Chiesa di Santa Maria del Rosario – Bagnaia (VT)


 

Cenni storici

La chiesa di Santa Maria del Rosario si trova sulla sinistra, appena si entra in piazza Castello, all’interno del nucleo antico della cittadina, tra la Porta e il Palazzo della Loggia.
La presenza di una chiesa dedicata a Santa Maria è attestata nel borgo fin dal 1182.
Fin dalla metà del XIV secolo risulta gestita dalla confraternita dei Disciplinati che continuerà ad essere presente a Bagnaia fino al 1611.
Nel 1541 il cardinale Niccolò Ridolfi modifica la porta di accesso al borgo, ciò comporta anche il completo rimaneggiamento della chiesa adiacente.
I lavori iniziarono nel 1553 e nel 1555 il Cardinale Gambara fece murare la vecchia porta della chiesa e costruire l’attuale con una rampa di scale, su cui i notai del tempo lavoravano e stipulavano gli atti.
Nel 1587 la confraternita dei disciplinati, che nel frattempo ha cambiato nome divenendo confraternita di San Giovanni, si trasferisce nella nuova chiesa al di fuori delle mura e Santa Maria rimane in abbandono.
Nell’anno 1589 era stata istituita la confraternita del Santissimo Rosario di Maria Vergine, che, nel 1656, trasforma la chiesa nel proprio oratorio, mutandone il nome in Santa Maria del Rosario.
L’attuale aspetto lo dobbiamo all’intervento al Cardinal Marcello Federico Lante della Rovere, che nel 1755 la fece restaurare, “togliendovi li tre ripiani che aveva, serrandovi la porta piccola che con scale a due branche occupava la piazza, riformando la scalinata della porta grande, restringendovi li scalini che aperti in quadro davano l’accesso ad una scala spalleggiata dal muro da fianco con ornamenti sopra: diminuendo gli altari e Cappelle che vi erano in quantità e facendovene fare due sole con simmitria alludente all’altra antica dell’altar maggiore e finalmente col farvi una soda ma competente soffitta per togliere la poco piacevole vista del tetto che solamente coprivala“.
Dopo la ristrutturazione settecentesca la chiesa mantiene tre soli altari: il maggiore, ancora intitolato alla Madonna del Rosario; quello a cornu Epistolae dedicato a Sant’Elisabetta regina di Portogallo e l’altro, cornu Evangeli, a San Filippo Neri.
Nel 1849 la chiesa fu chiusa al culto per le condizioni di estremo degrado, solo sei anni dopo iniziarono i lavori di restauro diretti dall’architetto Crispino Bonagente.
Fu riaperta al culto nel 1866 e nel 1877 fu ripristinata la scalinata.
 

Aspetto

Il prospetto della chiesa, relativo al suo fianco nord, è in muratura a vista di blocchi di tufo e privo di caratteri decorativi.
Ad esso è anteposta la scala d’accesso con rampa parallela al fronte e parapetto continuo, articolato da pilastrini; mentre un’intelaiatura a bugnato caratterizza la parete sottostante al ripiano.
La facciata si presenta inglobata tra la porta del borgo e le strutture degli edifici contigui, nelle sue linee semplici ed essenziali con un portale sopra cui si poggia una mensola decorata.
Un portale rettangolare definito da un’incorniciatura in peperino decora l’accesso, sormontato da una lunetta.
A sinistra del portale, si trova un piccolo stemma del Comune di Bagnaia.
Altre due lunette, leggermente più piccole e a quota di poco inferiore, si aprono nel prospetto, ai lati del tratto corrispondente al braccio della crociera, forato in alto da una quarta lunetta di più ampie proporzioni.
La pianta della chiesa è a croce greca allungata inscritta in un rettangolo, è scandito da tre pilastri per lato, decorati in finto marmo dipinto, con la breve navata centrale formata da due campate e fiancheggiata da due pseudo-navatelle.
Le pareti sono pilastrate e decorate con trabeazioni doriche.
I pilastri che compongono l’elevato interno sono articolati da paraste tuscaniche che sostengono una trabeazione continua.
Archi trasversali raccordano i pilastri ai muri perimetrali creando stretti ambulacri ai lati della navata.
I bracci laterali nella crociera ospitano altari minori; mentre il coro occupa l’intera campata opposta alla navata, terminando con un’abside che ospita l’altare maggiore.
Lungo tutto il perimetro della chiesa corre una mensola da cui partono la cupola centrale, priva di decorazioni, e le volte a botte delle campate laterali.
Al disopra della cornice dell’ordine tuscanico s’impostano volte a botte nei quattro bracci dell’organismo, mentre la crociera è coperta da una cupola su pennacchi, forata da una lanterna.
Gli spazi che scandiscono le navatelle e quelli collaterali al presbiterio risultano coperti da volte a botte e volte a schifo.
 

Interno

L’interno è illuminato sia dalla lanterna della cupola, sia da quattro finestre a lunetta posizionate a nord, di cui una maggiore nella cappella a lato della crociera e tre più piccole poste nei due vani della navatella e nell’ambiente che fiancheggia il presbiterio.
Sulla parete sinistra appena entrati si trova una nicchia che conserva un affresco affiorato durante dei lavori di restauro eseguiti nel 1906: raffigura la Madonna con Bambino assisa in trono tra San Pietro e San Paolo, di autore ignoto, è databile alla fine del XV secolo.
A seguire, sempre sulla parete sinistra si trova il primo altare a cornu evangeli dedicato a San Filippo Neri.
Il ricco impianto barocco della cappella conserva all’interno, al di sopra dell’altare, una tela con San Filippo Neri in adorazione della Madonna con Bambino e Angeli.
L’opera del XVIII secolo è attribuibile al pittore Vincenzo Strigelli.
La tela è un dono fatto dal cardinal Lante in occasione del ripristino della chiesa avvenuto nel 1775.
Il presbiterio è rialzato di un gradino e delimitato da una balaustra.
Ai suoi lati due piccoli ambienti rettangolari (di cui quello meridionale adibito a sacrestia) sono sormontati da coretti.
L’altare maggiore, rialzato su due gradini, intitolato alla Madonna del Rosario, è riccamente decorato con marmi policromi.
Sopra l’altare maggiore la tela della Madonna del Rosario, opera di Calisto Calisti, pittore bagnaiolo, eseguita nel 1656, come da data nel cartiglio.
È affollata di figure di santi, Re e Regine in atto di adorazione, si riconoscono San Domenico, Santa Caterina da Siena, San Pio V.
Al centro della tela è una veduta di Bagnaia.
In basso a sinistra si scorge l’autoritratto del Calisti.
Nel 1866 il quadro fu munito di una nuova cornice intagliata, realizzata da Angelo Rinaldi di Viterbo, che restaurò anche la tela.
L’abside è decorata con pitture a finto marmo, e ospita ai lati della tela della Madonna del Rosario delle cornici dove sono collocati ex voto in argento.
Ai lati dell’arco trionfale si trovano delle statue in gesso dipinte su mensole, a sinistra Sant’Agnese, a destra Sant’Antonio da Padova.
Sempre nell’area presbiteriale si trova una moderna statua in gesso della Vergine col Bambino.
Sulla parete un’edicola in finto marmo policromo ospita una tela raffigurante il Santissimo Salvatore, riproduzione di analogo soggetto in Santa Maria a Viterbo, secondo la tradizione scoperto nel 1283 nell’agro viterbese da due contadini bagnaioli.
L’originale si trova nella Chiesa di Santa Maria Nuova a Viterbo.
Pur rivendicando nel tempo l’originale, i bagnaioli non riuscirono mai ad averlo presso la comunità, per cui fecero realizzare questa riproduzione, probabilmente del XVIII secolo.
La parete destra ospita l’Altare a cornu epistolae dedicato a Santa Elisabetta, Regina del Portogallo.
Sull’altare una tela di Vincenzo Strigelli con Santa Elisabetta vestita da abiti francescani e sette angeli.
La santa ha in mano un piatto con dei pesci, è in atto di contemplazione di Nostro Signore Gesù Cristo.
Su un pilastro è collocato un Crocifisso moderno in gesso sovra dipinto, dietro una moderna statua in gesso della Madonna Assunta in cielo allestita con un baldacchino del XVII secolo.
In fondo un Cristo Morto e una statua della Madonna Addolorata del XVIII secolo.
Il lato corto ad ovest della chiesa è caratterizzato dalla grande cantoria, presenta tre finestre quadrate sopra cui campeggia l’emblema del Cardinale Marcello Lante della Rovere che sovvenzionò i lavori di restauro nel 1755.
Sotto la finestra centrale è posta un’epigrafe a ricordo dei lavori fatti eseguire dal Cardinal De Gambara nel 1556.
Sotto la cantoria, tra le prime mensole di destra che la sorreggono, si scorgono degli affreschi riferibili alla fine del XV secolo, inizi del XVI.
Nel primo a destra è raffigurato Sant’Antonio Abate, nel secondo San Giovanni.
Nell’ultimo a sinistra è visibile un lacerto con Santo non identificabile.
Sotto all’ultima mensola di sinistra della cantoria un un’acquasantiera in marmo a valva di conchiglia murata in parete. Incastrato all’interno dello spazio esistente tra la cantoria e il primo pilastro di destra è collocata una fonte battesimale realizzata dallo scalpellino Paparelli.
 

Fonti documentative

Cartellonistica in loco
S. Ricci – Bagnaia e Villa Lante. La fortuna riflessa di un centro minore del Lazio – San Gemini, 2017

http://bagnaia.artecitta.it/scheda.php?idOpera=288

http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/AccessoEsterno.do?mode=guest&type=auto&code=22614&Chiesa_della_Madonna_del_Rosario__Bagnaia,_Viterbo

 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Mappa

Link coordinate: 42.428496 12.154660

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