Chiesa di Santa Maria Assunta – Castelluccio di Norcia
Cenni Storici
Una chiesa di Santa Maria Assunta è già citata da fonti trecentesche, ma probabilmente si tratta dell’attuale oratorio del Sacramento.
Nel XVI sec. fu costruita la Chiesa di Santa Maria Assunta de fòri, probabilmente sul luogo di una cappella o di una chiesetta già ivi esistente dedicata alla Vergine, e conseguentemente la zona attigua venne trasformata.
Le mura vennero dunque allargate e munite di un nuovo arco cinquecentesco. Rimase tuttavia anche l`antica porta di accesso ad ovest del castello (anche se ormai priva della torre) e fu aperto il passaggio all`inizio di Via delle Fate (parallelo al precedente ma più basso in quota).
La Chiesa di Santa Maria Assunta, parrocchiale, fu dunque innalzata nel punto in cui la salita penetra nel vecchio abitato, al bordo della piazzetta pensile e su un`area ricavata nel pendio retrostante.
L`esterno mostra una facciata orizzontale coperta da intonaco, sulla quale spicca un portale in pietra affiancato da una porta più piccola e preceduto da una scalinata. Il campanile (1801 ma di originaria struttura cinquecentesca) amplia verso la valle la superficie della fronte e prende il posto della primitiva torre. L`ingresso centrale è un arco a pieno sesto iscritto in un rettangolo, ornato da lacunari, da una ghiera e da due paraste laterali terminanti in due teste di grifo entro cui corre l`architrave (datato 1528).
Interno
L`interno si mostra quale edificio rinascimentale a pianta centrale, formato da quattro brevi bracci e da una cupola ottagonale, con rustica decorazione pittorica del 1862; gli arconi a botte, come pure le cornici in pietra che li ornano, si impostano su grossi piloni parallelepipedi. In tre di queste colonne sono stati ricavati dei piccoli vani che servono da sacrestia, accesso al pulpito, alla cantoria ed al campanile. Un pavimento a “schiazze” lievemente inclinato separa l`ingresso dall`altare seicentesco che occupa tutto il braccio posteriore,ove è allocato un altare seicentesco arricchito da un Crocifisso ligneo dello scorcio del sec. XV, affiancato dalle figure dell`Addolorata e di S. Giovanni dipinte su tavola (sec. XVIII). La tela al culmine dell`altare, con i SS. Sebastiano e Rocco, è forse di Tommaso Bartoli da Norcia (sec. XVII).
Nel braccio destro invece è posto un altare rinascimentale in pietra del 1540 dedicato all’Assunta, opera di Francesco da Milano. Nel braccio sinistro è collocato invece un altare dedicato a Sant’Antonio Abate.
A seguito di interventi di restauro effettuati nel 1990 sono riaffiorati nel nicchione affreschi del 1582 raffiguranti la Madonna del Rosario e dipinti da Carmine e Fabio Angelucci.
Una scultura lignea dedicata alla Madonna con Bambino, di cui è stata una gran ventura che essa si sia salvata dal tentativo di trafugamento avvenuto nel 1980 e che comunque l’ha privata del Bambino e della mano sinistra. Il giorno di Ferragosto dell’anno 2006, grazie al dono della sig.ra Costanza Coccia, la Madonnina ha riavuto una copia del Bambino e della mano mancante. Dietro alla scultura c’è un foglietto con l’indicazione dell’artista che l’ha scolpita (Giovannantonio di Giordano nel 1499) e del prezzo pagato (112 fiorini che all’epoca corrispondevano a 112 pecore!).
Si può ammirare anche uno splendido quadro dedicato alla Madonna protettrice dei deltaplanisti (sport che trova nell’altopiano di Castelluccio l’ambiente ideale).
Il braccio destro ospita un elegante altare in pietra dedicato all`Assunta (ma successivamente vi si venerò la Vergine del Rosario), di forme rinascimentali, coronato da un fastigio e da una trabeazione nella quale si legge “1777”.
“Pacem concedat Maria 1540” (la prima data si riferisce ad un restauro, la seconda alla costruzione). Nel mistilineo dell’arco, bassorilievi dei profeti David e Isaia. Nel 1990 il nicchione ha rivelato le figure dei confratelli della Compagnia del Rosario e, con esse, il corollario dei 15 misteri sulla parete attigua (i nomi dei committenti e degli autori figurano nel cartiglio in basso a sinistra, insieme alla data: Camillo e Fabio Angelucci, 1582).
Nel braccio sinistro, altare di Sant’Antonio Abate con una mostra in pietra coeva della dirimpettaia. Sulla trabeazione è parzialmente leggibile la data “mdcc[…]iii”, da riferire ad un restauro.
Ai lati dell`arco sono rappresentati il sole e la luna, mentre nella nicchia era una grande terracotta del titolare, curiosamente foggiata nella maniera romana antica nella parte inferiore.
Undici scene della vita del Santo, di un pittore tardo-cinquecentesco, sono disposte sulla parete di fondo, tra cui la benedizione degli animali, la tentazione e i dispetti del demonio nel deserto e la liberazione dell`indemoniata. Qua e la alcuni votivi: San Antonio abate con il fuoco in mano (sotto i vicino pulpito è riportata la data, 1545), frammenti sul pilone a sinistra dell`altare maggiore con San Antonio e Madonna con Bambino.
Il fonte battesimale, coperto da cuspide lignea, è del sec. XVI. In sagrestia è custodito un calice lavorato a sbalzo da Pietro Spagna (1736-1788).
Torre Campanaria e Campane
Merita una descrizione particolare la struttura campanaria di cui si riportano le scritte presenti sulle campane.
1) Campana grande verso M. Vettore (est). Proviene dalla chiesa di S. Francesco di Norcia, qui trasportata all’inizio del sec.XIX.
Sabbatha pango, funera piango, fulgura frango, dissipo ventos domo cruentos. A.D. MDCCXXXIII. Integritati restituta pietate D(omini) Franc(isci) de NuceexPinna S. Andree Pro (vinci) ae Aprutii.
(Annuncio le feste, piango i morti, libero dalle folgori, dissipo il vento e domo le tempeste.)
Sotto alcune figurine incerte si leggono due sigle: F.I.B.C. e F.I.F.A. L’impronta di una lucertola e la firma del fonditore. In passato, era suonata oltre che per le festività, per aiutare i viandanti a ritrovare la strada in caso di grandi temporali o tormente di neve.
2) Campana mezzana, verso il Piano Grande (sud).
Sub tuum praesidium con fugimus Sancta Dei Genitrix nostra, deprecationes suscipe, a periculis cunctis libera. A.D. MDCXXXIIII. Simon Prosperi de MonteLunae Castro Nur(s)iae f(ecit).
Era suonata in caso di incendio.
3) Campana piccola, verso M. Veletta (ovest).
Ad honorem Dei et Beatae Mariae Virginis A.D. 1862. Opus Iustinianus Iustiniani Fuig(inas)(CORDELLA e LOLLINI, 1988)
Era suonata per chiamare i Confratelli a raccolta.
Fonti documentative
Guerrini G. Le Chiese di Santa Maria
Toscano B., Giacchè L., Ragni B., (1977), L’Umbria. Manuali per il territorio. La Valnerina. Il Nursino. Il Casciano, Roma, Edindustria
http://www.lavalnerina.it/
http://www.sibilliniweb.it/
http://www.castellucciodinorcia.eu/
Nota
La galleria fotografica ed i testi sono stati elaborati da Silvio Sorcini
Da vedere nella zona
Visitate il Parco dei Sibillini