Chiesa di Santa Maria della Misericordia o della Nera – Costacciaro (PG)

Costacciaro è stato definito un paese in “Bianco e Nero” infatti vi sono presenti due chiese dedicate alla Madonna, una chiamata della “Bianca“, l’altra della “Nera“.

 

Cenni Storici

La piccola chiesa chiamata anche della Beata Vergine o della Compagnia della Buona Morte (ecco da qui la definizione “Nera“) risale al XIV-XV secolo; stando ai documenti in origine era lunga circa cinque metri e larga due, dove, nel 1566 viene stipulato un contratto per ampliarla allo stato attuale e quindi fu allungata a 17 piedi e allargata a 7.
Nel 1606 viene fatta richiesta ai guardiani dell’Arciconfraternita della Morte di Roma di aggregare a loro la Confraternita della Morte sita in questa chiesa.
Da un documento sappiamo che alla data del 23 novembre 1635 la Chiesa della Misericordia appartiene alla Società della Morte e si trova nel castello “prope arcem” e ha tre altari.
Durante il 1832 la Confraternita del Rosario che aveva la sua sede nella chiesa di San Marco, fu qui trasferita probabilmente, per ragioni organizzative e finanziarie infatti le due confraternite, se pure in origine divise, dovettero essere accorpate.
Nel 1855 venne restaurata, mentre l’ultimo ripristino risale all’anno 2001, in occasione del quale fu ritrovato un ossario contenente centinaia di inumati.
Fonti orali tramandano che i Della Rovere, Duchi di Urbino, quando si soffermavano nella loro residenza ducale di Costacciaro (attuale Palazzo Fauni-Massarelli-Chemi), andassero a messa proprio in questo luogo sacro.
Ora la chiesa è completamente spoglia, esclusa una statua del Redentore, ed è chiusa per quasi tutto l’anno.
 

Aspetto esterno

La chiesa si trova da capo ad un piccola salitella a destra appena l’ingresso della porta di Costacciaro; ha un tetto a capanna e in facciata un portale archiacuto sovrastato da un rosone in cotto rincassato.
Il campanile è situato nell’edificio annesso alla parete sinistra della chiesa, in esso un mattone datato con la scritta “RES 1892” riferito all’intervento di restauro effettuato in quell’anno.
 

Interno

L’interno è completamente spoglio, un tempo conteneva opere pittoriche e scultoree di pregio, una pala d’altare raffigurante il Cristo Morto tra la Madonna e S. Maria Maddalena dipinto nel 1582; una tela del XVI secolo che raffigurava la Madonna del Rosario che era posizionata nel terzo altare; nel secondo altare c’era una scultura lignea raffigurante il Cristo morto e una scultura lignea della Madonna addolorata, entrambe risalenti al secolo XVIII le quali venivano portate in processione il venerdì Santo.
Queste opere sono state traslocate in altra sede per motivi di sicurezza in quanto la chiesa è quasi in disuso.
 

Confraternita della Buona Morte, dei Neri, o “La Nera“, o Società della Misericordia o della Morte

Fu eretta nel l’anno 1607, sotto il Pontificato di Papa Paolo V, con chiesa di riferimento, quella di Santa Maria della Misericordia.
Il cardinale diacono Odoardo Farnese, protettore della stessa Arciconfraternita romana, insieme al procuratore di quella costacciarola, il signor marchese Ludovico Ottoni di Matelica, aggregarono quest’ultima, con apposito decreto, a quella, primaria di Roma.
Nel 1861, come tutte le confraternite religiose che detenevano beni, “La Nera” passa sotto il controllo della Congregazione di Carità, voluta dal neonato Regno d’Italia.
Nel 1937, in considerazione della sua gestione fallimentare, dovuta, essenzialmente, a mancanza di fondi, essa viene commissariata, con decreto, dal vescovo diocesano Beniamino Ubaldi, il quale nomina, per proprio commissario vescovile il padre francescano Giuseppe di Prinzio, investendolo dell’esplicito mandato di sistemarne il bilancio e di definire la questione degli oneri di culto.
Sotto il fascismo, con il Concordato tra Stato e Chiesa, tutte quelle confraternite, aventi esclusivo fine di culto, vengono riassorbite, in quanto a funzionamento ed amministrazione, nel seno della Chiesa.
È così che, con regio decreto del 1° Novembre 1940, la confraternita della Buona Morte di Costacciaro torna sotto il diretto controllo della Diocesi di Gubbio.
Nel 1948, “La Nera“, assieme a tutte le altre pie unioni della nostra Regione, per disposizione dei vescovi dell’Umbria, viene “riordinata”, cioè dapprima sciolta e, poi, straordinariamente commissariata dal parroco locale.
In una delibera della nostra confraternita, conservata nell’archivio parrocchiale di Costacciaro, si legge che “Chi professa teorie eretiche non può appartenere ad alcuna confraternita, ma, solo se apertamente ricredutosi, può essere iscritto a queste sacre adunanze“.
La Nera” si occupava, principalmente, in origine, della visita agli infermi, del trasporto (“accompagno“) dei defunti, e della retta conduzione d’una vita cristiana.
Oggi, “La Nera“, non più attiva con i variegati scopi per cui era sorta in origine, esprimendo i valori migliori d’una tradizione plurisecolare, entra in scena, con grande apparato costituito da vesti nere (con stemma dalla parte del cuore), lampioni (o “lanternoni“), candele e ceri, croce e crocefisso, nell’occasione dei vari cortei sacri, e, in specie, durante la solenne Processione del Venerdì Santo.
 

Fonti documentative

Cartellonistica in loco
Castrum Costacciari
EURO PULETTI – Costacciaro e le sue Confraternite un paese vestito in Bianco e Nero – 2008 http://www.montecucco.pg.it/Costacciaro_centro_storico_chiesa_della_misericordia.htm
 

Nota di ringraziamento

Si ringrazia sentitamente il parroco Don Nando Dormi che pazientemente mi ha sopportato e senza il suo sostanziale contributo questo articolo difficilmente sarebbe stato prodotto.
 

Mappa

Link coordinate: 43.359333 12.712610

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>