Chiesa di Santa Maria Assunta – Mantignana di Corciano (PG)
Cenni Storici
La vecchia pieve di Mantignana è ubicata nello stesso luogo in cui sorge l’attuale chiesa di S. Maria Assunta e il primo documento che la cita risale all’anno 1038 nel quale si stabilivano i confini della “Plebs sancte Marie qui sita est in Mantiniana“.
Tale documento è l’atto definitivo di una vertenza scoppiata tra la cattedrale di S. Lorenzo e l’episcopato, proprio a causa del possesso della pieve di Mantignana, che viene riconosciuta di pertinenza del vescovo da parte di Adalberto, legato dell’imperatore Corrado II.
La costruzione della chiesa viene fatta risalire al VII sec. e la data si può considerare attendibile per la scelta del luogo in cui venne edificata, cioè nelle immediate vicinanze degli insediamenti di produzione agricola di epoca romana.
I ritrovamenti archeologici infatti hanno evidenziato che la zona era già caratterizzata da luoghi e costruzioni di culto pagani, ai quali, dopo l’avvento del cristianesimo, finirono per sostituirsi, appunto, quelli della nuova religione.
Nel diploma imperiale del 1163, di Federico Barbarossa, l’imperatore prende sotto la sua protezione il Vescovo, la cattedrale e le chiese di Perugia, tra le quali viene appunto nominata anche la “Plebs de Mantignana“.
Successivamente, appena 28 anni dopo la data del diploma imperiale, la pieve verrà inclusa nel registro inventariale del 1191 scritto dal cardinale Cencio Camerario, tra le chiese soggette al patrimonio di Roma ed è nominata “Massa de Mantignana“.
Un’altra citazione della pieve la troviamo in un documento del 1206, con il quale papa Innocenza III riceve sotto la propria protezione e quella della Santa Sede, il vescovo di Perugia: tra l’altro nel testo viene nominata la “Plebem S. Petri de Mantiniana cum ecclesia et reliquis cappellis suis” (la pieve di S. Pietro di Mantignana con la chiesa e le rimanenti cappelle).
Nel Liber Beneficiorum la chiesa fa parte dei benefici della mensa vescovile.
L’esistenza di questa parrocchia è attestata dal 1436 quando venne effettuato il catasto dei suoi terreni ma che nel frattempo aveva cambiato titolo non più S. Pietro, bensì Santa Maria; evidentemente nel corso del XII secolo il nome fu cambiato in San Pietro per poi tornare all’originario Santa Maria (oggi Santa Maria Assunta), presumibilmente verso la fine del Duecento.
Successivamente la chiesa di Santa Maria di Mantignana appare negli estimi del 1444 e del 1493 mentre nel catasto del 1489, la chiesa è iscritta tra i rusticali.
Dalla Visita pastorale del cardinale Della Rovere effettuata nel 1572 per la prima volta si parla della presenza del fonte battesimale del quale, tuttavia, si ignora la data di erezione.
Il campanile non era contemporaneo alla struttura dell’antica chiesa e fu sopraelevato nel XVII sec.
Nel 1847 le famiglie di Mantignana, consapevoli che la loro chiesa non era più praticabile per la fatiscenza delle strutture, inoltrarono una petizione al vescovo di Perugia, Gioacchino Pecci, eletto poi papa nel 1878 col nome di Leone XIII opere di restauro del vecchio edificio, ma per circa trent’anni l’edificio restò impraticabile e si rimedia con la celebrazione di due messe domenicali al castello.
All’inizio degli anni ’70, i parrocchiani ricominciano a discutere dei tempi e dei modi di restaurare la “chiesa grande“.
Vennero raccolti dei fondi, ma con il passare del tempo l’idea di restaurare la vecchia chiesa fu accantonata perché giudicata troppo onerosa e cominciò a farsi strada quella di edificare una costruzione tutta nuova.
La svolta si ebbe nel 1880 in occasione della visita pastorale del vescovo, monsignor Federico Foschi, successore di Pecci nel frattempo eletto papa, il quale sostenne la tesi di edificare un nuovo edificio.
La costruzione della nuova chiesa è iniziata nel 1882, su disegno dell’ing. arch. Guglielmo Rossi.
L’appalto per la ricostruzione dell’edificio fu assegnato ad una società di muratori di Capocavallo con i nomi di Filippo Pezzetta e Alessandro Maestrini.
Le opere durarono circa due anni, finché il 22 maggio 1884, il vescovo di Perugia visitò la chiesa e notò che mancavano ancora diverse cose come il pavimento, l’intonaco, i capitelli e le basi dei pilastri.
Negli anni che seguirono furono portati a termine i lavori di costruzione della nuova chiesa con l’aiuto di alcuni benefattori e delle questue annue.
Era a navata unica; le decorazioni furono eseguite dalla ditta di Francesco Biscarini di Marsciano.
Nel 1885 la costruzione fu completata e il 20 dicembre 1885 fu inaugurata la nuova chiesa.
Probabilmente prevedeva anche le due cappelle laterali, che non furono costruite subito.
Quella di destra, dedicata alla Madonna, fu aggiunta nel 1899, finanziata integralmente da monsignor
Briganti, per una spesa complessiva di circa 1687 lire e in data 25 giugno 1900 fu stipulato un contratto per la costruzione della cappella di sinistra, consacrata al SS. Crocefisso; gli esecutori furono Pierleone Marinelli e Leopoldo Ghirga per una spesa di 2000 lire.
Nel 1947 in occasione della festa del SS. Crocefisso, che si svolge ogni 25 anni, furono eseguiti lavori di restauro e per l’evento fu incaricato un gruppo di cinque pittori e decoratori di affrescare le pareti della navata.
I pittori lavorarono sotto la direzione del prof. Alberto Migliorati, mentre i decoratori intervennero alle dipendenze della ditta Vergoni.
Gli affreschi e le decorazioni compiuti da questi artisti sono gli stessi che ancora oggi si possono ammirare in chiesa.
La decorazione della parete di controfacciata fu completata nel 1986 dal pittore Antonio Tamburro in occasione delle celebrazioni del centenario della chiesa.
Sempre in questo anno fu rifatto il tetto della chiesa con il contributo della Cassa Rurale ed Artigiana che offrì anche le vetrate della navata.
Nel maggio 2000 la chiesa venne chiusa per consentire lavori di restauro, consolidamento, abbattimento delle barriere architettoniche secondo le normative vigenti e adeguamento di tutti gli impianti.
Le progettazioni, l’assistenza tecnica e la responsabilità dell’esecuzione venne affidata all’arch. Mauro Marinelli.
Nel gennaio 2001 è cominciata l’ultima fase dei lavori con la nuova pavimentazione.
Il vecchio altare maggiore in cotto è stato ricostruito, pezzo per pezzo, dall’arch. Mauro Marinelli e anche il vecchio battistero dopo cinquant’anni ritrova una sua utilizzazione sia come acquasantiera che come custodia per Oli Santi.
Aspetto esterno
La facciata è divisa in tre ordini, in pietra con decori in cotto.
Il portale al primo ordine archivoltato a tutto sesto, con stipiti strombati e colonne a fascio con maiolica sopra l’architrave raffigurante San Benedetto, la Madonna e Sant’Ercolano.
Il secondo ordine è caratterizzato da grande rosone in cotto che è affiancato dai simboli dei quattro evangelisti.
Un timpano in cotto triangolare, in aggetto con piccolo rosone su mensoline, conclude la composizione della facciata.
Le facciate laterali in pietra a vista sono caratterizzate da grandi contrafforti poligonali e dalle cappelle laterali.
Il campanile è posizionato sui resti della vecchia chiesa che si possono vedere di fronte al piazzale; questo venne costruito circa due secoli fa, usufruendo da un lato del robusto muro della vecchia chiesa; seppur rovinate dalle intemperie mostra cornici e le pilastrature di mattoni che decorano i due ordini superiori.
Il campanile non ha porta, all’interno vi sono tre campane del peso complessivo di circa kg. 800.
Della primitiva chiesa si vedono ancora le arcature e se fosse stata restaurata invece che demolite nel 1882, oggi sarebbe stato un monumento di particolare interesse.
Interno
La chiesa in stile gotico sul tipo di Santa Chiara in Assisi, è a croce latina, le volte sono a crociera con costoloni finemente decorati e colorati.
Entrando nella prima campata della parete di sinistra accanto alla vetrata due immagini di S. Ubaldo e S. Ercolano, nella seconda campata S. Rita e Beata Colomba; si giunge alla cappella di destra dedicata alla Madonna dove la statua della titolare campeggia nella decorazione sopra l’altare, l’arcata della cappella è affrescata con l’immagine della Pentecoste.
Il presbiterio è caratterizzato da un’abside di pari ampiezza della navata di forma poligonale e scandita in sette lati da costolonature finemente decorate; nella vetrata centrale è rappresentata la Madonna con San Pietro a sinistra e San Paolo a destra, ai lati di queste tre vetrate nella 4 restanti i quattro Evangelisti, da destra: San Giovanni, San Luca, San Marco e San Matteo.
Sull’altare maggiore un Crocefisso del XVII sec. proveniente dalla chiesa in piazza Piccinino e ai lati due tele; a destra il quadro con San Giuseppe, la Vergine che porge il Bambino a Sant’Anna e sottostante iscrizione in pietra del 1635 che ricorda la donazione di beni a favore delle ragazze del paese, prive di dote, come da rogito del notaio Valentini; a sinistra nell’abside quadro con La Vergine Assunta in cielo e sotto Santa Lucia e San Benedetto.
Scendendo lungo la parete sinistra incontriamo la cappella del SS. Crocefisso con la statua del Redentore e nell’arcata esterna affresco dell’Ultima Cena; nelle due campate successive troviamo accanto alle vetrate San Francesco e Santa Chiara nella prima e nell’ultima S. Benedetto e S. Scolastica.
In controfacciata attorno al rosone Crocifissione e Incoronazione di Maria; , all’ingresso, accanto alla porta nicchia in cotto per Oli Santi e acquasantiera che erano l’insieme del vecchio fonte battesimale.
Il pavimento è in pietra rossa venata quadrata posta in diagonale con disegni e fasce e logo del Giubileo, al centro e in prossimità dell’altare.
Fonti documentative
F. Peroni – Mantignana la sua gente la sua storia – 2001
Una chiesa una storia – 1986
G. Leti L. Tittarelli – Le fonti per lo studio della Popolazione della Diocesi di Perugia dalla metà del XVI secolo al 1860 – 1976
http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedaca.jsp?sercd=3355