Chiesa di Santa Maria – Fondi di Foligno (PG)

La chiesa si trova fuori dal castello di Fondi sulla strada per Cariè; per le chiavi chiedere a qualche abitante del posto.

 

Cenni Storici

La Chiesa di Santa Maria, poi di Santo Stefano di Fondi, è situata in una posizione leggermente decentrata rispetto al paese, compare per la prima volta nella relazione redatta dal visitatore apostolico Pietro Camaiani nel 1573.
Il luogo sacro, che si asseriva fondato quaranta anni prima dagli uomini della villa, era ubicato ” fere infra domos ” ed era unito alla parrocchiale di Santo Stefano in Gallano, da cui distava circa settecento metri.
Durante la visita pastorale da lui effettuata (1646), il vescovo Montecatini stabilì di trasferire nella chiesa di Santa Maria la campana della vicina chiesa di Santo Stefano in Gallano, che minacciava rovina.
La chiesa di Santa Maria in Fondi figurerà come tale nelle visite pastorali fino a quella di monsignor Trenta (1786-1792), quando compare con il nome di parrocchiale di Santo Stefano, probabilmente in relazione alla traslazione del titolo di Santo Stefano in Gallano alla parrocchiale già dedicata a Santa Maria.
La chiesa figura tuttora nella diocesi di Foligno con il nome di Santo Stefano.
La chiesa non è stata mai sconsacrata e tutt’ora vi si celebra in maniera occasionale.
 

Aspetto esterno

L’edificio, risalente alla prima metà del Cinquecento, ma più volte rimaneggiato nel corso dei secoli, mostra una facciata in materiali locali, con tetto a capanna, oculo centrale e porta ad arco, ampliata sul lato destro da un’aggiunta successiva.
Presenta un campanile cuspidato cuspidato ( privo di campane ) aggiunto successivamente.
 

Interno

L’interno si presenta come una grande aula rettangolare, con copertura a travi in ferro e volticine, risalente all’inizio del Novecento.
Sulla parete laterale sinistra sono visibili due dipinti murali a carattere votivo, raffiguranti Santa Lucia e Sant’Antonio Abate.
Al di sotto delle figure è un’iscrizione con il nome dei committenti e la data 1601 ” Fe fare Pelegrino de Angelu ed Agustino co Pietro D. Bartolo “.
Sopra l’altare maggiore si trovava, prima del sisma del 1997, una tela del Settecento raffigurante la Madonna Immacolata.
Nella sacrestia è conservata la campana.
Il pavimento originale conserva accanto all’ingresso le tracce delle due colonne che sorreggevano la Cantoria con l’organo che però sono spariti entrambi negli ultimi decenni.
 

Storia della mensa d’altare

Durante i restauri conseguenti il terremoto del 1997 la chiesa ha subito interventi massivi per cui diverse suppellettili danneggiate sono state rimosse e fra queste una pietra che da un residente sig. Silvano Fongo è stata riconosciuta come la mensa d’altare con incastro e relative reliquie.
La pietra è stata diligentemente custodita fino alla fine dei lavori dopodiché il sig. Silvano ha provveduto a ricostruire il nuovo altare che non era stato rifatto.
Per base è stato messo un grosso tronco di albero e come piano è stata apposta una grossa tavola di legno dove al centro è stata scavata un’apertura dove è stata incastrata la vecchia pietra con le reliquie probabilmente appartenenti a Santo Stefano, Santo cui è dedicata la chiesa insieme a Santa Maria.
Ora la chiesa è in piena efficienza e tutto questo questo grazie alla sensibilità e all’accortezza di un residente.
 

Festa della chiesa

La festa di santo Stefano viene celebrata il 26 dicembre, ma la festività più sentita è tuttavia quella dedicata al Cuore Immacolato di Maria, che si celebra nel mese di giugno con una processione.
 

Fonti documentative

F. Bettoni M. R. Picuti – La Montagna di Foligno Itinerari tra Flaminia e Lauretana – Edizioni Orfini Numeister 2007
 

Da vedere nella zona

Chiesa di Sant’Andrea di Cariè
Parco naturale della Palude di Colfiorito
 

Mappa

Link alle coordinate

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>