Chiesa di Santa Maria – Promano di Città di Castello (PG)

La chiesa si affaccia sulla strada, antico diverticulum romano che collegava Perugia e l’Alto Tevere alla Flaminia confluendo in questa nei pressi di Cagli.

 

Cenni Storici

La mancanza di documenti che riguardano questa parte di territorio è impressionante e non consentono di datare o di stabilire con precisione le vicissitudine storiche di questa chiesa, come sembra quasi che la storia non abbia mai percorso queste terre o perlomeno mai nessuno si è interessato a fare delle ricerche archivistiche e questo non solo per quanto riguarda l’edificio religioso in particolare, ma anche per paesi e castelli in esso compresi.
Sappiamo però che la diffusione del cristianesimo ha seguito le vie consolari romane e Promano si trova su un importante diverticulum che collegava l’alta Umbria (Città di Castello, Gubbio e Perugia), attraverso Pietralunga, alla Via Consolare Flaminia incrociandola in prossimità di Cagli. Dopo il 370 d.C. inizia la predicazione di personaggi divenuti poi, in molti casi, martiri e santi.
La leggenda vuole che l’Alto Tevere abbia conosciuto l’evangelizzazione agli inizi del IV sec. ad opera di San Crescenziano, martirizzato nel luogo di Pieve de’ Saddi, a Sud-Est di Città di Castello e nel V sec. Tifernun Tiberinum era divenuto sede vescovile e centro di diocesi.
La chiesa in oggetto sorge nel piccolo centro di Promano e stando alle poche informazioni si trovava sotto la Parrocchia di Santa Maria di Felceto; l’edificazione è stimata tra il XIV ed il XV secolo anche se alcuni dettagli architettonici fanno pensare che l’antica pieve possa datarsi ancora prima; altro elemento che anticipa l’edificazione è l’attribuzione dell’affresco sulla parete d’altare che lo Scarpellini asserisce sia di Marino da Perugia, pittore vissuto nei primi anni del 1300.
Se così fosse la chiesa si può considerare edificata già da tempo.
Più dettagliate notizie invece si hanno circa le Confraternite presenti in questa chiesa fra cui la Confraternita di Santa Maria che fu eretta il 22 marzo 1515 e aggregata al Gonfalone di Roma il 23 ottobre 1606; insieme a questa nella chiesa esistevano le Confraternite del SS. Nome di Dio e del Rosario.
La Confraternita della Vergine, istituita presso l’altare maggiore, aveva un priore che provvedeva all’amministrazione dei beni ed alla manutenzione della chiesa, inoltre c’era un cappellano, deputato dai confratelli, per la soddisfazione dei vari obblighi di messe; risulta ancora attiva nel 1843.
 

Aspetto esterno

La chiesa è a ridosso della strada e si presenta a croce latina dove al centro campeggia una cupola sorretta da un tamburo con otto aperture circolari e terminante con una lucerna centrale.
L’edificio è in pietra mentre la facciata esterna, che segue un semplice profilo a capanna, è integralmente intonacata.
Al centro sopra al portone di ingresso c’è un rosone privo di decorazioni, mentre ai lati dell’ingresso vi sono due finestre quadrate.
La chiesa è completata da un campanile a vela posto sopra l’abside.
Attraverso una lettura architettonica esterna si capisce che la chiesa originale doveva essere molto più piccola dell’attuale e che probabilmente ha subito un notevole ampliamento e rimaneggiamento forse nel 500.
 

Interno

L’interno a navata unica, divisa in due campate, è coperta con due grandi volte a crociera e termina con un’abside a pianta quadrata anch’essa coperta da una volta a crociera; le due cappelle laterali formate dal transetto sono a piante quadrata coperte da una volta a botte.
Entrando sulla parete destra, nella prima campata non si trovano elementi di significativi, mentre nella seconda campata si nota una traccia di affresco (non leggibile) in una apertura dell’intonaco.
Nella Cappella di destra, una nicchia sopra un modesto altare contiene un affresco ben conservato dove compare nel registro in alto un’Annunciazione datata 1551 (incisa nel leggio della Vergine) con Dio Benedicente e nel registro in basso Sant’Antonio Abate a destra e San Nicola di Bari a sinistra; nella spalla di sinistra della nicchia una scritta ricorda i committenti e riporta la data 1551.
Nella spalla di sinistra c’è la figura di Santa Lucia e sopra è riportato il nome della persona che la fece dipingere.
Sulla destra della nicchia nella parete è tornata alla luce una Madonna in Trono con Bambino e dall’aspetto il dipinto appare molto più antico di quello della nicchia.
Davanti al piccolo altare c’è un’antica acquasantiera in pietra.
Il presbiterio è rialzato di un gradino e l’altare maggiore di altri tre; alle sue spalle nell’abside campeggia una bellissima Madonna in Trono con Bambino forse opera di Marino da Perugia.
A sinistra dell’immagine sacra c’è un Crocefisso.
A destra e a sinistra della pareti del presbiterio due riproduzioni di San Pietro e San Paolo; a sinistra in alto una tela con la Natività della Madonna.
Scendendo nel transetto di sinistra troviamo un’altra nicchia con un altro affresco raffigurante la Madonna in trono con il Bambino tra San Cristoforo e Sant’Agata, in alto nell’arcatura Agnus dei; sulla parete destra della cappella l’urna di Santa Maria Goretti.
Nella parete sinistra scendendo verso la porta si nota il resto di un grande affresco dove sono visibili solo due angeli ai lati del lacerto ed un tendaggio rosso in alto.
 

Fonti documentative

Giovanni Muzi – Memorie ecclesiastiche e civili di Città di Castello

http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedaca.jsp?sercd=37931

https://www.beweb.chiesacattolica.it/enti/ente/467/Confraternita+della+Vergine+di+Promano#da=1&limite=10&ordine=rilevanza&action=CERCA&frase=promano&locale=it

IRRES Istituto regionale di ricerche economiche e sociali – Dorsale Appenninica Centro – Nord – 1994
 

Mappa

Link coordinate: 43.367938 12.265867

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