Chiesa di Santa Maria di Piazza – Campi di Norcia

La chiesa sorge all’interno del castello di Campi

 

Cenni storici

La chiesa di Santa Maria di Piazza, si trova all`interno del castello di Campi, a poca distanza dalla Chiesa di Sant`Andrea, nei pressi della piazzetta contigua alla porta castellana, a prima vista poco riconoscibile rispetto alle abitazioni della via.
La chiesa, inizialmente intitolata a Santa Maria della Misericordia, aveva un ospedale annesso ed è stata fondata nel 1351.
 

Aspetto esterno

Presenta un portale ogivale trecentesco con Agnus Dei nella chiave di volta, l’elemento centrale che forma l’arco, e ghiera a fogliami; si apre sul prospetto di una casa con finestre cinquecentesche in alto, una monofora nel mezzo e una finestra lunettata munita di grata.
È affiancata da un campaniletto a vela. Nel 1476 ne è stata migliorata la fabbrica.
Seppur colpita da violenti e numerosi terremoti che l’hanno portata più volta ad essere rimaneggiata e restaurata, la chiesa conserva a tutt’oggi buona parte dei decori e degli affreschi del XV e XVI sec.
 

Interno

L’interno è diviso in tre navate, l’ingresso immette nella prima delle tre navatelle in cui si articola lo spazio interno, tra pavimento a “schiazze” datato al centro 1562 e volte a botte poggianti su sei pilastri,su cui sono dipinti episodi della Passione di Cristo.
L’altare di sinistra è dedicato alla Vergine del Carmelo.
La volta della navata centrale era occupata da sei storie di Gioacchino e Anna e della Vergine di cui sopravvivono più o meno integri quattro episodi e alcune scritte lacunose esplicative dell`intero ciclo in vernacolo.
L`autore è individuato in Giovanni Sparapane che qui parla uno squillante linguaggio tardo-gotico, quasi originato dalla prossimità geografica e culturale di Camerino e Foligno, senza trascurare gli influssi di Nicola da Siena, già da tempo installato in zona.
Ogni episodio è descritto da interessanti didascalie in volgare;colpiscono la vivacità dei colori, i numerosi dettagli resi dal pittore, come i copricapi nella scena dello sposalizio della Vergine, le ricche architetture gotiche e la decorazione degli abiti.
Iniziando dalla parte sinistra adiacente la parete di fondo:
Gioacchino e Anna cacciati dal Tempio dal sommo sacerdote Ruben, perché per la loro sterilità non avevano potuto offrire il sacrificio del primogenito, la didascalia dice: QUANDO JOVACHINI E ANNA FORTI CACCIATI DALLU TEMPIU.
Sogno di Gioacchino, nella solitudine di una capanna gli apparve, dopo quaranta giorni di preghiere, l’angelo consolatore. Ebbe così la visione della nascita di Maria, la didascalia comincia: QUANDO JOACHINO ANDO….
• Affresco non leggibile, probabilmente la nascita della Vergine
• Affresco non leggibile
Presentazione della Vergine al Tempio, la didascalia dice: QUANDO LA VERGENE MARIA FO OFFERTA ALLU TEMPIU
Matrimonio della Vergine,che indossa una leggiadra veste nuziale ed un assorto e attempato San Giuseppe, la didascalia dice: QUANDO FO SPOSATA LA VERGENE MARIA DA ISEPPE.
Di diversa mano sembrano le altre immagini ricomparse dopo il terremoto del 1979; tra queste, in controfacciata, un energico Sant`Antonio Abate in cattedra, frontale come da tradizione, accompagnato da un irsuto maiale nero, di quelli che un tempo s’allevavano nei boschi.
Un mite Sant’Amico boscaiolo che invece della solita scure ha una ronca inastata, la “sfrondarola” e, in mano, la corda cui doveva essere legato il lupo che gli divorò l’asino; la Madonna della Misericordia.
L’altare ligneo centrale,dedicato alla Beata Vergine Maria, si addossa ad un arcone con resti di decorazione a racemi nell`intradosso (sec. XV).
Ora è spoglio, ma qui furono sistemati nel `600 i pannelli smembrati di un polittico da attribuire ad Antonio o Giovanni Sparapane (sec. XV), ora al museo diocesano di Spoleto.
Il polittico, privato già in antico dell’elemento centrale, probabilmente la Vergine cui è dedicata la chiesa e sostituita da una scultura tardo cinquecentesca, datato 1464 –1468, si presenta a cinque pannelli divisi da esili colonne tortili sorreggenti archi polilobati e continuate a guglie snellissime intagliate a pigne fino al fiore terminale.
La cimasa presenta cinque cuspidi, di cui quella centrale trilobata e le altre, triangolari, adorne di Gattoni terminanti a giglio.
Nei pannelli sono raffigurati i Santi Giovanni Battista, Pietro, Andrea e Benedetto: nelle cuspidi l’Eterno benedicente tra due angeli, l’Annunciazione e i quattro Evangelisti.
Sull’altare di destra, anch’esso ligneo e ora spoglio, c’era un`interessante Madonna dei Raccomandati su tela (detta localmente “delle braccia sparse”), del 1641 (la predella è posteriore, del 1662), conservava al centro il tabernacolo delle reliquie.
Nella navata di destra, sulla volta a botte episodi della Passione di Cristo e almeno cinque tondi sotto la scialbatura, di schema giottesco; nei sottarchi Profeti con cartigli; a fianco del primitivo ingresso c’è un Angelo trecentesco con altri frammenti.
 

Fonti documentative

Guerrini G. Le Chiese di Santa Maria

http://www.lavalnerina.it/

Toscano B., Giacchè L., Ragni B., (1977), L’Umbria. Manuali per il territorio. La Valnerina. Il Nursino. Il Casciano, Roma, Edindustria
 

Nota

La galleria fotografica ed i testi sono stati elaborati da Silvio Sorcini
 

Da vedere nella zona

Chiesa di Sant’Andrea – Campi
Pieve di San Salvatore – Campi
Chiesa della Madonna Bianca – Ancarano di Norcia
 

Mappa

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