Chiesa di Santa Maria del Popolo – Santa Rufina di Cittaducale (RI)

La chiesa era soggetta al Capitolo Lateranense.

 

Cenni Storici

La chiesa, parrocchiale della frazione di Santa Rufina di Cittaducale, fu costruita tra il 1526 e il 1533 ad opera della confraternita omonima su terreno “extra villam S. Rufinae diocesis Civitatis Ducalis” affidatole dal Capitolo Lateranense.
A confermane la datazione lo stemma papale farnese, posto all’esterno nella facciata in prossimità del colmo.
La tutela del Capitolo Lateranense non cessò con l’autorizzazione a costruire la chiesa, garantendo negli anni successivi il decoroso assetto dell’edificio sacro: se ne ha conferma dall’iscrizione inclusa nel gradino della cattedra su cui è assiso, benedicente, Sant’Antonio abate.
Nel corso dei secoli, la chiesa intitolata a Sancta Maria de Populo fu sede della confraternita del SS.mo Rosario e della confraternita dei Bifolchi sotto il titolo della B. Maria Vergine che si associarono alla Congregazione della B. Vergine Maria.
 

Aspetto esterno

Il portale rinascimentale reca sull’architrave la scritta A.D. MD33, al centro è il monogramma di San Bernardino.
La lunetta sovrastante il portale d’accesso mostra l’immagine della Madonna in maestà affiancata da San Giovanni Battista e San Giacomo Maggiore, l’opera è stilisticamente ricondotta a Lorenzo e Bartolomeo Torresani.
In alto, in una nicchia si trova lo stemma papale farnese.
Ai lati del portale due moderni mosaici raffigurano Santa Seconda e Santa Rufina.
Il campanile a vela a un solo fornice, provvisto di campana è posizionato in linea con la facciata, sulla sinistra della stessa.
 

Interno

L’interno è a navata unica con copertura a capriate lignee, dispone di cinque altari.
Il primo altare della parete sinistra incornicia l’immagine di Sant’Antonio Abate assiso in cattedra, con ai lati i santi Martino e Sebastiano.
Nel gradino della cattedra si legge l’iscrizione: DOM(IN)US HYERONIMUS FRANCHA OELLIS NARN(IENS) IS / VICE COMISARIUS LATERNENSE(N)SIS F(UIT) EXECUTOR.
Nel libro aperto tra le mani di Sant’Antonio abate, esposto alla vista dei fedeli, si legge: INTERCESSIO NOS [QUI] SUM[US] BEATI N[OSTRI] ABBATIS COMMENDETUR QUOD NOSTRIS MERITIS NON VLEMUS EIUS PATROCINIO ASSEQUAMUR.
La presenza di uno stemma bipartito con le insegne Farnese e Asburgo ai piedi del santo consente la datazione dell’opera dopo il 1538, anno delle nozze tra Ottavio Farnese e Margherita d’Austria.
L’opera è stilisticamente ricondotta a Lorenzo e Bartolomeo Torresani.
Nella parete di fondo è presente una zona absidale, con una doppia arcata sorretta da mezzi capitelli e una trabeazione curvilinea che segue l’andamento dell’abside con finti plinti basamentali e cromie che mimano il marmo.
La decorazione è a motivi floreali, con un emblema mariano posto alla chiave dell’arco.
Nella parete di fondo absidale, un’edicola decorata con volute, in cui nella parte superiore sono posizionate due statue di angeli sui lati con al centro la colomba dello Spirito Santo raggiata, inquadra la bella immagine della Madonna del Popolo raffigurata nelle sembianze di una giovane popolana, la veste rossa allacciata da una fettuccia annodata sotto il seno da cui sporge appena il bordo candido della camicia, i capelli raccolti ordinatamente sotto la cuffia su cui poggia il mantello di ricco broccato foderato d’azzurro teso a proteggere uomini e donne, giovani e vecchi, che si rivolgono a lei in preghiera.
Tra i devoti, ritratti per lo più di tre quarti o di profilo, si distingue un flagellante ritratto di spalle, la bianca tunica legata in vita dal cingolo, il cappuccio sul capo a celare l’identità, la schiena piagata, il flagello legato al polso.
Era certamente membro di una delle confraternite ospitate nella chiesa ed è probabile che proprio i membri di queste confraternite fossero i committenti dell’affresco.
L’opera potrebbe essere attribuita alla scuola dei fratelli Torresani.
Sul primo altare della parete destra la cornice racchiude la raffigurazione del Transito e gloria della Vergine, anch’esso attribuito su base stilistica ai fratelli Bartolomeo e Lorenzo Torresani.
L’affresco è articolato su due registri: in alto si trova la l’Assunta che dona la cintola a San Tommaso, inginocchiato su una nuvola, al solito incredulo dell’assunzione al cielo della Vergine; in basso è posta la morte della Madonna con undici dei dodici apostoli che le stanno attorno variamente atteggiati mentre recitano la cerimonia funebre sullo sfondo di un paesaggio.
 

Fonti documentative

Didascalie in loco di Ileana Tozzi
 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

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Mappa

Link alle coordinate: 42.409628092801064, 12.93303402199563

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