Chiesa di Santa Maria della Misericordia – Spoleto (PG)

La chiesa non è visitabile anche se il complesso è di notevole interesse e meriterebbe una migliore fruibilità e un uso più consono, gli affreschi necessitano di consolidamento e restauro.

 

Cenni Storici

La chiesa si trova al piano inferiore della turrita abside della chiesa di San Nicolò, il grande tempio costruito dagli agostiniani sull’area delle due antiche chiese di San Nicola e San Massimo.
Nel 1263 l’originaria chiesa dedicata a san Nicolò da Bari fu, infatti, concessa dal vescovo Bartolomeo Accorambi ad un nucleo di Agostiniani eremitani, già presenti nel convento attiguo alla chiesa dei santi Concordio e Senzia, ora San Salvatore, in Spoleto.
Più tardi gli agostiniani acquistarono anche la vicina chiesa di San Massimo e altre case; sull’area complessivamente a disposizione edificarono una nuova chiesa dedicata ai santi Agostino, Nicolò e Massimo: nel 1304 fu collocata la prima pietra.
Coeva alla soprastante, cui funge da basamento, risale pertanto ai primi anni del XIV secolo; probabilmente le due chiese non sono mai state comunicanti tra loro.
Era sede della confraternita laica della Misericordia e della Buona Morte, i cui membri, con indosso il cappuccio nero, accompagnavano i defunti nell’ultimo viaggio.
Come la superiore era tenuta dagli agostiniani.
La chiesa attualmente non è visitabile, è utilizzata dalla Caritas Diocesana come magazzino.
 

Aspetto esterno

Il portale principale e più pregiato, composto fasci di colonnine con capitelli ornati di motivi vegetali, rosette e testine umane, affaccia su una minuscola piazza.
Attorno all’arco c’è una ghiera impostata su mensole fogliate, sopra, in posizione centrale è scolpito un pellicano.
La leggenda narra che il pellicano si ferisce il petto per far bere il sangue ai piccoli, o mangiare la sua carne, a seconda delle versioni.
È quindi un’allegoria del Cristo che dona il proprio corpo per la salvezza dei suoi figli, simbolo cristiano di sacrificio e carità.
Analoga simbologia si può vedere anche nel pulpito esterno destro del Duomo.
L’altro portale, opposto al primo e rivolto verso le mura ciclopiche, ora tamponato, è meno pregiato, si presenta corroso e frammentario, ha attorno all’arco una ghiera impostata su mensole fogliate, sopra, centralmente, è posto un Agnus Dei.
Poggia anch’esso su fasci di colonnine con capitelli ornati di motivi vegetali e testine umane.
 

Interno

L’interno ricalca nell’aspetto l’architettura della soprastante tribuna di San Nicolò, è costituito da un’unica navata a pianta poligonale, nonostante le ridotte dimensioni offre una sensazione di grandiosa spazialità, pienamente percepibile pur con il degradante uso a magazzino.
È coperta da una volta a costoloni molto sporgenti che formano sette volticelle impostate su mensole in pietra.
La navata si conclude con un presbiterio rettangolare, coperto da una crociera a costoloni e racchiuso nei lati corti da muri incorniciati da arconi acuti.
L’intera aula è affrescata in maniera ricca e pregiata, sopra la porta d’ingresso è effigiata una Madonna della Misericordia tra due angeli e due santi.
Sul piedritto sinistro del portale si intuisce a malapena un San Cristoforo di dimensioni maggiori alla norma, poi, appena a sinistra un Santo in cattedra.
Proseguendo a sinistra Presentazione della Vergine al Tempio, ormai quasi illeggibile, ma di ottima mano.
Ancora a sinistra Cristo Crocifisso, posto su una croce trilobata, effigiato sull’esempio del volto sacro di Lucca.
Il Cristo crocifisso, ma triumphans, dallo sguardo sereno e penetrante, è vestito all’orientale, con una tunica “manicata” e la corona regale.
L’iconografia simboleggia il superamento delle sofferenze terrene legate alla morte e la proiezione in un’altra dimensione, quella della vita eterna.
Gli ortodossi vedono in essa il Cristo vincitore sulla morte e sul peccato ed il trionfo della vita eterna sulle tenebre.
Segue un Santo non identificato con in mano un libro.
Più avanti è affrescata una Madonna col Bambino in trono, con a sinistra Santa Caterina d’Alessandria e a destra San Michele Arcangelo.
Sopra la porta secondaria, ormai quasi illeggibile, un Santo entro un’edicola.
A sinistra della porta un’Annunciazione trecentesca, con la parte centrale quasi completamente persa.
A destra dell’altare di destra del presbiterio si trova uno dei migliori affreschi trecenteschi di Spoleto, attribuito da taluni al Maestro di Fossa, raffigurante una Crocifissione coi dolenti Maria, Giovanni Evangelista e Sant’Agostino ai piedi della croce, in un riquadro gli strumenti della passione.
Si legge l’iscrizione, in latino:
SANTE AUGUSTINE CUR HOC MIRARIS? / MORIOR NE TU MORIAS ASPICE ITA TALIS / PER TE DATUR OSTIA TALIS “(Oh Sant’Agostino di che ti meravigli? Io muoio perché tu non muoia. Considera che questo sacrificio è offerto per te)”.
Probabilmente è opera dello stesso pittore trecentesco che ha affrescato una delle due crocifissioni all’interno dell’abside di San Michele Arcangelo di Beroide, altra pregevole opera dal gusto ancora gotico.
Anche qui, come nella parrocchiale di Beroide “La figura del Cristo è raffigurata non nel momento drammatico e doloroso della morte, ma nel sereno momento dell’imminenza del superamento di essa, in un atteggiamento che imprime al volto una diffusa dolcezza dove il dolore fisico è dominato e vinto sino a raggiungere un’intensità spirituale di particolare valore estetico“.
La stessa mano si nota oltre che nel volto del Cristo anche nel delicatissimo perizoma.
Madonna in trono col Bambino poppante con a sinistra un Santo non riconoscibile e a destra Santa Caterina d’Alessandria.
Chiude la serie degli affreschi, nel muro a destra dell’ingresso, Madonna in trono col Bambino poppante con a sinistra e a destra Santa Caterina d’Alessandria.
Tutto il complesso è di notevole interesse, meriterebbe una migliore fruibilità e un uso più consono, gli affreschi necessitano di consolidamento e restauro.
 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Fonti documentative

S. Ceccaroni – La Crocifissione nella chiesa di S. Angelo di Beroide – in Spoletium, 17, n.20 Accademia Spoletina, Spoleto, 1975
L. Gentili – L. Giacchè – B. Ragni – B. Toscano – L’Umbria – Manuali per il territorio – Spoleto – Roma, 1978
 

Mappa

Link coordinate: 42.737481 12.737318

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