Chiesa di Santa Maria della Neve – Camerata di Todi (PG)
Cenni Storici
Già Chiesa di Santa Maria de Arcionibus o degli Arcioni o Arconi, situata sopra un’amena collina, a sud di Camerata, lungo la strada per la località “La Foca”, la chiesa romanica, di antica origine, deriva il nome dalle robuste arcate da cui era abbellita.
Dalle caratteristiche della muratura si può far risaline ai primi anni del XII secolo.
Prosperò a lungo sotto il reggimento di un priore e di tre canonici: fu anche chiesa parrocchiale.
Intorno al Cinquecento doveva essere molto deperita, quando, secondo una tradizione popolare, ancora tramandata verbalmente dalla gente del luogo, vi cadde la neve il 5 agosto; l’evento miracoloso portò alla ricostruzione della chiesina, che ebbe rifatta la facciata e una nuova decorazione dell’abside.
Da allora per la gente del luogo fu la chiesa della Madonna della Neve, nome che ancora oggi conserva.
Nel “Dizionario Topografico Tudertino“, redatto nel 1765 dal canonico Giambattista Alvi, si legge intorno all’antichissima Chiesa di Santa Maria:
“S. Maria, Canonica degli Arcioni, Villa distrutta in tenuta di Camerata, con chiesa detta di S. Maria in Arcionibus per essere fabbricata con Archi, era già Canonica di un Priore e tre Canonici; oggi ridotta ad un piccolo oratorio e traslato il titolo di Chiesa parrocchiale nella Chiesa di S. Caterina V. e M. entro il Castello di Camerata; e la Villa ridotta a pochi resti di fabbricato“.
Nell’annuario di Todi del 1927 si legge:
“…Di questa rimane oggi la sola metà posteriore, con la parte absidale e i lati in pietra ben levigata e squadrata; della parte anteriore invece rimangono gli avanzi dei muri; la facciata è costituita da un muro fatto trasversalmente e intonacato.
Questi resti della antica costruzione e l’altare – conservato in un angolo dell’interno e formato da una robusta mensa in pietra, sorretta da una colonna – dimostrano l’origine romanica della chiesa. L’intonaco copre tutto l’interno e forse nasconde le vecchie decorazioni; nell’abside, sopra l’altare, si trova un affresco rappresentante la Vergine col Bambino in trono, coronata da Serafini; la pittura benché molto sciupata e rifatta, può ritenersi d’imperfetta mano del Cinquecento“.
A pag. 134 di “Todi e i suoi circuiti del paesaggio” così è scritto:
“Di essa non rimangono che le pietre dell’abside, la robusta mensa dell’altare e una sbiadita e mediocre pittura (La Vergine col Bambino) del sec. XVI.”
La chiesa aveva dato il nome alla Canonica degli Arcioni, forse da identificare nel sottostante piccolo abitato di La Foca, ove rimane una costruzione che, dalla tradizione popolare, è la vecchia “Casa delle monache” e che presenta caratteristiche costruttive cinquecentesche.
Oggi fortunatamente la chiesina è stata recuperata, anche se i recenti eventi sismici anno fatto riapparire preoccupanti crepe.
Aspetto esterno
La facciata del piccolo impianto campestre, in muratura a facciavista, come il resto della chiesa, presenta le caratteristiche tipiche di un edificio votivo cinquecentesco, con semplice portale in laterizio affiancato da due finestrelle simili e sovrastato da un’apertura rettangolare che da luce all’interno.
L’abside semicircolare è però tipica del primo romanico, a dimostrazione che la chiesina ha subito, nel corso dei secoli un rilevante intervento di ristrutturazione.
Interno
L’interno è a navata unica, le pareti del corpo della chiesa sono realizzate in pietra calcarea a facciavista, la copertura è voltata a botte, costruita in laterizio e intonacata.
La copertura è impostata su travi e limette lignee, pianellato laterizio; il manto è in coppi e sottocoppi.
L’abside semicircolare si presenta affrescata, vi si trova una raffigurazione cinquecentesca della Madonna col Bambino in trono, coronata da Serafini.
Nel corso dei lavori di ristrutturazione è riemersa parte dell’antica decorazione a fresco, Quattro Santi, dall’aspetto molto arcaico, probabilmente risalente al XII secolo.
La pavimentazione è realizzata in cotto fatto a mano.
Fonti documentative
http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/
http://archeoumbria.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2012/05/annuario_1927.pdf
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
Nota di ringraziamento
Si ringrazia la Diocesi di Orvieto – Todi per la disponibilità e per aver concesso le autorizzazioni alla pubblicazione.