Chiesa di Santa Maria Giacobbe – Arvello di Foligno (PG)
Chi era Santa Maria Giacobbe e come si è sviluppato i suo culto nella montagna folignate
Per capire questa dedicazione della chiesa e come si è sviluppato il culto di Santa Maria Giacobbe, molto diffuso nella montagna folignate, occorre fare chiarezza e spiegare per sommi capi chi era questa Santa e come dalla Palestina sia arrivata a Pale tanto da lasciare l’impronta del suo piede nella roccia dell’Eremo.
Di Maria, la madre di Gesù, sappiamo che i genitori erano Anna e Gioacchino eppure, nei vangeli ufficiali, i loro nomi non compaiono mai, queste notizie le sappiamo dai Vangeli apocrifi, non ammessi dalla chiesa, il Protovangelo di Giacomo e il Vangelo dello Pseudo Matteo.
La soluzione del dilemma della parentela di Gesù Cristo venne trovata con il cosiddetto
“Trinubium Annae” secondo tale versione Anna (Madre di Maria e nonna di Gesù), rimasta vedova di Gioacchino, avrebbe celebrato un secondo matrimonio andando in moglie, secondo i costumi del tempo, al fratello di Gioacchino, Cleofe o Cleopha, poi nuovamente vedova contrasse un terzo matrimonio con un secondo fratello di Gioacchino, Salome o Salomè.
Dai successivi matrimoni Anna ebbe altre due figlie femmine a cui impose lo stesso nome Maria.
La prima Maria (la Madonna) sposò Giuseppe ed ebbe un unico figlio, Gesù.
La seconda Maria (Maria Cleofe) ebbe dal suo sposo Alfeo quattro figli (Giacomo il Minore, Giuseppe il Giusto, Simone e Giuda Taddeo).
La terza Maria, (Maria Salomè o Salome) generò dal suo sposo Zebedeo due figli (Giacomo Maggiore e Giovanni Evangelista) e fu detta, in seguito, Giacobbe proprio per aver dato i natali al suo primogenito (Maria di Giacomo = Maria Giacobbe).
Tutte seguirono Gesù con i propri figli e dopo la morte di questo, per sfuggire alle persecuzioni lasciarono la Palestina.
La tradizione racconta che Maria Salomè (Giacobbe) insieme a Maria Maddalena, e Maria di Cleopha) fuggì via mare con i futuri Santi Massimino e Lazzaro (famoso per l’episodio della resurrezione e da molti considerato fratello di Maria di Magdala) dopo la decapitazione del figlio Giacomo avvenuta nel 44 d.C. ad opera di Erode Agrippa.
Le tre Marie sbarcarono sulle coste francesi nei pressi di Marsiglia e cominciarono l’opera di evangelizzazione (E’ attestato storicamente che il cristianesimo cominciò a diffondersi in Europa proprio dalla Gallia).
Maria Maddalena tornò indietro fino a Rennes le Chateaux e diede ad una vita eremitica e visse per trent’anni in una grotta di Sainte Baume mentre Maria Salomè e Maria di Cleopha rimasero nella zona della Camargue e passarono alla storia come “Le Tre Marie“.
Una prima versione le vuole morte in quella zona infatti a Saintes-Maries-de-la-Mer ancora oggi, si festeggia Maria Jacobi il 25 maggio dove si tiene una processione in cui tutte e tre le sante vengono portate al mare, per rievocare il momento dello sbarco sulle coste camarguesi, avvenuta circa duemila anni fa; Maria Jacobi e Maria Salomè sarebbero rimaste qui dove avrebbero trovato sepoltura in una cripta e al di sopra dì essa fu eretta una chiesa a fortezza.
Una seconda versione vuole che Maria Salomè ad un certo punto decise di mettersi in viaggio a insieme a Biagio e Demetrio, lasciati i Pirenei e attraversati gli Appennini giunsero nel Lazio a Veroli (FR), i due furono martirizzati dai pagani che non tolleravano la loro opera di evangelizzazione e Maria morì poco dopo probabilmente in seguito ad un pestaggio a sangue.
La Santa fu quindi proclamata patrona di Veroli e, ancora oggi, viene festeggiata, ovviamente il 25 maggio di ogni anno.
Per arrivare nel Lazio attraversando gli Appennini deve essere per forza passata per Foligno ecco quindi spiegato il culto di Santa Maria Giacobbe nell’area folignate e soprattutto sulla sua montagna dove sono più di uno i casi di riferimento a questa Santa, questa chiesa ne è testimonianza.
A Pale poi, vicino al punto in cui ora sorge l’eremo, passava la strada principale, la via Plestina verso Roma e qui la Santa pare abbia cercato una grotta per ritirarsi e durante la salita all’eremo abbia lasciato l’impronta del suo piede.
Ma forse più delle memorie del passaggio della Santa alla diffusione del culto sulla montagna avrebbero contribuito notevolmente i monaci orientali in transito e provenienti da Pale i quali avrebbero suggerito a quegli abitanti il culto verso questa santa, ancora oggi loro patrona.
Nei secoli XIV-XV la devozione verso S. Maria Giacobbe era abbastanza diffusa nella diocesi di Foligno, tanto è che l’arte dei Funari nel proprio Statuto, redatto nel 1385, tra le feste “da essere guardate” aveva inserito “Sancta Maria de Jacoba“.
L’Eremo di Pale divenne il fulcro della devozione essendo la cerniera che legava la piana alla montagna, ma il culto si amplificò anche nei dintorni, tanto che la ritroviamo raffigurata in più chiese, nelle zone della montagna, in particolare in questa chiesa di Arvello a lei dedicata.
All’interno vi è una statua lignea che la ritrae con vestito rosso e mantello verde,
impreziosito da una bordatura in oro.
Inoltre, è possibile ammirare un’altra statua di Maria Giacobbe, interamente vestita di blu, con rifiniture e arazzi in oro, anche nella chiesa di Costa d’Arvello.
Infine è possibile trovarla nel piccolo santuario della Madonna del Piano.
Qui troviamo Maria Giacobbe in un abito verde acqua con maniche e il collo del vestito bordato di blu e ornato da un merletto bianco, dalle spalle scende un leggero e voluminoso mantello rosso, il capo è coperto da un velo bianco; nelle mani ovviamente, il vasetto degli unguenti, che la caratterizza.
Questo dipinto, presente sull’arcata che divide la chiesa a metà, pone Maria Giacobbe in una posizione di rilievo, in quanto tutti possono ammirarla.
Nella stessa chiesa la Santa era anche rappresentata in una natività del 1520 di Paolo Bontulli distrutta dal terremoto del 1997 dove nella scena compaiono le levatrici di Gesù e una è Maria di Giacomo.
Chiesa di Santa Maria Giacobbe
La chiesa in origine aveva la dedica alla Madonna del Carmine è citata per la prima volta in occasione della visita pastorale effettuata nel 1699 da monsignor Troili nella sua diocesi di Foligno.
A quanto risulta, tuttavia, fino agli anni Quaranta del secolo scorso ad Arvello non esisteva una vera chiesa, ma si utilizzava come luogo di culto un ambiente posto all’interno di un edificio privato, in cui era conservata una tela della Madonna del Carmelo.
Questo edificio esiste ancora, sebbene sia stato trasformato in magazzino.
Nel 1950 venne realizzata la chiesa attuale a sua volta colpita dal terremoto (1997).
Aspetto esterno
La chiesa ha un tetto a capanna con il campanile sulla fiancata destra; la facciata presenta un portale semplice arcuato sovrastato da un oculo circolare.
E’ stata ristrutturata dopo il terremoto del 1997 e ridipinta esternamente con colore rosa dal gusto discutibile.
Interno
L’interno è semplice a navata unica con pareti intonacate.
Il presbiterio è rialzato di due gradini e sull’altare maggiore entro una cornice di marmo a forma di tempio è posta la tela raffigurante la Madonna col Bambino e le anime del Purgatorio, risalente al XVII secolo.
La Madonna sorreggere il figlio col braccio sinistro ed entrambi portano in mano delle lanterne
le quali rappresentano la luce divina che illumina e porta in salvo le anime travolte nel fuoco del Purgatorio.
Su una mensola della parete destra una statua lignea di Santa Maria Giacobbe titolare della chiesa e patrona di Arvello di pregiato modellato scultoreo e pittorico, donata dall’artigiano Corrado Runggaldier di Ortisei, che la realizzò negli anni Sessanta del secolo scorso.
La Santa è qui rappresentata con vestito rosso e mantello verde impreziosito da una bordatura in oro.
L’illuminazione interna è garantita oltre che dall’oculo sopra il portale da ben 4 finestroni due per ogni parete.
Fonti documentative
Istituto Comprensivo Statale Foligno 5 Scuola di Casenove – La Terza Maria – Anno Scolastico 2015-2016
Don Mario Sensi – Vita di pietà e vita civile di un altopiano tra Umbria e Marche (secc. XI-XVI)
Fabio Bettoni Maria Romana Picuti-La Montagna di Foligno Itinerari tra Flaminia e Lauretana – 2007
Nota
Le foto della statua di Santa Maria Giacobbe e dell’altare con tabernacolo sono di Ivan Petrini che sentitamente ringrazio.