Chiesa di Santa Maria in Selce – Ronciglione (VT)

Non si può più parlare di un luogo di culto, ma di svariate macerie sparse nel terreno con modeste alzate rimaste.

 

Cenni Storici

I ruderi della chiesa si trovano sulle pendici del monte Fogliano, a 589 metri sul livello del mare, all’interno di un bel castagneto con magnifico affaccio sul lago di Vico.
La località è denominata sulla cartografia dell’Istituto Geografico Militare come S. Maria e il sito è contraddistinto dai quattro puntini che indicano la presenza di ruderi.
Si trova nel territorio del Comune di Ronciglione, ai confini con quello di Caprarola.
Forse nel luogo ove sorge la chiesa vi era un’area sacra dedicata a qualche divinità femminile, poi probabilmente vi è stato un insediamento eremitico.
Negli antichi documenti la si trova con il nome di Santa Maria di Monte Fogliano o Santa Maria del Lago; è stata costruita tra la fine del XV secolo e la fine del successivo dalla Camera Apostolica o dai Farnese, presumibilmente a uso dei tagliatori e dei carbonari che lavoravano nella macchia di Vico e delle loro famiglie, che abitavano nella masseria denominata “Procolo di S. Maria in Selce
La tradizione popolare la ricorda come “Santa Maria in Selce tutta d’oro“, ma non se ne conosce il perché.
La si trova menzionata nelle visite pastorali dall’anno 1670.
L’edificio faceva parte della giurisdizione parrocchiale di Ronciglione; è rimasto in funzione fino al XVIII secolo e poi iniziò un progressivo abbandono fino alla spoliazione delle parti architettoniche e al crollo pressoché totale.
Il nome della chiesa offre un chiaro riferimento alla particolare litologia del luogo.
Il sito è oggi di proprietà del Comune di Ronciglione.
Nei pressi dei resti della chiesa di Santa Maria in Selce, sono stati individuati due grandi ipogei grandangolari utilizzati presumibilmente per il ricovero degli animali impiegati nel trasporto dei materiali lapidei semilavorati estratti localmente, e un piccolo cunicolo con probabile destinazione idraulica, certamente a servizio della struttura religiosa e della piccola comunità ivi presente.
Della piccola struttura rimane in piedi solo l’arco ogivale che ne costituiva l’ingresso, e pochi altri elementi in alzato, ma fino a qualche decennio fa si intravedevano ancora tracce di affreschi.
 

Nota

Foto e testi di Pierluigi Capotondi e Silvio Sorcini.
 

Fonti documentative

Luciano Passini – Caprarola. Il paese e la sua storia – Roma 2002, pp. 235 -236
Il rupestre e l’acqua nel Medioevo Religiosità, quotidianità, produttività – a cura di Elisabetta De Minicis, Giancarlo Pastura
L’approvvigionamento idrico nelle aree vulcaniche dei Monti Cimini (Viterbo, Lazio) nell’antichità: nuove acquisizioni a cura di Andrea Sasso e Leonardo Maltese
Pacifico Chiricozzi – Le chiese delle diocesi di Sutri e Nepi nella Tuscia meridionale – Grotte di Castro 1990
 

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Mappa

Link alle coordinate: 42.318958, 12.149978