Chiesa di Santa Maria Assunta in cielo – Vitorchiano (VT)


 

Cenni Storici

È posta all’interno della prima cerchia di mura ed è la più antica del borgo, fu consacrata nel 1533 dal vescovo di Bagnoregio, Monsignor Pastorelli ma risale alla seconda metà del XIII secolo.
Nel 1458 fu ristrutturato il campanile e nel 1474 si intervenne sui “muri divae Mariae” con lavori di restauro e manutenzione.
 

Aspetto esterno

Orientata secondo l’asse che va da est a ovest, la fabbrica rettangolare presenta all’esterno una facciata a capanna in blocchi di tufo, con rosone romanico a fiore e due finestre in alto, lo stemma mariano sormontato da una corona, e il portale di ingresso sopraelevato di cinque gradini rispetto al piano di calpestio, circondato da stipiti ed architrave scanalati.
La chiesa presenta un secondo portale di accesso laterale in stile gotico, sormontato da un timpano riccamente decorato.
Di forma triangolare a contorni lobati terminanti in volute, termina con una cuspide dentellata con al vertice una croce.
Sulle ultime due volute di sinistra della cuspide, sono insolitamente impresse una stella e un trifoglio.
Immediatamente sotto è posto il simbolo dell’Eucarestia inscritto in un cerchio dalla cornice attorcigliata.
La lunetta, inquadrata in un arco a sesto acuto, mostra un affresco molto deteriorato con l’Assunzione della Vergine, adagiata su nubi e circondata da cherubini osannanti, ascrivibile a maestranze locali del XVII secolo.
Accanto è visibile una delle quattro monofore poste sulle pareti laterali della chiesa.
Sul lato destro della chiesa, un affresco raffigura la Madonna in trono col Bambino.
Di autore ignoto, l’opera risulta molto deteriorata e riferibile nella forma stilistica ad un periodo compreso tra il XIV e il XV secolo.
Adiacente al portale è il campanile quadrangolare, suddiviso in tre livelli da cornici marcapiano, su cui si ammirano tre ordini di finestroni: monofore al livello inferiore, bifore al secondo livello, mentre sull’ultimo livello si aprono delle trifore.
Tutti e tre gli ordini di finestre sono caratterizzati dalla presenza di archetti trilobati che poggiano su colonnine di peperino dai capitelli quadrangolari.
 

Interno

La chiesa è a navata unica con copertura a capriate e presbiterio sopraelevato.
Le pareti laterali si interrompono in lunghezza per la presenza di fiancate emergenti sulle quali sono posti a destra la cantoria con l’organo, mentre a sinistra è il pulpito.
In alto è presente una fascia con decorazioni geometriche.
Il presbiterio presenta al centro della facciata l’altare maggiore con il timpano cuspidato, che riprende quella dell’ingresso laterale, sorretto da colonne rivestite di velluto rosso con capitello a foglie larghe.
In controfacciata è visibile il rosone gotico sul quale corre una fascia con decorazioni geometriche identiche alla balaustra della cantoria e alla parete del presbiterio.
Accanto al rosone sono visibili i segni delle finestre murate all’interno.
Sulla parete d’ingresso in controfacciata è un affresco con la Crocifissione di Gesù, del XIV secolo, di ambito toscano.
Dietro la croce è il Padre Eterno, di cui si distinguono a malapena le spalle, che ha il nimbo a otto punte.
Il Cristo al di sotto è raffigurato in maniera molto schematica: ha il capo inclinato dalla parte sinistra, intorno al quale si distingue appena il nimbo.
La linea diritta del busto è spezzata dall’alta fascia panneggiata e aderente.
Lo stile delle figure non ha riscontro in tutta Vitorchiano, ed è molto probabile che qui si palesi l’intervento di maestranze toscane, e più particolarmente senesi, reinterpretate in chiave locale, ma con molti moduli in comune.
Sul lato sinistro della controfacciata un affresco raffigura due santi, sotto è una lapide tombale, costituita da tre lastre, di cui una datata 1663, completamente ricoperte da iscrizioni sepolcrali, in latino, in lettere capitali:
D.O.M. DIO TI SALVI. ARTEMISIA MIO BEN TI./CHE DILETTA. SECOLA UTRAL//. ATTALBENGHI/. SANSONE IL RABEL TUO IMPREVE//TTA. DE FABRITIO. SER T HH./ OBITT MAN/./1663 D.O.M./HIC REQUES/.CET DI CAM/./CECH./D/VI./TERBIO ET EIUS FAMILIA./ANNO DNI. MDCVIIII./BE.NL.LA/./C TORI.//DOMINI/.CUS/.BER. TUS ER. POS.AN MDLXXXXV. Accanto vi è l’acquasantiera baccellata in peperino con alla base gli stemmi di Vitorchiano e di Roma.
Il Fonte battesimale è in peperino scolpito, opera di scalpellini locali del XVI secolo, posto su una base ottagonale dalla quale si alza un fusto circolare e sagomato.
L’ampia tazza è decorata con grandi girali vegetali ed è coperta da una calotta squamata sormontata da una piccola lanterna con intrecci geometrici e teste di cherubini.
Nella parete dietro il fonte battesimale si apre è una nicchia con un affresco molto rovinato, del XV secolo, raffigurante San Leonardo, è realizzato in tinte molto scure che danno l’effetto di monocromia.
Il Santo è vestito di tunica e dalmatica, ha in mano due manette a staffa ed accenna ad una inferriata di prigione.
Segue un affresco raffigurante la Madonna in trono col Bambino che tiene tra le mani il globo, del XVI secolo.
L’affresco, molto vicino allo stile di Antoniazzo Romano, ha subito un restauro che ha alterato i colori originali.
All’interno di una successiva nicchia trilobata, sorretta da colonnine con capitelli a larghe foglie, si ammira un affresco del XV secolo raffigurante San Lorenzo e, probabilmente, Santa Margherita; è attribuito al Maestro di Corchiano, allievo di Lorenzo da Viterbo.
San Lorenzo è vestito di dalmatica rossa e risvolti giallo oro, tiene nella sinistra la palma del martirio e nella destra la graticola, accanto a lui, a destra, è la Santa, anch’essa con la palma del martirio, con capelli castani legati dietro la nuca e molto attaccati alla testa, è vestita con una tunica marrone e lungo manto rosso con risvolti giallo-oro; in alto sono affrescate volute, nastri ed ali piumate.
Davanti all’affresco è inopportunamente collocata la statua di Sant’Antonio da Padova, in gesso, donata, come si evince dall’iscrizione sul basamento: PER GRAZIA ESAUDITA LAN. D MESSINA PUGLISI CONCETTA OFFRE ALLA CHIESA DI SANTA MARIA IN VITORCHIANO.
Il pulpito semicircolare aggetta dalla struttura della torre campanaria, è caratterizzato da cornici lisce ed articolate, che nella parte inferiore digradano lentamente in forma conica.
La balaustra è divisa in specchiature lisce; in quella centrale è raffigurato, in bassorilievo, il sole.
Ascrivibile al XIV secolo di ambito viterbese, è l’unico residuo dell’architettura originaria, mentre tutto il resto della chiesa è completamente rifatto in finto peperino.
L’altare laterale sinistro del presbiterio è seicentesco e presenta due colonne con capitello composito che sostengono un timpano spezzato, entrambi dai contorni dorati.
All’interno di questo si apre una specchiatura liscia che termina in basso con delle volute.
Tra le colonne dell’altare e le paraste dell’arco in cui è inscritto, corre un fregio in peperino scolpito a rilievo con motivi di foglie d’acanto.
Si presenta in cattivo stato di conservazione, conserva al centro della nicchia un Crocifisso ligneo della fine del Cinquecento, messo in risalto da un telo rosso.
Realizzato nel 1590 da Joannes Parisiensis (Giovanni Parigino o da Parigi), il cui nome è stato ritrovato su un cartiglio rinvenuto all’interno della scultura, insieme alla data d’esecuzione.
Il presbiterio è sopraelevato e presenta al centro della facciata l’altare maggiore con il timpano cuspidato, che riprende quella dell’ingresso laterale, sorretto da colonne rivestite di velluto rosso per l’addobbo temporaneo pasquale.
Al centro dell’arco trilobato nella cuspide, è un’iscrizione “DEIPARAE ASSUMPTAE“.
Sull’altare è collocata una tavola raffigurante la Madonna tra Angeli.
La Vergine è in piedi sulle nubi, in preghiera, circondata ai lati da angeli musicanti in colonna.
Per l’assenza di proporzioni nella figura della Madonna, per la rappresentazione degli angeli in colonna e per la presenza del fondo oro, si può ascrivere la tavola al XIV secolo.
Ai suoi piedi è il tabernacolo anch’esso cuspidato.
Ai lati dell’altare a sinistra è dipinto San Paolo, il Santo solleva la con la mano sinistra, indossa una veste verde ed è avvolto in un grande e panneggiato manto rosso.
Sotto è collocata una statua di San Michele Arcangelo in gesso dipinto, il Santo è in atto di uccidere il drago con la spada, schiacciato sotto i suoi piedi.
Il braccio sinistro è alzato ad indicare il cielo, segno della vittoria del bene sul male.
A destra San Pietro con atteggiamento ammonitore, ricoperto di un lungo e panneggiato manto che dalla spalla lo ricopre sino ai piedi.
È in posizione frontale e tiene la mano destra sollevata mentre con la sinistra sostiene un libro e le chiavi. S
otto si trova la statua di Santa Teresa di Lisieux in gesso dipinto, posta su un piedistallo coperto da un manto di rose.
La Santa indossa gli abiti monacali e tiene tra le braccia il crocifisso e le rose, i suoi attributi iconografici.
Alle estremità sono una porta in trompe-l’oeil e l’ingresso della sacrestia sormontato dallo stemma del cardinale Francesco Maria Brancaccio.
L’altare laterale destro del presbiterio è seicentesco e presenta due colonne con capitello composito che sostengono un timpano spezzato, entrambi dai contorni dorati.
All’interno di questo si apre una specchiatura liscia che termina in basso con delle volute.
Tra le colonne dell’altare e le paraste dell’arco in cui è inscritto, corre un fregio in peperino scolpito a rilievo con motivi di foglie d’acanto.
Al di sopra della nicchia, nella quale è posta la statua della Madonna del Suffragio, è un cartiglio con un’iscrizione in latino:
AUXILIUM/ CHRISTIANORUM.
Il piedistallo in peperino è sormontato da volti di cherubini.
La statua della Madonna è in legno dipinto e di ambito viterbese, la Vergine indossa un manto azzurro e una veste rossa.
A destra, prima del presbiterio, è collocata la cantoria, nella quale è l’organo della chiesa, seicentesco, inscritto in un arco a tutto sesto.
La balaustra è riccamente decorata da elementi geometrici, mentre, più in basso, inscritti in tre specchiature, sono altrettanti archetti trilobati.
La struttura è sorretta da un sottostante arco e da quattro contrafforti che si appoggiano a delle paraste addossate alla parete.
Al centro dell’arco è una lastra di bronzo decorata ad altorilievo.
Sempre sulla parete destra una tela di scuola viterbese raffigura l’Incredulità di San Tommaso.
In primo piano è raffigurato San Tommaso che con una mano tocca, incredulo, le stimmate del Cristo Risorto, mentre sullo sfondo una folla di persone assiste alla scena.
Per l’impostazione strutturale della scena e per i particolari stilistici, è possibile vedere un parallelo con l’Incredulità di San Tommaso dipinto da Salvator Rosa nella chiesa dell’Orazione e Morte di Viterbo nel 1636
Segue una nicchia affrescata del XVI secolo di scuola viterbese, con difficoltà vi si può leggere una Trasfigurazione, nel riquadro superiore è stata affrescata l’Incredulità di San Tommaso, opera di ambito viterbese e risalente al XVIII secolo, che raffigura San Tommaso mentre tocca le stimmate del Cristo Risorto, dietro il quale è la figura della Madonna.
Sulla balaustra della lunetta è collocata la statua del Sacro Cuore di Gesù con la mano destra benedicente, mentre con l’altra mano indica il cuore, al centro del petto, circondato dalla corona di spine.
Di seguito si trova una Macchina processionale in legno intagliato, dorato e argentato, risalente al XVII-XIX secolo, utilizzata per il trasposto dell’immagine di Maria SS. Assunta in Cielo, che si svolge il 14 agosto di ogni anno.
L’immagine della Vergine è collocata su una base di legno che simboleggia un nimbo di nuvole, accanto alla quale, su delle volute di foglie, si ergono dei putti che assumono posizioni differenti.
In alto le volute sorreggono una grande corona riccamente lavorata sulla cui cima è un crocifisso.
Al centro della macchina è un nimbo di nuvole raggiate.
Subito a ridosso della bussola appena entrati nella chiesa, sulla destra in prossimità della parete di controfacciata si trova un’acquasantiera a fusto del XVI secolo, di ambito viterbese con gli stemmi di Vitorchiano e di Roma alla base del fusto sagomato.
La tazza circolare è baccellata e con profonda scanalatura che corre parallela al bordo a sezione semicircolare.
Vicino si trova una lapide tombale pavimentale in peperino, costituita da tre lastre, di cui due datate 1583 e 1577.
La lapide è completamente ricoperta da iscrizioni sepolcrali, in latino, in lettere capitali:
D.O.M./ ANDREAS BOC/ CAMACARONI/ HIC/ IACET/ ALEX BOCC/ ET MARGARITA GRACCA/PARENE PP/NON AUG/ MDLXXXIIII. D.O.M. LUCAS COLUTIA D VITUGNO/FUI NO/SUM ESTIS/NO ERITAS NIMO IMO/TALIS AN D/MDLXXVII/LUCRETIA VI/ORETMANI FILUIS EOR/HIC M POSUER.
Sulla prima lastra è possibile distinguere, nella parte superiore, uno stemma a nastri che incornicia le lettere P.O.
Sulla controfacciata destra si trova un affresco in cattivo stato di conservazione raffigurante San Giovanni e Sant’Antonio abate, realizzato nel XIV secolo e attribuito a Ilario da Viterbo.
Appartiene ad un ciclo di affreschi che è stato successivamente ricoperto con il massiccio strato di intonaco, attualmente visibile lungo tutte le pareti della chiesa.
 

Fonti documentative

Informazioni fornite dalla brava guida Chiara Zirino

http://vitorchiano.artecitta.it/

https://reteimpresevitorchiano.it/

http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedacc.jsp?sinteticabool=true&sintetica=true&sercd=22629#

 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Mappa

Link coordinate: 42.47045420489257 12.174468738888704

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