Chiesa di Santa Maria Assunta – Franchillo di Valtopina (PG)


 

Cenni Storici

L’abitato appartiene attualmente al comune di Valtopina; viene menzionato per la prima volta dallo Jacobilli come villaggio nel 1653.
E’ interessante notare come Franchillo o Franquillo si trovava lungo un antico tracciato altomedievale che collegava Poggio a Pieve Fanonica passante per il nucleo insediativo di Colle Bucine (o Colle Budine) dopo aver superato Poggio San Biagio (647 m. s.l.m.).
Un altro percorso alternativo per raggiungere la Pieve di Santa Maria Assunta dal castello di Poggio attraversava il castello di Santa Cristina e poi il villaggio di Sasso.
Nella documentazione ecclesiastica pertinente alla diocesi di Foligno all’inizio del Novecento (1911) Franchillo, insieme alle frazioni di Pontecentesimo, Aghi, Monastie, Cupacci, San Paolo, Gallano e Poggiarello, apparteneva alla parrocchia di Pieve Fanonica.
In occasione della festa dell’Assunta (15 agosto), almeno alla fine del Seicento, la chiesa madre di Pieve Fanonica, sede del fonte battesimale, era meta di pellegrinaggio di fedeli provenienti dalle parrocchie di Valtopina insieme ai devoti di Capodacqua e di Pontecentesimo.
Guidati dai propri parroci ogni comunità offriva una torcia di cera bianca lavorata.
La dedicazione all’Assunta è probabilmente frutto del legame con il pellegrinaggio alla chiesa di Pieve Fanonica.
Non si conosce la data di costruzione ma alcuni elementi architettonici, decorativi e storici potrebbero collocare la nascita dell’edificio intorno alla seconda metà del XVII secolo.
Dopo gli eventi sismici del 1997 l’edificio è stato interessato da interventi di ripristino strutturale e da un intervento di restauro dei dipinti murali e degli apparati decorativi interni.
La chiesa attualmente è alle dipendenze della parrocchia di San Pietro Apostolo di Valtopina.
 

Aspetto esterno

Presenta uno sviluppo planimetrico rettangolare, con navata unica.
La facciata, di modeste dimensioni, è composta da un portale con cornice in laterizio, affiancato da due piccole aperture rettangolari.
La copertura della chiesa, a falde inclinate, prosegue sul lato sinistro anche a copertura di un edificio lateralmente adiacente.
La chiesa è costruita in pietra, intonacata sia internamente, sia esternamente.
Le due finestrelle in facciata permettono ai fedeli di guardare all’interno e volgere lo sguardo verso i dipinti posti sulle pareti laterali e sopra l’altare.
La tipologia richiama un tipo di cappella-edicola posta lungo una strada di transito.
 

Interno

Interno a navata unica con pavimento realizzato in cotto.
Sulle pareti laterali si sono conservati due dipinti murali, di modesta fattura e molto rovinati, realizzati con la tecnica a calce (tipica del XVII-XVIII secolo).
A destra un San Rocco riconoscibile dal tipico copri spalla (rocchina), il bastone da pellegrino e dalla piaga sulla gamba sinistra indicata dalla mano destra.
A sinistra una Madonna con Bambino del medesimo artista.
L’altare in muratura decorato a finti marmi è circondato da una quinta dipinta con un tendaggio rosso che racchiude una stoffa bianca impreziosita con motivi vegetali realizzati con lo stampino.
Sopra un dipinto su tela (XVIII sec.?) con Madonna della cintura, sant’Antonio da Padova con il Bambino in braccio e giglio e sant’Agostino con il libro.
 

Madonna della cintura

L’episodio riprende le parole di Isaia “Et erit Iustitia cingolum lomborum eius et Fides cingolum renum eius“, che formano il riferimento teologico del culto della cintura, soprattutto in ambito agostiniano.
Il culto mariano ha origini piuttosto antiche: già sant’Ambrogio nel IV sec. promosse un grande sviluppo della marianologia soprattutto in relazione alla Verginità della Madonna.
L’eredità teologica mariana ambrosiana fu raccolta da Agostino e dai movimenti religiosi che a lui si ispirarono nei secoli successivi.
Il culto mariano costituì un elemento unificante e di resistenza per occidentali e bizantini durante le fasi di espansione araba.
Sarà nel corso del VII secolo che i Franchi assumeranno su di sé questa missione riportandola ad esperienze puramente occidentali, grazie all’aiuto dei missionari delle isole britanniche e dell’Irlanda.
Nei secoli precedenti era stato l’accordo tra Longobardi e Roma e diffonderne il culto in ogni città.
Dal V secolo la Chiesa di Costantinopoli influì notevolmente sul culto mariano in Lombardia, soprattutto attraverso i monaci che hanno lasciato numerose testimonianze.
All’epoca di san Carlo, dal 1560 al 1584, furono promosse nelle diverse parrocchie le istituzioni delle Confraternite del SS. Sacramento in collegamento a quelle già esistenti di ispirazione mariana.
Fra queste era particolarmente attiva la Confraternita della Madonna della Cintura o Confraternitas Cinturatorum.
Proprio per l’influsso degli agostiniani, largamente presenti nel XVI secolo a Milano, tale confraternita prese il nome di Arciconfraternita dei Cinturati di S. Agostino e santa Monica sotto l’invocazione di Nostra Signora della Consolazione, ricordando così nella denominazione il fondatore del culto e sua madre.
La prima grande festa in onore della Madonna della Cintura si tenne la prima domenica d’Avvento del 1575 in Roma con la partecipazione del papa, di cardinali e di una numerosa popolazione.
Per secoli si continuò a celebrare questa festa la prima domenica di Avvento.
Papa Clemente X, con il breve Ex iniucto nobis del 27 marzo 1675, fissò la festa il giorno successivo a quello di S. Agostino.
Nel 1700 è nota l’esistenza di confraternite della Madonna della Cintura in tutta Italia, in altre nazioni, nonché a Tagaste.
La festa della Madonna della Cintura viene celebrata la prima domenica dopo il 28 agosto, memoria di sant’Agostino.
La devozione alla Vergine della Cintura, secondo la tradizione, è nata dal desiderio di Santa Monica di imitare Maria anche nel modo di vestire: Monica infatti avrebbe chiesto alla Madonna di farle conoscere quale era il Suo abbigliamento durante la Sua vedovanza e, soprattutto, come vestiva dopo l’ascesa al cielo di Gesù.
La Vergine, accontentandola, le apparve coperta da un’ampia veste di stoffa dozzinale, dal taglio semplice e di colore molto scuro, ossia in un abito totalmente dimesso e penitenziale.
La veste era stretta in vita da una rozza cintura in pelle che scendeva quasi fino a terra.
Maria, slacciatasi la cintura, la porse a Monica raccomandandosi di portarla sempre e le chiese di invitare tutti coloro che desideravano il Suo particolare patrocinio ad indossarla.
Fra i primi ci fu sant’Agostino e, poco per volta, la cintura divenne uno dei tratti distintivi dell’ordine degli Agostiniani e di quanti hanno regole di vita che traggono spunto da sant’Agostino.
La cintura nel mondo romano ed in questo contesto in particolare, aveva un valore simbolico ed indicava un legame (non a caso giocava un ruolo importante nel matrimonio dell’età classica), in un rapporto certamente di livello impari, di sottomissione che comportava una protezione, espressa da parte della Madonna nella forma del Patrocinio.
Nella coroncina da recitarsi ogni giorno da parte dei “cinturati” questo accessorio viene interpretato come l’umanità di Cristo che per amore ha sparso il Suo sangue per le Sue creature.
Portare la cintura equivale ad avere di fronte a sé il volto del Redentore e deve aiutare a tenere un comportamento aderente al Vangelo, secondo la volontà del Signore.
Sono frequenti le immagini in cui si ritrae la Vergine, in alto, tra santa Monica e sant’Agostino in atto di donare la propria cintura: la Madonna appare con il Bambino in braccio, elemento che manca nel racconto tradizionale e non indossa affatto un abito scuro ma è raffigurata quasi sempre con la veste rosa e azzurra: il colore penitenziale rimane solo per la cintura che offre ai fedeli anche perché il nero o il marrone sono due colori capaci di evidenziare il particolare all’interno della composizione pittorica.
L’iconografia della Madonna della Cintura è simile in vari casi a quella della Vergine del Rosario e la stessa Cintura si può confondere con quello strumento di preghiera: come nel caso della Madonna di Pompei, anche la Vergine della Cintura viene sovente raffigurata fra due santi uno di sesso maschile e l’altro femminile.
Gli autori sacri riportano due diverse tradizione sul culto di questa Madonna.
In una si racconta di San Tommaso apostolo che, avuta notizia dell’imminente scomparsa della Madonna, giunto a Gerusalemme quando ella purtroppo era già morta, volle comunque vederla nella tomba: vi trovò però solo la sua cintura di cuoio, reliquia d’allora in poi molto venerata dai primi cristiani.
Un’altra tradizione è riportata nel libro di preghiere e istruzioni “Manuale di Filotea” dal famoso predicatore milanese dell’ottocento Giuseppe Riva: “La madre di S. Agostino, S. Monica, fatta vedova del suo consorte Patrizio, e risoluta di imitare Maria SS. ma anche nell’abito, la pregò di farle conoscere come avesse vestito nei giorni della sua vedovanza, specialmente dopo l’Ascensione di Cristo al cielo. La B. Vergine non tardò a compiacerla. Le apparve poco dopo coperta di un’ampia veste che dal collo le andava ai piedi, ma di stoffa così dozzinale, di taglio così semplice, di colore oscuro che non saprebbe immaginare abito più dimesso e penitenziale. Ai lombi era stretta da una rozza cintura di pelle che scendeva fin quasi a terra, al lato sinistro della fibbia che la rinfrancava. Indi slacciandosi di propria mano la cintura, la porse a S. Monica, raccomandandole di portarla costantemente, e di insinuare tale pratica a tutti i fedeli bramosi del suo speciale patrocinio. Il primo ad approfittarne fu il figlio S. Agostino e da lui venne in seguito a diffondersi in ogni ceto di fedeli, specialmente per opera del benemerito Ordine Agostiniano, la cui regola, con poche modificazioni divenne comune a tutti gli ordini religiosi della vita attiva che furono più tardi istituiti. … “.
 

Fonti documentative

M. Sensi, Valtopina e il suo territorio, Comune di Valtopina 1988, nota 1 pag. 16.
M. Sensi, Visite pastorali della Diocesi di Foligno, Foligno 1991, pagg 332-333.
F. Bettoni- M.R. Picuti, La Montagna di Foligno, Foligno 2007, pagg. 410-411.
www.parrocchiemap.it Diocesi di Foligno. San Pietro Apostolo in Valtopina.
www.cassiciaco.it Tematiche iconografiche agostiniane: Madonna della cintura.
 

Mappa

Link coordinate: 43.038613 12.763541

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