Chiesa di Santa Maria Assunta – Popola di Foligno (PG)

Dopo ventun anni di chiusura per effetto delle conseguenze devastanti del terremoto del 1997 la chiesa è stata riaperta al culto il 6 maggio di quest’anno (2018).

 

Cenni storici

Nella visita pastorale del Vescovo Gusmini effettuata tra il 1911-1912 si legge: “Consultato qualche storico, come anche la tradizione e qualche frammento di scrittura antichissima fanno ascendere l’origine della parrocchia al 1200“.
Il territorio dove insiste la chiesa ha avuto un’antropizzazione da epoche remote che ha interessato tutta la dorsale appenninica, lo attestano i castellieri dell’età del bronzo che sono stati rinvenuti sulle alture circostanti, costruiti per proteggere le attività dell’’rea fra cui gli allevamenti e la pastorizia transumante.
I numerosi reperti recuperati attestano la continuità abitativa degli altopiani e le varie vicende storiche che li hanno visti coinvolti essendo territori di confine quindi soggetti a contese che spesso hanno portato a veri e propri dolorosi conflitti dovuti a scontri per motivi di confine tra i Trinci di Foligno e i Varano di Camerino.
Intorno al X secolo la Pievania di Popola giungeva a comprendere anche Forcatura e Fraia e sorgeva in vocabolo “Campignoli“, paese definitivamente scomparso, localizzabile ora nei pressi di Costa di Cupigliolo sul colle l’Aia dei Cavalieri, molto distante dai tre paesi e soprattutto nella stagione invernale non era facile per gli abitanti raggiungerla (Le leggende popolari identificano con l’Aia dei Cavalieri il luogo dove sarebbero stati seppelliti i cavalieri romani al seguito di Centenio dopo il massacro della battaglia con Annibale).
Questa situazione si protrasse per oltre tre secoli, alla fine gli abitanti decisero di dividere lo stato patrimoniale della Pieve e pensarono di edificare una chiesa più a portata di mano della popolazione.
Forcatura si staccò portando con sé tutti i terreni che la Pievania godeva in quella zona, il Gusmini riporta a tal proposito che:
..nella ripartizione degli arredi sacri la Forcatura pretendeva una delle campane appartenenti alla Pieve, ma i popolani valendosi del diritto che la Pieve era Popola e a nessun costo avrebbero ceduto le campane, allora fu convinto che la Pievania di Popola avrebbe pagato la somma di Lire 26,60 come canone alla forcatura, allora Scudi 5, e Pauli 2 perché tuttora la parrocchia di Popola paga la Forcatura detto canone annuo e lo strumento fu rogito dal notaio Ceccarelli il 18 Gennaio 1650 per annuale sul capitale di Lire 532“.
Abbandonata quindi la fatiscente pieve, il culto fu esercitato esclusivamente nella cappella del castello molto più comoda, divenuta insufficiente anche questa, verso la fine del 1700 fu costruita la chiesa attuale, quel che resta della vecchia è rappresentata dalla sagrestia.
L’edificio dedicato all’Assunta fu radicalmente trasformato e ingrandito nel 1700 grazie ai signori Mattei.
Nel 1912 si contano nel castello di Popola 22 famiglie per un totale di 161 abitanti.
Lo stesso Gusmini annota i privilegi della chiesa: “L’altare maggiore è privilegiato perpetuo con breve pontificio sotto il pontificato di Leone XIII ottenuto il giorno 17 agosto 1897. La confraternita dell'”Assunta” gode di indulgenza plenaria come da diritto pontificio di Pio IX nell’anno XV del suo pontificato. Chi invoca il sacro cuore di Gesù e Maria con la recita di cinque Poter Ave e Gloria, da diritto vescovile di Nicola Belleti, gode di quaranta giorni di indulgenza“.
Una nota curiosa che dimostra l’attaccamento ai canoni religiosi e alla fede della Comunità lo troviamo nelle Riformanze del Castello di Popola dove espressamente venivano espresse le pene per chi bestemmiava e chi non andava a messa “In prima ordinano che si alcuno biastemasse Dio o nostra doma Virgine Maria o vero iurasse temeriariamente per li membri de Dio o di la gloriosa Virgine Maria paghi per ciascuna fiata soldi V.
Item ordinano et statuiscono che qualunque fesse trovato lavorare o operare li di de le domeniche o de altre feste commandate da Scncta Chiesa paghi per ciascuna fiata de pena soldi V.

Nel corso dei secoli la struttura ha subito usura da parte del tempo e danni dovuti a diversi terremoti che si sono succeduti nell’area ed una prima ristrutturazione fu fatta nel 1973 dopodiché c’è stato il drammatico terremoto del 1997 che ha reso la struttura definitivamente inagibile.
I lavori di recupero fra vicissitudini varie si sono protratti per 21 anni fino a che il 06 maggio 2018 la chiesa è stata solennemente riaperta al culto alla presenza del Vescovo di Foligno Gualtiero Sigismondi.
Insieme alla chiesa è stata recuperata anche la struttura adiacente che verrà destinata all’accoglienza di gruppi parrocchiali in vista nella zona.
 

Aspetto esterno

La chiesa costruita in pietra con calce viva mista ad arenaria presenta in facciata un portale a sesto acuto sulla cui chiave di volta è scolpita una croce, ed è sovrastato da un oculo e il tetto a capanna.
Il campanile squadrato posto sul retro della chiesa sull’angolo sinistro è stato edificato sui ruderi della vecchia torre del castello.
 

Interno

La chiesa presenta l’altare maggiore posto su un presbiterio rialzato di un gradino e due altari laterali, a destra quello della Madonna del Rosario e a sinistra quello del Crocefisso.
Sulla parete d’altare c’è una copia dell’Assunta di Raffaello del 1691 dipinta da un certo “Malatesta“, contornato da una imponente cornice lignea di autore ignoto con colonnine a torciglione e una cupola dove campeggia la scritta “Altare privilegiato perpetuo“.
La parete destra nel primo specchio prima dell’altare della Madonna del Rosario, presenta in alto tracce di decorazione floreale, mentre nello specchio successivo c’è traccia di un affresco molto deteriorato di difficile interpretazione, si tratta probabilmente di una Santa con veste bianca e mantello scuro che regge un libro con la mano sinistra e ha la mano destra alzata e forse regge qualcosa ma non è più distinguibile.
La parete sinistra non presenta alcuna traccia di decorazione.
La parte più interessante della chiesa è senz’altro la sagrestia che rappresenta il nucleo più antico del fabbricato, l’antica chiesa precedente all’ampliamento settecentesco.
Sulla parete di fondo che rappresentava la primitiva parete d’altare c’è una bellissima Crocifissione quattrocentesca di autore ignoto raffigurante il Cristo morente tra la Madonna e San Giovanni attorniato da quattro angeli, tre dei quali raccolgono in una coppa il sangue che sgorga dalle ferite e dalle mani del Cristo.
Sempre nella stessa parete un altro affresco molto deteriorato probabilmente della stessa epoca fa intravedere un volto di un Santo.
Sulla parte sinistra un affresco anch’esso in parte rovinato riporta l’immagine di San Luca evangelista rappresentato su un trono con al suo fianco un toro alato e davanti il tavolo con il libro, la penna ed il calamaio a rappresentare il suo lavoro di stesura del vangelo.
Sempre nello stesso ambiente è presente un antico armadio a muro collocato su mensole.
 

Fonti documentative

http://www.lamiaumbria.it/scheda_comuni.asp?pag=1842

http://www.rgunotizie.it/

https://it.wikipedia.org/wiki/Popola

Visita Pastorale di Mons. Giorgio Gusmini 1911-1912
Autori vari – Rocca di Popola dal terremoto alla ricostruzione, storia di un ambiente ritrovato
 

Mappa

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