Chiesa di Santa Maria de Cava ( Madonna della neve ) – Cave di Foligno (PG)

E’ una delle più belle chiesette romaniche del territorio folignate se non altro per la bellissima abside che ancora conserva.

Cenni Storici

Viene tramandato che in prossimità del fiume Topino, in un rudere di un vecchio muro , fosse dipinta l’immagine della Madonna.
Per molti quell’immagine era considerata miracolosa ne era devotissimo anche il Ven. Giovanni Battista Vitelli. Nel punto dove si trovava il dipinto fu costruita la chiesa inizialmente chiamata Santa Maria de Cava e successivamente Madonna della Neve.
La chiesa aveva un patrimonio di 228 libre, era costituito da terreni posti in Villanova, in Gualdu, in Ursinis, iuxta dietam ecclesia, da un claustrum positum post ecclesiam sopradicatum e da una cella et curtina dicte ecclesie.
A pag. 88 del libro “Monumenti Pagani e Cristiani riguardanti l’istoria e l’arte esistenti nella Provincia dell’Umbria” Mariano Guardabassi scrive: “Cave chiesa della Madonna: Non rimane che l’Abside dal quale può giudicarsi che la fabbrica rimonta al XI secolo“.
All’inizi del 1700 visse da eremita in questa chiesa, nella casa addossata alla struttura, il Ven. Felice Angelo Testa (1677 -1755) nato a Bevagna il 31- 01- 1677 e fu ordinato sacerdote dal Vescovo di Assisi nel 1701 (sacerdote secolare) cappellano della Confraternita della Morte.
Dalla chiesetta della Madonna della Neve si recava in città per svolgere l’attività di confessore ed aiutare i poveri. Insieme al nobile Giovanni Battista Scafali istituì una Pia Opera per catechizzare fanciulli e giovani.
Nel 1713 diede vita all’Orfanatrofio Femminile ospitando fino a 40 ragazze per il cui mantenimento questuava giornalmente per le vie cella città.
Morì il 20 dicembre 1775 dopo aver vissuto umilmente ed in povera.
Il 22 Luglio 1775 fu introdotta la causa di beatificazione e nel 1780 si ebbe il decreto sulla validità dei processi.
La pratica così ben avviata, anche per alcuni miracoli avvenuti, si arenò anche a causa delle successive travagliate vicende storiche.
Dalla demolita cappella dell’Oratorio, le sue reliquie sono state trasportate nella cripta della Cattedrale.
Nel 1400 la chiesette della Madonna della Neve venne unificata con quella di S. Maria Infraportas insieme alla chiesa di San Magno.
 

Aspetto esterno

La chiesa presenta una facciata manomessa da recenti restauri che addirittura hanno accorciato malamente la chiesa, tant’è che frammenti dei muri laterali sono ancora sporgenti a brandelli dalla facciata.
La struttura è contenuta ed è ad unica sala con tetto a capriate e conserva un’interessante abside su cui si aprono tre monofore ripartite da semicolonne che sostengono una serie di archetti pensili.
Al disopra, una ghiera di pietra dentata e mensole che reggono la falda del tetto oggi completamente ristrutturato.
 

Cenni Storici sul Territorio

Si sa, solo perché tramandato, che Cave e tutta l’area del folignate era dapprima una palude.
Le prime capanne e poi case sorgono sull’alveo del fiume Topino (all’epoca Etrusca chiamato Supumna, poi dai Romani Timia o Tinia, infine intorno all’anno mille D.C. Topino).
Sembra che nel quaternario la zona comprendente Parrano, S. Lorenzo, Cave, Fiamenga, Capitan Loreto, Rivotorto e Torchiagina fosse sommersa dal “Lacus Umber” (219 m.s.1.m.).
In seguito al taglio della montagna di Torgiano, da parte degli Etruschi, per dare modo alle acque di defluire nel fiume Tevere, il lago abbassò il livello, il conoide venne alla luce e su questo sorsero alcuni paesi tra cui Cave.
Despanques scrive che in epoca Romana i bacini idrici erano due, uno più a settentrione, detto anche lago di Assisi, ed uno più a meridione probabilmente corrispondente al “Lacus Clitorius“. Non tutti sono d’accordo su questa versione (Albertiis); resta comunque sicura la presenza di stagni e aree paludose.
Già nel cinquecento Teodorico, re dei Goti, tentò di bonificare il territorio (Cassiodoro) nell’area Spoletina.
I lavori di bonifica vennero abbandonati dopo la caduta dell’impero e l’invasione Longobarda. La lotta contro le paludi riprese verso XI° sec., infatti da carte dell’Abbazia di Sassovivo risulta che questa era proprietaria di appezzamenti di terreno nel nostro territorio.
Sicuramente nel XII° secolo esistevano a Cave degli insediamenti, basta ricordare la sentenza del Card. Capocci (1239), dove viene menzionata la già esistente chiesa di “Sancti Petri de Cava“, tale costruzione non sarebbe stata concepibile se non fosse esistito un insediamento urbano e se non fossero realizzate parzialmente delle aree di bonifica per avere mezzi di sussistenza.
Dopo il XII° sec. i Comuni si impegnarono nella bonifica dei terreni paludosi, ma trovarono grandi ostacoli che impedirono di completare l’opera a causa delle continue guerre.
Nonostante gli statuti Municipali prendessero provvedimenti per il rafforzamento degli argini, dei fossi e dei canali, utilizzando anche nei lavori gli abitanti, i risultati non furono definitivi in quanto il progetto richiedeva l’intervento sulle grandi arterie, perciò il coinvolgimento di più Comuni.
Dal 1563 al 1566 Francesco Jacobilli, ingegnere idraulico, avendo comperato dall’abate De Cuppis, dalla comunità di Foligno e da vari cittadini molte terre in parte paludose, riportò alla coltura (così scrive lo storico Ludovico Jacobilli) “14 mila staie di terre pel territorio di Fuligno e circa altrettanta terra delli territori di Trevi e Montefalco“.
La bonifica della valle umbra fu decretata nel 1828 da Papa Leone XII e l’arginatura del Topino fu affidata all’opera di Rutili-Gentili, il quale curò sia la progettazione che la direzione dei lavori.
Tale opera segnò per molto tempo un punto d’arrivo durevole, sollevando da molte ansie la popolazione.
 

Cenni Storici sul Paese di Cave

La Parola Cave compare per la prima volta in una carta dell’Abbazia di Sassovivo.
Siamo nell’ottobre 1190, un certo Pietro dona per salvare la propria anima all’abate Alberto del Monastero di Santa Croce in Sassovivo, un pezzo di terra situato in Cave.
Nella sentenza del Card. Capocci (1239) “Sexterium Episcopatus” compaiono nella nostra zona tre chiese: S. Petri de Cava elencata come Ecclesia, S. Maria de Cava e S. Angeli de Cava come Canoniche.
Le tre chiese in un momento successivo sono nominate nel documento “Libra et Extimatio” che il vescovo Berardo commissionò nel 1296 al notaro Folignate Ugo de Simone, con denominazione Ecclesia.
 

Curiosità storiche

Nella pianura Folignate non sorgevano scuole perché vi era la convinzione che portassero più danno che utile all’agricoltura, infatti tale attività toglieva braccia utili e indispensabili ai lavori della terra.
Nel 1860 prima della proclamazione del Regno d’Italia Vittorio Emanuele II promulgò una legge sull’istruzione obbligatoria ( Legge Casati ). In seguito a ciò fu aperta una scuola a Fiamenga (distante 2 KM ) dove dovettero confluire i cittadini di Cave.
A causa della distanza della scuola, gli scarsi mezzi a disposizione e il grande lavoro dei campi, ci furono molte difficoltà a frequentare, tant’è che nel 1877 a Cave i bambini in età scolare erano 10 ma nessuno frequentava, stessa sorte per le bambine 11 anch’esse non frequentanti.
Le cose migliorarono nel 1908 quando fu aperta la scuola elementare a Cave dove fu incaricata la maestra Anna Gammaidoni con uno stipendio annuo di 900 Lire.

Un altro episodio storico si ebbe quando il Re Vittorio Emanuele II acquistò una villa ottocentesca ai margini di Cave per sistemare la sua amante “Linda” Rosalinda Incoronata de Dominicis, damigella di corte di cui si era invaghito.
Da questo amore nascosto alla bella Rosina nacque una figlia a cui impose il nome di Vittoria.
Nella villa di Cave si stabilirono Rosalinda, la figlia Vittoria e la Mamma di lei Giustina Campolieti.
Il Re saltuariamente le andava a trovare in incognito, arrivava a Trevi dove lo aspettava una carrozza con le tendine abbassate e arrivava a Cave.
La conduzione della tenuta il Re l’affidò al tedesco Eduard Schmitz, produttore agricolo e proprietario della prima segheria nel Folignate.
Rosalinda De Dominicis sposò il 6 gennaio 1880 in seconde nozze, dopo la morte del primo marito (il Re nel 1878), il marchese Barugi e il matrimonio si svolse a Cave con numerosi invitati fra le alte personalità e con un ricco buffet.
 

Fonti documentative

Pro Loco di Cave – Storia e Storie nostre- con testi di Luciani Angelo
Sperandio B. (2001), Chiese romaniche in Umbria, Ponte S. Giovanni (PG), Quattroemme, 2001
 

Ringraziamenti

Ringrazio Luciani Angelo per il complesso lavoro di ricerca e l’infinita passione che esprime per il suo territorio e che ringrazio di vero cuore per la determinante collaborazione.
Insieme a lui ringrazio Mancini Felice che mi ha aperto la chiesa che cura appassionatamente tenendola in perfetto ordine, nonostante sia chiusa per quasi tutto l’anno.
 

Da vedere nella zona

Chiesa di Sant’Antonio – Perticani
Chiesa di Sant’Egidio – Borroni
Chiesa di Santa Maria – Tenne
 

Mappa

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