Chiesa di Santa Maria Assunta – Colle di Scandolaro
Cenni descrittivi
La chiesa, chiamata originariamente di S. Marie de Campo Rati o de Capugrasci o de Campugrassi o de Campo Rascio, risale con ogni probabilità alla seconda metà del XII secolo ed è dedicata fin dalle origini alla Santa Vergine Assunta in cielo.
Le prime notizie storiche risalgono al 1239 e al 1295-96, quando compare nell’elenco delle chiese presenti in una sentenza del card. Capocci e in quello delle chiese che pagavano la libra.
Nel 1334 il canonico “Ballo de domini Philippi” paga regolarmente alla curia papale la decima di 10 soldi.
In quest’epoca la chiesa doveva essere a pianta rettangolare con una piccola abside semicircolare e una copertura a volta a botte, era orientata secondo l’asse est-ovest e aveva una semplicissima facciata, probabilmente con una piccola bifora e un minuscolo campanile a vela.
Per lungo tempo fu mantenuta dignitosamente con una continua manutenzione, come testimoniano le visite pastorali che si susseguono nei secoli.
Intorno alla metà del XV secolo la chiesa viene ampliata: viene costruito un transetto tramite lo sfondamento delle pareti laterali in prossimità dell’altare maggiore e vengono create delle arcate laterali di supporto, inoltre viene aggiunto un piccolo locale adibito a sacrestia.
Le pareti interne vengono affrescate con figure che presentano affinità stilistiche con quelle dipinte nella bottega dell’Alunno.
Verso la fine del ‘600 seguono altri lavori di ampliamento dell’edificio, della sacrestia e di rifacimento del campanile.
Il terremoto del 1831-32 provoca ingenti danni a Foligno e distruggere gran parte della chiesa. Probabilmente nella ricostruzione successiva viene mutato l’orientamento dell’edificio con un muro divisorio tra l’antica navata e il transetto e la costruzione di un avancorpo a ridosso della facciata originaria.
Così comincia la decadenza della chiesa, che viene trascurata, modificata e anche spogliata e depredata
La chiesa di Santa Maria Assunta è un’antica chiesa matrice, prerogativa che conserva fino al 1856, quando le viene revocata la titolarità parrocchiale e assume maggiore importanza un’altra chiesa di Scandolaro, quella di San Sebastiano.
Gli ultimi interventi interessano la chiesa in maniera diffusa, anche dal punto di vista del ripristino strutturale e del miglioramento sismico e sono riferiti agli eventi sismici del 1997.
La direzione dei lavori è stata affidata all’Arch. Leonardo Blasetti, mentre l’impresa esecutrice è la società Costruzioni Gabrielli di Gabrielli Fiorenzo & C. s.n.c., ditta proveniente da Pieve Torina (MC).
Aspetto esterno
Rimane ben poco dell’originaria chiesa romanica del XII secolo che ha subito nel corso dei secoli notevoli modifiche.
Conserva la cortina muraria, il portale a semplice ghiera con la soprastante monofora poi trasformata in finestra.
La bifora situata e due finestrelle sulla parete di fondo dell’abside illuminano l’interno di luce naturale.
Dalla lettura della suddetta cortina si deduce che la facciata in origine era a quattro spioventi.
La torre campanaria, collocata sul fianco destro della chiesa è con essa solidale, è di forma quadrata con una apertura su ogni lato.
Interno
L’attuale chiesa ha pianta rettangolare a navata unica, con presbiterio rialzato.
In controfacciata sulla destra sono presenti resti di affreschi del ‘400 o al massimo all’inizio del ‘500 con figure che rappresentano S. Sebastiano, S. Rocco e di un Angelo reggicartiglio, il tutto poco al di sotto della bifora.
Fonte documentativa
Chiese Romaniche in Umbria di Bernardino Sperandio Edizioni Quattroemme 2001
http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedaca.jsp?sercd=44660
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