decenni seguenti a testimonianza delle dimensioni sempre maggiori assunte dall’insediamento eugubino.
Da una bolla di papa Niccolò IV del 1292 si apprende che la chiesa e il convento degli eremitani erano allora già terminati.
Nel 1293 Druda di Giacomo viene accolta come oblata nel convento eugubino.
Nel 1302, il cardinale Napoleone Orsini, si rivolge al vescovo di Gubbio affinché non sia fatto “pregiudizio alla detta Chiesa dei frati Agostiniani” durante la costruzione delle mura.
Nel 1335 ben due comunità locali di suore abbracciano la regola di Sant’Agostino e si sottomettono al convento eugubino.
Grandi lavori di trasformazione interessano la chiesa a partire dai tardi anni Sessanta del XVI secolo in questo periodo Sant’Agostino internamente è provvista di archi lungo le pareti laterali, atti ad ospitare otto cappelle per lato.
Probabilmente è in questa occasione che la facciata della chiesa viene ricostruita, al pari della prima campata della chiesa e del relativo arco diaframma.
Nel corso del XVII secolo la chiesa assume un nuovo aspetto, grazie soprattutto all’erezione di tre grandi mostre d’altare: quella lignea dell’altare maggiore, spettante alla compagnia del Santissimo Sacramento, realizzata tra il 1640 e il 1645 da Giacomo Casali su disegno del pisano Michele Buti; quella in stucchi dell’altare della Madonna del Soccorso, spettante alla compagnia della Madonna della Cintura, realizzata tra il 1636 e il 1638 dai fermani Simone di Adriano e Antonio di Pietro Marini; quella lignea dell’altare di San Nicola da Tolentino, posta dirimpetto alla precedente, e realizzata negli anni Cinquanta del Seicento.
Il 25 gennaio 1798, durante la Repubblica Cisalpina, il convento di Sant’Agostino è soppresso, ma gli agostiniani ne rientrano in possesso il 23 gennaio dell’anno 1800.
Il 20 agosto 1854 la chiesa viene solennemente consacrata dal Cardinale Giuseppe Pecci, Vescovo di Gubbio.
Con l’Unità d’Italia il convento è nuovamente soppresso e i frati nel 1869 sono espulsi e costretti a rifugiarsi in una piccola casa di Gubbio, eretta a sede temporanea della loro parrocchia.
Il convento demaniato dopo varie vicissitudini torna in possesso dei frati, sebbene solo parzialmente, nel 1901, in questa occasione è riscoperto, tra l’altro, il grande affresco quattrocentesco dell’arco trionfale, raffigurante il Giudizio Universale.
Attorno al 1920, a cura della Soprintendenza, si opera il trasferimento nella chiesa di Santa Maria Nuova dell’ornamento ligneo dell’altare maggiore, per rendere visibili gli affreschi del Nelli posti sulle pareti del coro.
Dopo l’incendio che nel 1957 distrugge l’altare di San Tommaso da Villanova e l’urna del Beato Pietro, gli eremitani si fanno promotori, con il contributo sostanziale della Soprintendenza dell’Umbria, dei restauri di alcuni dipinti murali della chiesa, tra i quali spiccano gli affreschi del coro e dell’arco trionfale.
 

Aspetto esterno

La facciata risale al XVIII secolo, mentre il fianco destro, coi piloni che sorreggono le arcate, è originario del Duecento.
A sinistra un portale immette al chiostro, da cui si accede ai vari ambienti del convento e al presepio permanente.
La torre del campanile è integralmente costruita in pietra calcarea e svetta sul chiostro, la sua datazione dovrebbe risalire ad un periodo posteriore a quello della chiesa, come lascia intendere la tamponatura di uno dei finestroni della chiesa al quale il campanile venne sovrapposto.
Altre tracce fanno ipotizzare che, almeno fino alla prima metà del ‘400, doveva esserci un piccolo campanile a vela absidale, in seguito sostituito dall’imponente torre campanaria.
 

Interno

L’interno si presente con una struttura ad un’unica navata con travature sorrette da grandi archi acuti di sostegno poggianti su pilastri.
Ha un coro quadrato e sette altari laterali su ciascun fianco.
A sinistra, procedendo dall’entrata, nel primo altare è raffigurato Gesù e la Samaritana (1580) di Virgilio Nucci (temporaneamente non in sito), nel seguente Crocifissione e santi di Felice Damiani e bottega, 1609.
Il terzo altare risale al 1902, nel quarto altare, opera di Giovanni Maria Baldassini, Madonna col Bambino in trono tra i santi Giovanni Battista e Caterina d’Alessandria, 1595.
Nel quinto altare, opera di un pittore ignoto, Madonna del Soccorso, 1485; poi di Virgilio Nucci, Assunzione di Maria tra i santi Agostino e Monica, all’ultimo altare della parete sinistra, opera di un ignoto pittore forse eugubino, Adorazione dei pastori.
Nel presbiterio, sopra l’altare, è appeso un Crocifisso ligneo sagomato attribuito a Ventura Merlini (1480-1500 circa).
Nell’arco trionfale è rappresentato il Giudizio Universale, grandioso dipinto murale col Cristo Giudice al centro che smista i corpi risvegliatisi dai sepolcri: a sinistra vanno gli eletti in paradiso, a destra i dannati sprofondano nell’Inferno; realizzato da Ottaviano Nelli con la collaborazione di un pittore sanseverinate, forse lo stesso Jacopo Salimbeni, e riscoperto sotto un velo d’intonaco agli inizi del Novecento.
Nell’intradosso sono affrescati gli Apostoli con al centro Cristo Benedicente.
Nella retrostante abside si ammira il ciclo di affreschi con le Storie di sant’Agostino, sempre di Ottaviano Nelli, opera fondamentale dello stile tardo-gotico in Umbria.
Il ciclo, composto da 25 scene di cui 22 in buone condizioni, con 31 episodi distinti, ricopre interamente le pareti del coro,è di notevole importanza per la storia iconografica agostiniana, è uno dei primi e più completi sulla vita del santo, i cui temi sono ripresi in parte dai testi agostiniani, in parte dalle leggende medioevali.
Ottaviano Nelli dipinse gli affreschi, commissionati dalla Comunità dei frati agostiniani del luogo: il contratto fu stilato presso il notaio Ser Guerriero, nei primi anni del Quattrocento, probabilmente dal 1410 al 1420 nel pieno della sua maturità artistica.
Il ciclo eugubino preannuncia l’opera di Gozzoli e nello stesso tempo racchiude in sé le tradizioni del Trecento.
Il ciclo si legge da sinistra a destra, iniziando dal registro superiore e contiene le seguenti scene:
Agostino lascia Cartagine
Agostino sbarca a Ostia
Agostino insegna retorica a Roma, Ambasciata a Simmaco
Agostino lascia Roma
Agostino a Milano
Agostino e Alipio ascoltano le prediche di Sant’Ambrogio
Agostino discute con Ambrogio
Simpliciano Tolle et Lege
Battesimo
Morte di Monica
Ritorno a Cartagine
Agostino ordinato sacerdote da Valerio
Agostino dà la regola
Agostino vescovo
Agostino sogna Girolamo, La trinità
Agostino disputa con gli eretici
Morte di Agostino
Funerali di Agostino
Traslazione del corpo via mare
Traslazione delle spoglie a Pavia
Agostino libera un prigioniero

Nella volta sono affrescato gli evangelisti, sempre di Ottaviano Nelli; sulla parete di destra San Giovanni Battista e Madonna col Bambino.
Scendendo lungo la parete destra, gli altari conservano varie decorazioni.
Nel sesto altare, di Virgilio Nucci, Madonna con il Bambino in trono tra i santi Agostino e Francesco (“Madonna di Montefiore“), al successivo, affreschi di Ottaviano Nelli e bottega, San Cristoforo, Santo vescovo e San Sebastiano.
Nella successiva cappella la Madonna di Grazia, affresco attribuito a Ottaviano Nelli.
All’altare di seguito, una tela di Giovan Battista Michelini, raffigurante l’Apoteosi di san Nicola da Tolentino, il Battesimo di sant’Agostino (1594) di Felice Damiani, poi, di Ottaviano Nelli, Madonna dell’Umiltà, santi e anime purganti (successivamente modificata in Madonna della Grazia nel XVII secolo) Virgilio Nucci, Deposizione di Cristo nel sepolcro e tracce di affreschi quattrocenteschi della bottega di Ottaviano Nelli, chiude la parete, sempre opera di Virgilio Nucci, Martirio di san Sebastiano.
 

Il Convento

Il convento di Sant’Agostino si sviluppa limitrofo alla chiesa.
Le testimonianze del chiostro graficamente relative e più antiche sono datate verso la seconda metà del ‘600.
Nell’800, si presume esistesse un colonnato interno perimetrale, successivamente abbattuto.
Alcune di quelle colonne successivamente sono state riutilizzate per altri edifici della città e del territorio circostante; una in particolare la si trova in un locale vicino all’ingresso del convento.
Al centro del chiostro si trovava la cisterna per la raccolta delle acque piovane, mentre in posizione laterale rispetto l’ingresso si trovava il pozzo, attualmente chiuso.
In corrispondenza dei bracci sud-orientali e sud-occidentali del chiostro esistevano sepolture e ossari.
Tracce del periodo gotico si trovano accanto all’ingresso che conduce ai piani superiori, dove è presente una fontanella sopra la quale si troviamo una pietra di ignota provenienza con la scritta “S. OBLATARUM“.
 

Fonti documentative

https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_Sant%27Agostino_(Gubbio)

http://www.bellaumbria.net/it/religione-e-spiritualita/chiesa-sant-agostino-gubbio/

http://www.santagostino.net/guida/chiesa_set.htm

 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Mappa

Link coordinate: 43.349581 12.584206

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