Chiesa di Santa Maria in Pantano – Montegallo (AP)
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Cenni Storici
Chiesa di S. Maria in Pantano – Montegallo (AP)
Chiesa di S. Maria delle Sibille
La notizia circa la fondazione di S. Maria in Pantano ad opera del vescovo ascolano Audore o Auclere (745-780) non è suffragata né dalla documentazione né dalla tradizione storiografica. il Capponi che per primo l’ha avanzata non porta infatti nessun elemento a sostegno delle sue convinzioni. Le più antiche notizie su questa chiesa provengono dalle carte dell’Abbazia di Farfa. L’imperatore Enrico III ne confermò il possesso con solenne privilegio del 16 settembre 1050 su richiesta dell’abate Bernardo I. Molto probabilmente l’Abbazia ne venne in possesso per le donazioni fatte nel maggio del 1039 dai signori feudali della zona montana del Comitato Ascolano. Della chiesa non si hanno ne notizie certe della costruzione ne elementi stilistici e costruttivi per desumerne la datazione visto che il bene fu profondamente trasformato a partire dal 1612. Le prime notizie relative alla chiesa risalgono al1039 e di conseguenza la sua costruzione è anteriore a questa data. Il possesso della chiesa fu riconfermato anche dagli imperatori germanici Enrico IV ed Enrico V rispettivamente negli anni 1084 e 1118. Il privilegio di Papa Innocenzo III ci informa che presso la chiesa di S. Maria in Pantana era eretto un monastero detto “Monasterium Sancte Mariae in Pantano”. Nel 1125, l`abate di Farfa Adenulfo I emise una “costituzione“ con la quale impegnò una sessantina di monasteri dipendenti, quelli più dotati di rendite patrimoniali, a versare un canone annuo all’amministrazione centrale della Badia di Farfa. Fra questi furono inclusi anche i monasteri montegallesi di S. Maria in Pantano e S. Maria in Lapide che entrarono nella categoria dei monasteri ”manuali”. Nel 1295 , l’amministratore dell’Abbazia di Farfa aggiornò l’elenco delle chiese includendo nuovamente i due monasteri montegallesi. Il 14 aprile e il 7 novembre del 1290 il preposto di S. Maria in Pantano paga le decime straordinarie imposte da papa Nicolo IV. In attuazione delle disposizioni, emanate col concilio di Trento, che miravano alla graduale soppressione dell’ordinamento delle “diocesis nullius”, nel 1571, il papa Pio V, nella bolla istitutiva della diocesi di Ripatransone le assegnò sette paesi appartenenti alla giurisdizione della ”diocesis nullius Farfensis” e nel contempo aggregò alla diocesi di Ascoli alcune chiese esistenti in Offida, Capradosso, Acquasanta, Arquata e Montegallo, compresa anche la chiesa di S. Maria in Pantana. Nel 1612, alla chiesa fu data la forma attuale, con l’allungamento verso nord, utilizzando il materiale del convento abbandonato. Solo la facciata con le prime tre campate restano come testimonianza della originale chiesa romanica. Soffitto e pareti interne vennero affrescate molto probabilmente dopo il 1612, anno di costruzione dell’ampliamento della chiesa, da M° Martino Bonfini di Patrignone, il quale negli anni 1610, 1612 aveva dipinto la cappella della Madonna del santuario dell’Ambro a Montefortino. Nel 1801, arretrato e impostato sul muro della facciata, viene costruito il campanile a vela, con monofora centrale arquata, ospitante una sola campana. Incise su pietra, vi restano due segnature: una appare sul lato sinistro della vela: “M.A.D.A.V.S.”, l’altra sulla chiave dell’arco della monofora reca l’anno: “1801”. La campana bronzea fu fusa nel quattrocento, caratterizzata dai rilievi della crocifissione, della Madonna con Bambino e S. Antonio Abate, il tutto arricchito da un epigrafe in caratteri gotici. L’edificio non subisce danni particolari a seguito dell’evento sismico del 26/09/1997.